DIFESA, industria e armamenti. Sulle prospettive dell’export italiano ha riferito in Parlamento il generale Luciano Portolano, direttore di Segredifesa

L’alto ufficiale è stato audito quest’oggi dalla IV Commissione del Senato della Repubblica, alla quale ha relazionato riguardo al settore di sua specifica competenza (quello, appunto, dei materiali per la Difesa e la Sicurezza), nonché sull’implementazione della recente normativa in materia di rapporti Governo-Governo. Di seguito il testo dell’intervento

Presidente, Onorevoli Senatori, rivolgo un cordiale saluto a tutti i componenti della Commissione e ringrazio per l’opportunità che mi viene concessa, oggi, di offrire il mio contributo allo svolgimento dell’attività parlamentare e, in particolare, alla trattazione dell’argomento relativo alle prospettive dell’export italiano di materiali per la Difesa e la Sicurezza e l’implementazione della recente normativa in materia di rapporti Governo-Governo. Il mio intervento si articolerà in tre parti: nella prima parte riepilogherò brevemente il quadro normativo generale sul controllo dell’export e i relativi compiti specifici del Segretariato Generale della Difesa/DNA; nella seconda parte illustrerò l’evoluzione normativa degli accordi Government to Government (GtoG), con particolare menzione alla situazione di quelli già sottoscritti; infine, nella terza parte, esporrò, dal punto di vista del Segretariato, le prospettive dell’export italiano di materiali per la Difesa e la Sicurezza.

I PARTE

QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Un rapido richiamo ai principali riferimenti normativi mi consentirà di delineare più chiaramente il perimetro normativo entro il quale si esplica l’attività del Segretariato Generale della Difesa/DNA.

Con la Legge 185 del 1990  è stata introdotta una norma ad hoc che detta le regole fondamentali in merito a: esportazione, importazione, transito, trasferimento intracomunitario, intermediazione di materiale di armamento, cessione delle relative licenze di produzione e la delocalizzazione produttiva. Alla Legge, come noto, è seguìto il Regolamento di attuazione, emanato con Decreto 7 gennaio 2013, n. 19 del Ministero degli Affari esteri (Maeci) e del Ministero della Difesa, che all’art. 23 stabilisce che “presso le amministrazioni cui è demandata l’attuazione della legge n. 185/90, sono individuate o costituite le unità organizzative responsabili dell’istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, strumentale all’adozione del provvedimento finale”.

In ambito Difesa, l’attuazione della legge n. 185/90 è regolamentato da un’apposita “Direttiva per il funzionamento dell’Unità Organizzativa Responsabile (UOR) dell’Amministrazione Difesa ”. Il principio fondamentale cui si ispira il controllo dello Stato è che tali operazioni debbano essere conformi alla Costituzione della Repubblica e alla politica estera e di difesa dell’Italia. Le movimentazioni sono vietate quando sono “in contrasto con gli impegni internazionali, con gli accordi di non proliferazione, con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta al terrorismo nonché quando mancano idonee garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali (art. 1 della legge 185/1990). I movimenti sono quindi consentiti solo verso Stati esteri o imprese autorizzate dai rispettivi governi.

PROCEDURE PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI

Al fine di meglio delineare in quale ambito si collochi l’attività del Segretariato Generale della Difesa/DNA in merito all’export di materiali per la Difesa e la Sicurezza, vorrei condividere rapidamente con voi le fasi, stabilite dalla legge n. 185 del 1990, che compongono il connesso iter autorizzativo. Nella complessa e articolata procedura per il rilascio delle autorizzazioni vengono così schematicamente individuate le seguenti fasi:

Fase direttiva e di indirizzo

Inizialmente svolta in ambito “Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD)”, dal 1999 le sue funzioni sono state assorbite dal Maeci a cui è attribuito il compito di formulare gli indirizzi generali per le politiche di scambio nel settore della difesa e dettare direttive di ordine generale per l’esportazione, l’importazione e il transito dei materiali di armamento.

Fase istruttoria

È la fase in cui vengono acquisiti tutti gli elementi necessari sia per il rilascio dell’autorizzazione preliminare alle trattative contrattuali sia per l’esame delle domande di autorizzazione all’esportazione del materiale.

