UCRAINA, conflitto. Appello per la pace del Pontefice: «Dio sta con gli operatori di pace, guerra diabolica!»

Sua Santità si è espressa su questo grave tema stamane al termine dell'Angelus in Piazza San Pietro. Egli ha inteso rinnovare l’invito alla pace in vista della giornata di preghiera che avrà luogo il prossimo 2 marzo, durante la quale si chiederà ancora una volta che tacciano le armi

Città del Vaticano, 27 febbraio 2022 – «Dio sta con gli operatori di pace, mentre chi fa la guerra entra in una logica diabolica», queste le parole pronunziate dal Pontefice questa mattina al termine dell’Angelus in Piazza San Pietro. Egli ha dunque rinnovato l’appello per la pace in Ucraina, ribadendo che il 2 marzo avrà luogo una giornata di preghiera nella quale si chiederà ancora una volta che tacciano le armi.

ACCORATO APPELLO DEL PONTEFICE

«In questi giorni – ha affermato Papa Francesco – siamo statti sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada e non smettiamo di parlare, anzi: supplichiamo Dio più intensamente. Per questo rinnovo a tutti l’invito a fare del 2 marzo una giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Ucraina, una giornata per stare vicino alle sofferenze del popolo ucraino e dirci tutti fratelli e implorare a Dio per la fine della guerra».

«CHI FA LA GUERRA DIMENTICA L’UMANITÀ»

Sua santità ha quindi aggiunto che «chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio e si distanzia dalle gente comune che vuole la pace e che in ogni conflitto la gente comune è la prima vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra»

NON DIMENTICARE I CONFLITTI IN ATTO NEL MONDO

Bergoglio si è detto «straziato nel cuore» per quanto sta oggi accadendo in Ucraina e ha chiesto di non dimenticare le guerre in atto in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria e in Etiopia. Egli ha quindi inteso ribadire che «devono tacere le armi», poiché «Dio sta con gli operatori di pace e non con chi usa la violenza, perché chi ama la pace, come recita la Costituzione della Repubblica italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Condividi: