GERMANIA, punto della situazione. Il resoconto aggiornato tratto dalla newsletter della Konrad-Adenauer-Stiftung Italia diretta da Nino Galetti

Guerra in Ucraina e crisi energetica; Unione europea; crimini di guerra russi; media e imprese tedesche abbandonano la Federazione Russa; nomina Weber a presidenza PPE; indagine su estrema destra tedesca

A Berlino cresce l’allarme dopo le minacce di Putin di chiudere il gasdotto del Mar Baltico “Nord Stream 1”. Il tema delle forniture energetiche, che preoccupa tanto l’Italia quanto la Germania, investe l’intera Europa. Un team di esperti tedeschi ha chiesto all’Unione Europea di acquistare volumi di gas al fine di ridurre l’aumento dei costi.

Anche la magistratura della Repubblica federale tedesca indaga sui crimini di guerra compiuti dai militari russi in Ucraina. Il ministro della Giustizia Marco Buschmann ha confermato la piena collaborazione tra i dicasteri della giustizia europei.

Dopo la RAI, anche le due principali emittenti tedesche pubbliche (ARD e ZDF) sospendono per il momento le loro trasmissioni dalla Federazione Russa, mentre molte imprese tedesche, come ad esempio il gruppo Volkswagen, hanno deciso interrompere la produzione lasciando quel paese.

L’Istituto tedesco per la ricerca economica prevede che la Russia dichiarerà presto l’insolvenza sovrana e quindi il default totale.

GUERRA IN UCRAINA E ALLARME GAS A BERLINO

I tedeschi sono destinati nel futuro a rimanere al freddo? Dopo le minacce di Putin di chiudere il gasdotto del Mar Baltico “Nord Stream 1”, a Berlino cresce l’allarme. Il Ministro dell’Economia e del cambiamento climatico Robert Habeck (Verdi) prospetta un inverno difficile se le catene di approvvigionamento di carbone o gas provenienti dalla Russia verranno tagliate. Nell’affrontare il tema delle forniture energetiche,  in Germania è emerso un dibattito sull’estensione della data di dismissione delle centrali nucleari ancora in attività. Possibilità prontamente declinata dal ministro Habeck, che ha argomentato che: “un’estensione dell’operatività delle centrali non sarebbe una risposta sicura”.

La coalizione semaforo non è ancora riuscita a fornire risposte all’aumento vertiginoso dei prezzi alle pompe di benzina e a quello delle bollette elettriche. Per il Vicecancelliere Habeck, “la guerra rappresenta sempre un’incognita per il mercato” e “occorrerà verificare con gli altri dicasteri come affrontare l’aumento dei prezzi. La questione di un pacchetto di agevolazioni per i consumatori e di un freno al prezzo del carburante rimane comunque nell’agenda di governo”. Durante una visita del Primo ministro canadese Justin Trudeau a Berlino, il Cancelliere Olaf Scholz ha prospettato l’acquisto di idrogeno dal Canada per dare nuovo slancio e accelerare la conversione verso energie rinnovabili.

UNIONE EUROPEA E CRISI ENERGETICA

La Germania può fare a meno del gas naturale russo? Un team di esperti dell’Accademia nazionale delle scienze Leopoldina si è interrogato al riguardo. Contrariamente ai timori, considera un blocco della fornitura di gas naturale proveniente dalla Russia gestibile sul piano economico nel breve periodo. Secondo il loro parere: «Nel prossimo inverno potrebbero presentarsi impasse nelle forniture. Per limitare l’impatto negativo nella società, vi sarebbe la possibilità di attuare un pacchetto di misure immediate».

I consulenti del governo ritengono che lo Stato abbia l’obbligo di veicolare il mercato liberalizzato del gas in modo tale che non siano le aziende ad acquistarlo, ma sia la stessa Unione Europea a fungere da acquirente unico, in grado di agire in un’ottica coordinata e vincolante sul mercato del gas, esigendo se necessario la creazione di riserve di gas dagli importatori privati. Anche l’Italia aveva avanzato simili proposte volte alla delega alla Commissione europea dell’acquisto di gas all’ingrosso per l’Europa.

ARMATA RUSSA, CRIMINI DI GUERRA: INDAGINI IN GERMANIA

Il Procuratore generale di Karlsruhe ha avviato le indagini sui crimini di guerra condotti dai russi in Ucraina e anche la magistratura tedesca fa il suo ingresso ufficiale su queste indagini. L’autorità sarebbe infatti a conoscenza di crimini già commessi. Il ministro della Giustizia Marco Buschmann (FDP) ha confermato l’avvio delle indagini strutturali, che non sono rivolte contro una persona specifica, ma a garantire il consolidamento degli elementi di prova, utilizzabili in futuro per procedimenti penali contro singoli individui.

Il ministro Buschmann ha affermato che: «Le possibili violazioni del diritto penale internazionale verranno perseguite con fermezza», sottolineando come la collaborazione tra i ministri della giustizia europei seguirà uno stretto coordinamento. «Raccoglieremo e assicureremo tutti gli elementi di prova dei crimini di guerra» e, descrivendo la guerra in Ucraina, «della cui escalation solo Putin è responsabile», come una «grave violazione del diritto internazionale che non trova alcuna giustificazione».

I MEDIA TEDESCHI ABBANDONANO LA RUSSIA

Anche le due principali emittenti tedesche, ARD e ZDF, sospendono per il momento le loro trasmissioni dalla Russia, unendosi alla decisione assunta dalle altre emittenti pubbliche occidentali, come la RAI. La decisione arriva all’indomani della nuova legge sulla censura del governo russo, che, secondo le stesse emittenti, «non permette più lo svolgimento di un lavoro corretto e obiettivo dal punto di vista giornalistico».

L’Associazione dei giornalisti tedeschi (DJV) ha esortato tutti i professionisti dei mezzi di comunicazione ad abbandonare la Russia il prima possibile, dato che le “misure draconiane” annunciate da Mosca mettono a repentaglio la sicurezza personale e l’integrità fisica dei professionisti coinvolti. I siti web dei canali tedeschi e il sito web dell’emittente tedesca attiva a livello internazionale “Deutsche Welle” sono stati bloccati dalle autorità di censura russe già diversi giorni fa.

LE IMPRESE TEDESCHE ABBANDONANO LA RUSSIA

Che si tratti di grandi aziende o piccole e medie imprese, le aziende tedesche vantano tradizionalmente una presenza radicata in Russia. Ma la guerra di aggressione del presidente Vladimir Putin a scapito dell’Ucraina le sta costringendo a lasciare il Paese. Secondo le informazioni ufficiali, in Russia alla fine del 2020 erano registrati per la precisione 3.971 società e uffici di rappresentanza con capitale tedesco. Stima che (secondo quanto riportato dalla Commissione dell’Economia tedesca, OA) nei prossimi mesi sarà destinata a una drammatica contrazione.

La decisione del Gruppo Volkswagen di interrompere la produzione nel suo grande stabilimento in Russia ha rappresentato un segnale importante ed efficace. Ma non è soltanto l’industria manifatturiera a essere colpita. Anche i fornitori di servizi finanziari e le società di consulenza stanno abbandonando la Russia. I motivi non risiederebbero soltanto nell’immagine e nella convinzione politica, ma anche negli enormi problemi delle operazioni di pagamento limitate e nelle lacune logistiche delle catene di approvvigionamento. Effetti della guerra e delle sanzioni. L’Istituto tedesco per la ricerca economica, nel frattempo, prevede che la Russia dichiarerà presto l’insolvenza sovrana e quindi il default totale.

PRESIDENZA PPE: LA CSU NOMINA MANFRED WEBER

La dirigenza della CSU ha nominato all’unanimità Manfred Weber candidato ufficiale alla carica di Presidente del Partito popolare europeo (PPE). Anche il leader della CSU Markus Söder, conscio del «bivio in cui si trovano i partiti espressione del ceto medio in Europa», ha dichiarato «pieno sostegno» al capogruppo del PPE al Parlamento europeo, che aveva già annunciato la sua candidatura a settembre dello scorso anno.

La carica è al momento vacante perché l’anno scorso l’ex Presidente del PPE Donald Tusk è tornato ad essere leader dell’opposizione in Polonia. Weber, che vive in Baviera, dal 2014 è capogruppo del gruppo più numeroso all’interno del Parlamento europeo. Il suo obiettivo è mantenere questa funzione e unirla a quella di Presidente del PPE, cosa che rappresenterebbe una novità nella storia del Parlamento europeo. Le elezioni avranno luogo ad aprile.

ESTREMA DESTRA, AFD: UFFICIO PROTEZIONE DELLA COSTITUZIONE VIGILA

L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) in futuro avrà facoltà di classificare e monitorare il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) come «caso sospetto». La sentenza è stata emessa da un tribunale amministrativo che ha ritenuto che vi siano «elementi sufficienti per aspirazioni anticostituzionali all’interno del partito». La valutazione dell’Ufficio per la protezione della Costituzione (afferente ai servizi segreti interni della Germania) si basa nel suo complesso su una “visione globale irreprensibile”, ha affermato la camera.

A destare preoccupazioni sono soprattutto le attività dell’ala estremista del partito, volta a diffondere concetti neonazisti, insieme all’ala giovanile del partito, l’organizzazione radicale Junge Alternative (JA): l’obiettivo politico di entrambe è divulgare un concetto di popolo determinato dal punto di vista etnico, che mira alla preservazione del patrimonio etnico del popolo tedesco e all’esclusione dell’elemento «straniero». Tale pensiero contraddice il concetto di popolo iscritto nella Grundgesetz, la Legge fondamentale della Germania.

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