Fase consultiva

In questa fase vengono acquisiti i pareri sulla coerenza delle operazioni oggetto di richiesta di autorizzazione con le norme e le direttive. Il Segretariato Generale della Difesa/DNA partecipa attivamente a questa fase, secondo modalità e tempi che variano a seconda della tipologia di operazione e che cercherò di delineare meglio nel prosieguo del mio intervento.

Fase della formalizzazione del provvedimento autorizzativo

Di competenza dell’Autorità nazionale (UAMA, Unità per le Autorizzazioni dei Materiali di Armamento), che si avvale, per i casi previsti dalla Legge, del parere del Comitato consultivo interministeriale composto da MaeciI, Difesa, Interno, Sviluppo economico, Economia e Finanze, Ambiente, Agenzia delle dogane e dei monopoli (art. 7 della L. 185/90).

Fase di controllo

È finalizzata a verificare il rispetto delle prescrizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione e alle disposizioni di legge.

COMPETENZE DEL SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA/DNA

Nell’ambito del processo delineato, il Segretariato Generale della Difesa/DNA svolge tre attività principali:

–          tenuta del Registro nazionale delle imprese. In particolare, ai sensi dell’art. 44 del Codice dell’Ordinamento militare, nessuna trattativa commerciale né operazione di esportazione, importazione, transito di materiale di armamento può essere effettuata da imprese o consorzi di imprese che non siano iscritte al Registro nazionale delle imprese costituito presso il Segretariato Generale;

–          gestione dei Programmi di coproduzione internazionale. Il Segretariato fornisce alla presidenza del Consiglio, per il tramite di Difegabinetto, la situazione annuale dei programmi di coproduzione internazionale, evidenziando le Società italiane interessate ed i Paesi partecipanti. Attualmente sono attivi venticinque programmi;

–          resa di pareri. Il Segretariato Generale, esprime e invia all’Unità organizzativa responsabile (UOR) in ambito dicastero Difesa pareri di carattere tecnico in relazione agli iter autorizzativi e di rilascio del nulla osta del Ministero della Difesa, a supporto dell’Autorità o Organo decidente rappresentata dall’UAMA, collocata presso il Maeci. Tali pareri redatti sulla base delle informazioni acquisite dalle Direzioni Tecniche competenti, poste alle mie dipendenze, sono focalizzati su profili di specifica competenza dell’Area tecnico-aAmministrativa, tra i quali sono da evidenziare le valutazioni del possibile impatto del flusso verso i paesi importatori in termini di cessione di tecnologia e tipologia di sistemi d’arma per i vantaggi tecnologici che possono derivarne.

In merito a quest’ultimo aspetto, cioè alla valutazione dell’impatto tecnologico relativo a cessione di know how, nel caso in cui dalle valutazioni delle operazioni di export emergano profili di strategicità, che possano ricadere nell’ambito dell’applicazione del Golden Power, l’operazione andrà sottoposta anche all’iter autorizzativo previsto dalla citata normativa ai fini dell’eventuale esercizio dei poteri speciali da parte del Governo.

Ciò per limitare il più possibile la cessione di tecnologie  e know-how e al contempo vigilare sulle cessioni di rami di operatività aziendale e tecnologia, che potrebbero, nel tempo, anche portare alla formazione di nuovi concorrenti nel mercato internazionale proprio in quei bacini di “clientela” verso i quali negli ultimi anni il Sistema Italia ha strategicamente traguardato. In questo senso, il Segretariato Generale della Difesa/DNA, a valle di una riflessione congiunta operata con UAMA, provvede fornire un parere, al fine di consentire il successivo interessamento del Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei ministri (DICA), a fornire i pareri di competenza.

II PARTE

ACCORDI GOVERNMENT TO GOVERNMENT (GtoG)

Quadro giuridico

Passerei ora a parlare espressamente degli accordi GtoG. Al riguardo, voglio premettere che l’attività di procurement militare può avvenire attraverso due principali modalità: tra imprese private e Stato estero, la cosiddetta Business to Government (BtoG) o nel quadro della cooperazione Government to Government, cosiddetta «GtoG», che consente la vendita di beni e servizi da Stato a Stato, senza la presenza di intermediari commerciali.

