ENERGIA, idrocarburi. Approvvigionamenti di gas e rischio stagflazione: analisi di scenario con Federpetroli Italia

Se a breve rientreranno sul mercato del petrolio Iran e Venezuela, liberate dalle sanzioni economiche nei loro confronti decretate, potrebbe avere inizio una guerra dei prezzi, sia del greggio che alla pompa di benzina. Riguardo al gas naturale europeo «è bene l’accordo con gli americani, però non basta per l’indipendenza da Mosca». Michele Marsiglia, presidente di una delle organizzazioni di categoria delle imprese del settore Oil & Gas si è espresso al riguardo nel corso di un colloquio avuto con la redazione di insidertrend.it lo scorso 13 aprile, un’opportunità per fare una sintetica prospettiva

La OPEC+ è orientata al perseguimento della strategia in atto, che prevede un aumento della produzione di 400.000 barili giornalieri su base mensile senza ulteriori incrementi. Quali saranno dunque le future dinamiche dei prezzi? Quale quella del settore Oil & Gas in Europa?

MICHELE MARSIGLIA – «Purtroppo, oggi non esiste un collaudato sistema energetico che si interfacci con i Paesi membri dell’Unione Europea. Anni fa nacque il progetto dell’Energy Union, un’interconnessione tra le nazioni europee per il coordinamento degli approvvigionamenti e delle risorse energetiche che, però, non è mai decollata. Oggi, con il conflitto bellico in atto tra Russia e Ucraina, possiamo toccare con mano cosa voglia dire la mancanza di una politica energetica europea».

Avrete certamente fatto delle previsioni sul breve-medio periodo…

«Il settore dell’Oil&Gas, come un po’ tutti gli altri, si trascina dietro due anni di Covid, che hanno bloccato per un lungo periodo i grandi investimenti e costringendo le nostre aziende a correggere rapidamente i piani industriali. Adesso che la pandemia stava finalmente dando un poco di respiro, almeno apparentemente, numerosi progetti esteri erano stati riavviati. Pareva una ciclicità negativa in via di conclusione, tuttavia, al diminuire della pandemia è scoppiata la guerra in Ucraina. In questa caso, però, le crisi si trasformano in speculazioni e lo possiamo riscontrare da un prezzo del greggio che in poche settimane ha toccato 140 dollari a barile. Se la trend line del Brent dovesse mantenere un punto di equilibro a 120 dollari al barile per alcuni mesi, potremmo in parte recuperare le perdite di questi due anni e “dare carburante” all’economia del nostro settore».

Inflazione e settore dell’energia?

«Già, un bel problema quello della stagflazione, o meglio, lo spettro di una crescita rallentata mentre contestualmente aumentano i prezzi al consumo. Se analizziamo le cifre fornite dall’Istat riguardo alle famiglie italiane, in particolare quest’anno tra le voci di spesa primarie c’è proprio il carburante. È un dato di fatto che un prodotto di notevole utilizzo come le benzine possa portare, nella fase di un’economia interna legata a eventi internazionali, a un impatto molto forte sulla dinamica dei prezzi».

In che modo il legislatore potrebbe “raffreddare” questi prezzi divenuti eccessivamente elevati?

«In materia i vuoti risalgono negli anni e oggi il Governo Draghi sta cercando di colmarli allo scopo di giungere, finalmente, a una chiara e definita strategia energetica nazionale. L’Oil & Gas italiano necessita di una struttura legislativa, tutte le forme energetiche in Italia hanno bisogno di riferimenti chiari, poiché soltanto in questo modo si potrà ottenere quel mix energetico ottimale e dare così forza all’economia del Paese».

Nel 2008 il brent raggiunse i 145 dollari al barile, eppure i prezzi dei carburanti alla pompa non si spinsero a quelli stratosferici di queste ultime settimane: perché?

«Ogni periodo storico è caratterizzato da dinamiche differenti, dunque da diverse analizzare sull’impatto dei prezzi. Oggi il costo del gas incide su quello di raffinazione, intesi come costi fissi del sistema industriale, oltre alla problematica primaria di carenza del prodotto russo su scala internazionale. Si stanno per ridefinire le quote petrolifere internazionali e una nuova geopolitica del petrolio. Se a breve rientreranno sul mercato a pieno titolo Iran e Venezuela, senza sanzioni, inizierà una vera “battaglia” dei prezzi sia del greggio che alla pompa».

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