TERRORISMO, Israele. Cinque morti a Bnei Brak: a sparare un palestinese giunto dalla Cisgiordania

Pesante bilancio di vittime: dieci in una settimana. Gli assassini hanno colpito nei giorni a cavallo del vertice internazionale di Sde Boker, nel Negev, al quale hanno preso parte, oltre a israeliani e americani, anche numerosi ministri degli esteri di Stati arabi. Ventilata anche la possibile sottovalutazione del fenomeno ISIS da parte dei servizi di sicurezza dello Stato ebraico

Dopo Be’er Sheva e Hadera a essere colpito è stato oggi nei quartieri di Tel Aviv di Ramat Gan e Bnei Brak, quest’ultimo popolato in prevalenza da ebrei ortodossi (haredim), dove un uomo giunto sul posto in motocicletta ha aperto il fuoco con un arma automatica contro i passanti. Quattro persone sono morte sul colpo, mentre un’altra, gravemente ferita, è deceduta poco dopo in ospedale.

ISRAELE SOTTO ATTACCO

Gli attacchi di questo pomeriggio viene perpetrato a seguito di altre due azioni criminali compiute da cittadini israeliani di etnia araba ritenuti possibili affiliati allo Stato Islamico (Islamic State, IS). Dieci vittime in una settimana, con i terroristi che hanno colpito nei giorni a cavallo del vertice internazionale di Sde Boker, che ha avuto  luogo nel Negev domenica e lunedì, al quale hanno preso parte, oltre agli israeliani e agli americani, anche numerosi ministri degli esteri di Stati arabi. La strage di oggi, qualora dovesse venire attribuita anch’essa agli epigoni del sedicente califfato, rinviene tuttavia il suo mortifero humus nel sentimento anti-ebraico diffuso tra i palestinesi che rifiutano l’esistenza dello Stato di Israele, con Hamas e Jihad Islamica palestinese che hanno plaudito a queste stragi.

LO STRAGISTA È VENUTO DALLA CISGIORDANIA

A seguito di quest’ultima strage il primo ministro Naftali Bennett ha convocato per stasera alle dieci (le nove in Italia) un vertice delle autorità di sicurezza al quale parteciperanno il ministro della difesa Benny Gantz, quello dell’interno Omer Barlev, il capo di stato maggiore delle forze armate (IDF) Aviv Kohavi, il direttore dello Shin Bet (servizio segreto interno) Ronen Bar, il capo della polizia Kobi Shabtai, oltre ad altri funzionari appartenenti a diversi servizi di sicurezza.

Riguardo al responsabile dell’attacco di oggi si sospetta che sia un giovane palestinese del villaggio di Yabed, nella Cisgiordania settentrionale, si tratterebbe di Diaa Hamarsheh, in seguito colpito dal fuoco della Sicurezza israeliana. Egli per portare a termine la strage potrebbe aver ricevuto il sostegno di fiancheggiatori presenti nel territorio dello Stato ebraico.

SOTTOVALUTAZIONE DI ISLAMIC STATE

In Israele la minaccia rappresentata da Islamic State e la conseguente possibilità che essi potessero porre in essere azioni terroristiche potrebbe essere stata sottovaluta da parte delle autorità di sicurezza dello Stato ebraico. Questa recrudescenza di azioni armate attribuita ad affiliati (o simpatizzanti) della formazione radicale islamista che nel Paese conterebbe poche decine di elementi, avviene in una fase nella quale, almeno da un mese, l’attività di comunicazione di IS si è notevolmente ridotta, aspetto che viene ricondotto all’impegno della struttura nella particolare e impegnativa preparazione della campagna globale in funzione della raccolta del massimo consenso per il «nuovo califfo».

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