Nel contesto internazionale, nell’ambito del settore della Difesa e Sicurezza, la cooperazione “GtoG” è sempre più richiesta da parte dei Paesi potenziali acquirenti ed è utilizzata per l’implicita garanzia politica in termini di stabilità di relazione, semplificazione gestionale e assenza di intermediari commerciali, con potenziali vantaggi per tutti gli attori interessati, ovvero Stato acquirente, Stato fornitore e industria nazionale. Gli accordi GtoG non si limitano, infatti, alla fornitura di materiali di armamento, ma mirano a creare una rete di relazioni tra Stati anche nell’ambito della formazione, manutenzione e logistica connessi alle forniture e hanno, quindi, non solo una valenza di politica industriale per promuovere l’export del settore, ma soprattutto una valenza politica nelle relazioni internazionali, consentendo di consolidare partnership e cooperazioni strategiche.

L’attività GtoG, svolta dallo Stato italiano nei confronti di altri Stati in materia di fornitura di materiali di armamento, è stata disciplinata nel nostro Paese per la prima volta nel 2013. Con il decreto-legge per il rilancio dell’economia (D.l. n. 69/2013) è stato inserito, nel Codice dell’ordinamento militare, l’art. 537-ter rubricato “Cooperazione con altri Stati per i materiali di armamento prodotti dall’industria nazionale”. Il citato articolo ha subito nel tempo varie modifiche. L’attuale formulazione dell’articolo 537-ter prevede la possibilità, per il Ministero della Difesa, d’intesa con il Maeci e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), di svolgere, nel rispetto della normativa nazionale sull’esportazione dei sistemi d’arma (legge 185/90), attività contrattuale finalizzata al soddisfacimento di esigenze acquisitive di materiali di armamento prodotti dall’industria nazionale, anche in uso alle Forze Armate, da parte di Stati esteri con cui sussistono accordi di cooperazione o di reciproca assistenza tecnico-militare.

Tale attività contrattuale viene svolta dal Ministero della Difesa tramite articolazioni del Segretariato Generale della Difesa/DNA, senza assunzione di garanzie di natura finanziaria verso lo Stato richiedente e verso l’industria produttrice. È previsto, peraltro, il rimborso, da parte dello Stato estero richiedente supporto, dei costi sostenuti dalle varie articolazioni del Dicastero, nonché l’eventuale pagamento delle cosiddette royalties.

RICORSO AL GtoG

Riassumendo, il ricorso al GtoG è sempre assoggettato alle seguenti condizioni, quali:

–          richiesta da parte dello Stato estero;

–          rispetto dei principi, delle norme e delle procedure in materia di esportazione, importazione e transito di materiali di armamento previsti dalla L. 185/90;

–          sussistenza di accordi intergovernativi di cooperazione o di reciproca assistenza tecnico-militare tra lo Stato italiano e lo Stato estero;

–          sottoscrizione di un’intesa tecnica che definisca nel dettaglio le condizioni dell’operazione;

–          che l’attività di supporto tecnico-amministrativo deve riguardare materiale di armamento prodotto dall’industria nazionale.

Pertanto, i Paesi acquirenti, nel decidere per quale offerta propendere, oltre che guardare alla qualità dei prodotti, prendono in considerazione anche aspetti ulteriori come la presenza di garanzie governative sulla conduzione del contratto, la possibilità di ricevere supporto di vario tipo, [ad esempio in termini di logistica, addestramento e manutenzione su un orizzonte temporale di medio-lungo termine] che un contratto Business-to-Government non riesce sempre a garantire.

Tuttavia, ritengo doveroso evidenziare che, pur in presenza di cooperazione o di reciproca assistenza militare nel campo degli armamenti, gli stati esteri possono naturalmente decidere di individuare una procurement strategy improntata a principi di competitività, ricorrendo al mercato attraverso gare internazionali o pubblicità mirata, ad esempio mediante richieste di informazioni (Request For Information) o richieste di offerta (Request For Quotation), per avviare un dialogo a livello tecnico e selezionare i potenziali offerenti in grado soddisfare al meglio le loro esigenze operative. Una volta individuato un sistema di armamento prodotto dall’industria nazionale come il più rispondente ai propri requisiti operativi, lo stato estero, in base agli accordi predetti, potrebbe anche decidere di ricorrere alla cooperazione GtoG.

