UCRAINA, conflitto. Conseguenze economiche della crisi per le imprese. D’Amico (ConfimpreseItalia): «Preoccupazione per la guerra: gravi contraccolpi per l’economia nazionale e il Made in Italy»

Secondo l’organizzazione imprenditoriale ormai non è più rinviabile l’apertura di un tavolo di concertazione permanente che veda la partecipazione di Istituzioni, associazioni d’impresa e sindacati, «anche perché – si sottolinea – la crisi a Kiev delineerà scenari economici drammatici, soprattutto in Italia

«Preoccupazione, sgomento, attenzione e partecipazione per quanto sta accadendo in Ucraina. Non si tratta solo di una gravissima violazione del diritto internazionale, ma di un colpo durissimo all’equilibrio del sistema globale, che, probabilmente non sarà più lo stesso», è quanto dichiarato in una nota stampa diffusa quest’oggi dal presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico.

EFFETTI NEGATIVI DEL CONFLITTO IN UCRAINA

L’esponente apicale dell’organizzazione di categoria ha quindi aggiunto che: «Già in queste ore lo stato dell’economia nazionale inizia a risentire dei colpi inferti dagli avvenimenti bellici in corso, con la bolletta energetica che si sta abbattendo con una forza devastante su imprese e famiglie. Malgrado gli sforzi del governo, la situazione, di ora in ora, diventa critica. La spinta della filiera energetica, porterà ad un’impennata dell’inflazione, che molti analisti leggono vicino al 6 per cento».

Ad avviso del presidente di ConfimpreseItalia questo provocherà un’inevitabile contrazione dei consumi «che penalizzerà i soliti noti, ovvero le piccole e medie imprese».

INEVITABILE CONTRAZIONE DEI CONSUMI

«Esisteva la speranza – ha proseguito D’Amico – di veder rifiorire in primavera il turismo e con la fine della pandemia, anche un salto in avanti, probabilmente a due cifre del sistema del turismo e dell’accoglienza, purtroppo non sarà così. I numeri lo dicono con spietata chiarezza, visto che le elaborazioni del nostro istituto di statistica evidenziano le condizioni di un paese che legge il futuro con incertezza». Secondo ConfimpreseItalia ormai non è più rinviabile l’apertura di un tavolo di concertazione permanente che veda la partecipazione di Istituzioni, associazioni d’impresa e sindacati, «anche perché – viene sottolineato – la guerra in Ucraina delineerà scenari economici drammatici, soprattutto in Italia.

SCENARI DRAMMATICI PER L’ECONOMIA ITALIANA

«Infatti – conclude D’Amico -, il Paese più di altri è destinato a pagare il prezzo della crisi. Va ricordato che già oggi le filiere horeca, dell’autotrasporto, dell’agricoltura e della pesca, oltre a gran parte dell’artigianato sono costrette a fronteggiare la crisi energetica, con la riduzione delle produzioni per evitare super-bollette, ormai difficili da onorare. ConfimpreseItalia chiede con forza all’esecutivo azioni di sostegno del sistema Italia, soprattutto delle Mpmi. Un pezzo dell’export, quello destinato alla Russia, è ormai saltato e tante piccole e medie imprese sono ormai fuori dal sistema, basti pensare che solo nel comparto artigiano e dell’agroalimentare si registreranno nei prossimi mesi perdite miliardarie. Tutto questo deve essere parte integrante e primaria dell’agenda politica ed economica del governo, poiché la ripresa che era appena iniziata non può andare perduta».

Condividi: