Tra gli effetti della sanguinosa guerra di aggressione di Putin all’Ucraina c’è anche quello del blocco o, quantomeno, del rallentamento delle consegne di materiali d’armamento prodotti dalle aziende russe ai loro clienti nel mondo, tra i quali figura anche il gigante asiatico indiano.
CESSIONI DI ARMI ALL’INDIA: GLI EFFETTI DELLE SANZIONI
Come ha puntualmente riferito in un suo articolo pubblicato ieri Vivek Raghuvanshi, corrispondente indiano di “Defense News” (https://www.defensenews.com/global/asia-pacific/2022/03/02/india-braces-for-sanctions-on-russia-to-delay-weapons-programs-deliveries/), a New Delhi si sta cercando di prevenire l’impatto delle nuove sanzioni economiche imposte alla Russia da parte di Usa ed Europa riducendone il più possibile gli effetti. Infatti, l’embargo a Mosca, conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte dell’armata di Vladimir Putin, potrebbero ostacolare le forniture di armamenti e pezzi di ricambio di sistemi in uso alle forze armate indiane. Si tratta di un volume di affari non indifferente, poiché dagli anni Settanta New Delhi risulta essere il maggiore cliente di Mosca nel settore, con il 60% del totale di quelli posseduti e con buona parte dei programmi di produzione in corso che sono stati resi possibili da concessioni delle licenze da parte di Mosca.
NEW DELHI NELL’INCERTEZZA
Una situazione problematica, dunque, seppure a New Delhi si sottolinei come per il momento non vengano ravvisate complicanze immediate tali da menomare l’India sul piano della propria capacità difensiva, in quanto le sue forze armate disporrebbero di adeguate riserve di munizionamento e di pezzi di ricambio prodotti in Russia. Da Mosca giungono rapide le rassicurazioni: Rosoboronexport (l’agenzia russa per l’esportazione delle armi) per il momento tace, ma ad affermare che le forniture di materiali d’armamento all’India non verranno ritardate o interrotte hanno provveduto alcuni portavoce istituzionali. In ogni caso, a New Delhi si alimentano sempre più le incertezze ingenerate dall’avventura militare nella quale si è infilato il Cremlino.
OTTO MILIARDI DI TRANSAZIONI FINANZIARIE IN DOLLARI
I contratti relativi alle forniture di armamenti ammontano a otto miliardi di dollari, con transazioni finanziarie nominate in una loro buona parte in dollari, e soltanto una parte residuale governata dallo scambio rupia-rublo. Appaiono quindi oltremodo evidenti le difficoltà poste a transazioni del genere, un problematico sviluppo della situazione che induce oggi New Delhi a considerare, giocoforza, il ricorso a strumenti commerciali diversi da quelli finora normalmente utilizzati, quali il baratto di beni con i russi, finalizzato al ricevimento delle armi e dei pezzi di ricambio di cui lo strumento militare dell’Unione Indiana necessita.
PROGRAMMI MILITARI A RISCHIO
Adesso l’interrogativo che i responsabili della Difesa indiana si pongono con urgenza verte su quando le loro forze armate saranno davvero nelle condizioni di venire in possesso, ad esempio, di componenti di fondamentale importanza quali i sistemi missilistici antiaerei e antimissile S-400, le fregate stealth classe Grigorovich e i fucili d’assalto AK 203 in calibro 7,62×39 mm, senza parlare poi delle componenti di ricambio per sottomarini classe Kilo, dei velivoli da caccia MiG-29 e dei vari elicotteri da trasporto militare ordinati a Mosca, diecimila diversi tipi di materiali per un valore complessivo pari a cinquecento milioni di dollari all’anno.