PUNTO DI SITUAZIONE SULLE INIZIATIVE GtoG IN ATTO

Austria

Per quanto attiene alle iniziative GtoG in atto, a settembre 2020, il Ministero della Difesa austriaco ha ufficializzato la scelta dell’Italia quale Paese con cui avviare una cooperazione nel settore dell’ala rotante, confermando la decisione di aderire al programma nazionale LUH AW169MA [multiruolo avanzato], per la sostituzione della linea elicotteri Alouette, che l’anno prossimo raggiungerà i limiti della vita operativa. Il programma prevede l’acquisizione di diciotto macchine per uno stanziamento di circa 350 milioni di euro, di cui, approssimativamente, due terzi saranno dedicati all’acquisizione degli aeromobili e un terzo all’addestramento, la logistica e l’adeguamento infrastrutturale. Il 2 dicembre 2021 i rispettivi ministri della Difesa hanno firmato a Roma una dichiarazione congiunta Governo-Governo; tale documento preliminare ha avviato la fase di implementazione dell’intesa, che ha portato alla sottoscrizione dell’accordo tecnico e contrattuale tra gli enti delegati dei due ministeri della Difesa (Procurement Agreement) il 20 dicembre 2021. Il 12 gennaio scorso, è stato firmato il contratto di acquisizione (Acquisition Contract) tra la Direzione degli Armamenti Aeronautici del Segretariato e Leonardo Divisione Elicotteri, per consentire la consegna del primo elicottero all’Austria all’inizio di dicembre prossimo.

Slovenia

Allo stato attuale, nell’ambito delle attività GtoG, il Segretariato Generale ha inoltre avviato, su mandato del Ministro, un dialogo con la controparte slovena finalizzato all’acquisizione di una capacità nel settore del trasporto aerotattico su velivolo C27J. Il 17 novembre scorso, i ministri della Difesa italiano e sloveno, a valle di un periodo di negoziazione tra le parti, hanno firmato il relativo Implementing Arrangement. La firma del contratto con l’Industria è avvenuta in data 30 marzo u.s., dopo la firma contestuale della lettera di mandato da parte slovena (durata del mandato quaranta mesi). Il volume complessivo dell’iniziativa è pari a 58 milioni di euro per la fornitura di un aereo da trasporto tattico C-27J, supporto addestrativo per un periodo massimo di trentadue mesi, servizi logistici/manutentivi (per due anni) e servizio per la continuità dell’aero-navigabilità. Per quanto attiene alle prospettive per future iniziative in ambito GtoG, il Segretariato Generale ha già avviato ulteriori attività con vari Paesi.

Austria

In considerazione dei risultati conseguiti con la prima iniziativa nel settore dell’ala rotante e soprattutto per il clima di fiducia e conoscenza reciproca instauratasi, l’Austria ha chiesto di allargare la cooperazione nel settore elicotteri, prevedendo ulteriori macchine a favore del Ministero degli Interni e nell’ambito della cooperazione ad ulteriori settori quali:

–          Difesa Aerea, con un Programma di Ammodernamento/Addestramento e Supporto su Eurofighter F-2000;

–          sistemi a pilotaggio remoto, con l’acquisizione di sistemi di livello tattico/operativo;

–          sorveglianza, con un programma di Ammodernamento del Sistema di Sorveglianza/Difesa aerea;

aaddestramento al volo, con l’adesione al programma International Flight Training School (IFTS) e acquisizione dell’addestratore Jet M-345 di Leonardo SpA.

Slovenia

Grazie alle ottime relazioni con la controparte slovena, è stata proposta la possibilità di prendere in considerazione la partecipazione al programma di cooperazione nel settore dell’ala rotante, già avviato con l’Austria, sullo stesso elicottero comune Augusta Westland AW-169, mettendo in evidenza come il lavoro di coordinamento tra le amministrazioni, già effettuato per il programma su C-27J, consentirebbe di poter avviare il programma in maniera molto semplice con un significativo guadagno di tempo e di risorse. Questa possibilità sarà poi oggetto di approfondimenti nel corso del prossimo semestre.

Romania

Il Segretariato Generale della Difesa/DNA ha avviato da tempo un dialogo con la Romania, offrendo la possibilità di partecipare a un programma per le comunicazioni satellitari. Dopo una serie di incontri tecnici iniziati nel 2020 e di visite effettuate presso le infrastrutture chiave dell’Industria e delle Forze armate, ci si attende a breve la conferma della partecipazione rumena al citato programma.

Bulgaria

Con la Bulgaria sono stati avviati tavoli tecnici finalizzati all’avvio di un programma di acquisizione di un pacchetto completo a supporto di due unità navali da dismettere e cedere, per il tramite dell’Industria, alla controparte bulgara.

Slovacchia

Inoltre, su espressa richiesta da parte slovacca, è stato intrapreso un dialogo per valutare la possibilità di una cooperazione GtoG nel settore dell’addestramento al volo su Jet. Il programma prevede un pacchetto che dovrebbe associare, ai servizi di addestramento al volo presso l’International Flight Training School di Galatina, il procurement di n. 10 aerei da addestramento M-345/M-346. Al momento il dialogo è stato temporaneamente sospeso per fare fronte alle attività di allerta connesse con la crisi in Ucraina.

Brasile

La gara per l’acquisizione di veicoli blindati terrestri per l’Esercito brasiliano prevede l’approvvigionamento di un veicolo 8×8 da scegliere tra quelli già disponibili sul mercato. A tal riguardo, nel marzo 2021 è stata emessa una Request For Information (RFI), cui il Consorzio Iveco – Otomelara (CIO) ha risposto con una proposta basata su una variante del blindo Centauro 2. In tale quadro vi sono state recenti aperture che potrebbero portare ad una richiesta di attivazione di acquisizione con modalità GtoG.

Argentina

Nell’ambito della gara per acquisire elicotteri da imbarcare sulle proprie Unità Navali, il Comando della Aviazione Navale argentina ha individuato tra i possibili velivoli l’AW 109SP prodotto da Leonardo. In tale quadro, il Ministro della Difesa argentino ha espresso la possibilità di una procedura GtoG, ancorché la soluzione italiana non sia stata ancora stata identificata come unica opzione, condizione necessaria per l’implementazione di detta procedura.

III PARTE

Sempre in tema di prospettive di export, desidero illustrare sinteticamente le principali opportunità di business per l’industria nazionale della Difesa, dal punto di vista del Segretariato Generale della Difesa/DNA. Partendo dall’Europa mi soffermerò solo sulle principali iniziative, per ragioni di tempo.

Europa

–          [Francia] quale attività discendente del recente accordo del Quirinale, è in fase di definizione con la controparte francese la stesura di una capability road map che includerà i principali settori di cooperazione spaziale e navale;

–          [Svezia] le attività, a guida UK, per la realizzazione di un velivolo di VI generazione, si sono intensificate alla luce della partecipazione al programma Tempest. Tale cooperazione potrebbe estendersi ad altri settori, quale ad esempio quello dell’ara rotante;

–          [Svizzera] con la Svizzera la cooperazione principale si sviluppa nel settore aeronautico, con l’adesione al programma F-35, che vedrà l’assemblaggio di 24 velivoli su 36 totali e le relative attività manutentive assegnate alla FACO di Cameri;

–          [Norvegia] anche con la Norvegia la cooperazione principale sarà nel settore aeronautico, con la partecipazione al programma Joint Strike Fighter e la scelta di effettuare le attività di manutenzione presso la FACO di Cameri.

Medio Oriente

–          [Qatar]: le eccellenti relazioni bilaterali con il Qatar hanno portato a sviluppare la cooperazione con il Paese in ogni dominio della Difesa. In particolare voglio evidenziare la cooperazione nel settore navale, con la realizzazione del programma di ammodernamento della Marina e il supporto logistico e formativo in collaborazione con la Marina militare italiana, e in quello terrestre tramite la possibile realizzazione di piattaforme anfibie Superav 8×8 e la produzione in loco di armi portatili;

–          [Israele] In negoziazione un accordo GtoG per l’acquisizione da parte italiana di 2 aerei Gulfstream G550 (CAEW) in configurazione Airborne Intelligence Surveillance, Reconnaissance and Electronic Warfare, (AISREW) che potrebbe portare all’acquisizione da parte israeliana di ulteriori velivoli da addestramento M-346 a compensazione dei 2 CAEW acquisiti dall’Italia.

Asia

–          [Pakistan] con il Pakistan la cooperazione principale si sviluppa nel settore navale (radar di sorveglianza costieri, mini sottomarini, siluri e missili) e nel settore terrestre con l’avvio di una linea di produzione locale di armi portatili;

–          [Indonesia]: con l’Indonesia le principali opportunità sono nel settore navale con l’adesione al programma Indonesian Future Frigate (nr 6 fregate FREMM e nr. 2 fregate classe. Maestrale) e l’opportunità di fornitura di siluri. Tale cooperazione potrebbe estendersi anche al Settore della Difesa aerea;

–          [Giappone] anche con il Giappone la cooperazione principale si sviluppa nel settore navale con l’adesione al programma delle Fregate giapponesi per il mercato export che vedrà la fornitura dei sistemi di equipaggiamento navali dell’industria nazionale.

Continente americano

–          [Stati Uniti] gli Usa costituiscono uno dei principali partner strategici sia per quanto riguarda lo sviluppo di programmi di cooperazione sia quale mercato per l’export dell’industria nazionale per la Difesa, che è presente sul territorio americano con proprie succursali o società controllate. Particolarmente significativa è risultata la recente acquisizione degli elicotteri di addestramento AW119 Tracker per la US Navy e degli elicotteri multiruolo AW 139 per la US Air Force, in sostituzione degli UH-1. I principali settori di interesse per future opportunità di cooperazione sono lo sviluppo delle capacità Next Generation nel campo dell’ala rotante, il veicolo da combattimento anfibio (ACV) e le Littoral Combat Ships (LCS);

–          [Brasile] oltre all’acquisizione del veicolo blindato 8×8 per le unità di Cavalleria, di cui ho già accennato quale possibile GtoG, il Brasile ha espresso interesse per essere federato nella costellazione Cosmo SkyMed e più in generale a cooperare sui sistemi satellitari di comunicazione. A più lungo termine potrebbe esistere un interesse per il velivolo M346 (inclusa la formazione dei propri piloti presso la Scuola di Volo dell’Aeronautica militare di Galatina) e per l’elicottero A119 prodotti da Leonardo.

Africa

–          [Algeria] la cooperazione con l’Algeria si esprime principalmente nel Settore Aeronautico dove Leonardo ha costituito una Joint Venture con il Ministero della Difesa algerino che si occuperà dell’assemblaggio di cento elicotteri (AW169, AW139 e AW149) e della relativa commercializzazione (settantacinque per il mercato algerino e venticinque per export). La fase operativa si concretizzerà al soddisfacimento della stipula di un ordine tale da garantire la sostenibilità industriale dell’iniziativa per almeno due anni (ordine iniziale di sette elicotteri).

AEROSPAZIO E DIFESA: L’INDUSTRIA ITALIANA, FATTORI IN GIOCO

Al fine di sottolineare le dimensioni e l’importanza dei fattori in gioco nello specifico settore dell’export, ritengo opportuno richiamare alcuni dati relativi all’impatto che complessivamente l’industria italiana dell’aerospazio, della Difesa e della Sicurezza (AD&S) genera sulla nostra economia nazionale. Il settore, nel 2019, ultimo anno per il quale esiste un rilevamento consolidato, ha generato un fatturato di circa 16,0 miliardi di euro, che si traduce in 5 miliardi di valore aggiunto diretto e ha occupato oltre 50.000 addetti. Lungo l’intera filiera produttiva, questi dati hanno contribuito a generare 15 miliardi di euro di valore aggiunto nell’economia italiana, pari allo 0.9% del Pil, con un moltiplicatore pari a tre. L’occupazione complessiva sostenuta è risultata pari a circa 200.000 unità, con un moltiplicatore pari a quattro.

Gli indicatori disponibili ci dicono che l’andamento si mantiene positivo anche per gli anni successivi ed è in linea con quello che si registra a livello globale. I dati a cui ho fatto riferimento sono stati tratti dallo studio “Il sistema industriale dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza: le sfide per il sistema Paese”. Tale studio, realizzato dalla società Prometeia per analizzare e valutare i contributi che derivano all’economia del Paese dalle attività delle principali imprese del comparto dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, è stato illustrato, alla presenza dei Capi di Forza Armata e degli esponenti dell’Industria della Difesa, proprio presso la sede del Segretariato Generale della Difesa, il 15 dicembre dello scorso anno.

VOLUMI DELLE VENDITE DI ARMAMENTI NEL MONDO

Per completezza di trattazione, ritengo opportuno fare un cenno ai dati pubblicati dal noto Istituto di ricerca internazionale Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), secondo il quale il volume delle vendite internazionali di armamenti è cresciuto costantemente dal 2003 al 2017.  Nel periodo 2018-2019, si è verificata una contrazione pari a circa il 14% nell’export; contrazione che si è acuita nel 2020 raggiungendo un picco negativo del 25,7% rispetto al 2017. Solo nel 2021 si è invece assistito a una parziale ripresa, quando, comunque, le esportazioni si sono attestate su un livello inferiore del 19,6% rispetto al 2017. In tale contesto, i cinque paesi maggiori esportatori nel periodo 2017-2021 sono stati Usa, Russia, Francia, Cina e Germania, che nel complesso hanno coperto il 77% del mercato mondiale.

L’Italia, il cui export nel periodo di riferimento ha pesato per il 3,13% sul totale mondiale, si è collocata al 6° posto davanti a Regno Unito, Corea, Spagna e Israele. Nello stesso periodo (2017-2021), i cinque paesi maggiori importatori mondiali sono stati India, Arabia Saudita, Egitto, Australia e Cina, che insieme hanno assorbito il 38% dell’intero mercato globale. L’Italia, i cui tre maggiori fornitori sono stati Usa, Germania ed Israele, è risultata al ventiduesimo posto con l’1,2% del totale delle importazioni su scala globale. In questo contesto, assumono particolare rilievo le iniziative e gli strumenti che i maggiori Paesi esportatori riescono a mettere in campo per sostenere le rispettive industrie nazionali della Difesa.

CONCLUSIONI

Ciò detto, mi avvio alle conclusioni. Parallelamente all’attività di sostegno alle iniziative industriali nazionali, il Segretariato Generale della Difesa/DNA persegue lo scopo di contribuire allo sviluppo della politica industriale della Difesa e di cooperazione militare con paesi alleati e partner quale strumento per ricercare e stabilire i rapporti internazionali. Il Segretariato Generale della Difesa/DNA mantiene e rafforza le relazioni internazionali nel quadro di una coordinata e proattiva azione di supporto dell’industria nazionale del comparto Difesa e Aerospazio, che costituisce elemento strategico imprescindibile per l’autonomia strategica del nostro Paese. Sul piano della cooperazione bilaterale, sono privilegiate le relazioni con i Paesi che, rispondendo a criteri di opportunità economica e geostrategica, sono ritenuti di particolare interesse, come ho già indicato precedentemente.

Il Segretariato svolge quindi il suo compito di supporto all’export applicando la normativa di settore nel modo più corretto e puntuale, per gli aspetti di propria competenza. Abbiamo visto che le norme (Legge 185/90, Regolamento di attuazione e GtoG) sono molteplici, ma nello stesso tempo rigorose per quanto concerne i controlli e le garanzie di trasparenza delle operazioni. Si tratta di un equilibrio dinamico in cui le regole della concorrenza tecnico-economica convivono con normative e prassi guidate da un più generale approccio politico-strategico, che guarda alla sicurezza nazionale, alla sovranità tecnologica e operativa, alle alleanze bilaterali e multilaterali, al contesto di sicurezza locale, regionale e globale e, infine, al diritto internazionale. Operare per il raggiungimento di questi obiettivi significa contribuire a preservare un certo grado di autonomia strategica del nostro Paese nel contesto internazionale.

Ma prima di concludere il mio intervento, permettetemi di aggiungere un’ultima considerazione. Di fronte al protagonismo di Paesi apertamente in competizione con l’Occidente, appare opportuno evidenziare che il tema dell’export, a cui si aggiunge quello della ricerca tecnologica, trovano in ambito Difesa un comune denominatore, che può essere rappresentato dall’esigenza di mantenere e proteggere il vantaggio tecnologico acquisito (Vds. la Direttiva per la politica industriale della Difesa, emanata dal Ministro Guerini nel 2021). Ciò significa, a mio parere, che se è importante controllare i prodotti finiti, lo è ancor di più preservare e accrescere il know how e le capacità di progettazione e produzione di sistemi ad altissimo contenuto tecnologico, sulle quali si fonda la supremazia tecnologica (quello che i colleghi anglosassoni chiamano technological overmatch) nei confronti dei Paesi competitors strategici sullo scacchiere internazionale.

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