CINEMA, conflitti, memoria e diritti umani. Vita e difficile rinascita di un Paese rappresentate in “Bosnia Express”, l’ultimo film di Massimo d’Orzi

Non è un vero e proprio road movie, semmai assume le forme di un film di creazione, un suggestivo reportage nel quale la vita prevale sulla morte, che non indugia eccessivamente sulla memoria, semmai sul presente, che viene incarnato dalle donne, prime vittime della carneficina fisica e psicologica di quel conflitto divampato nel cuore dell’Europa

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Immagini intense, voci, suoni e musiche: tutto scorre apparentemente placido nell’ultimo film di Massimo d’Orzi. Si tratta di “Bosnia Express”, un viaggio nella ex Repubblica federata jugoslava a trent’anni dal conflitto fratricida che la dilaniò. Una narrazione a tratti in prima persona sulla base dell’opera dello scrittore Luca Leone, un viaggio attraverso i luoghi che vede il regista coinvolto personalmente, poiché egli vi è stato quando le ferite della guerra erano state appena aperte.

Una cruda denuncia della tragedia del conflitto osservata e ricordata attraverso gli occhi delle donne che ne furono vittime o che vissero da vicino quei lunghi mesi di assedio e di morte.

UN REPORTAGE NEL QUALE LA VITA PREVALE SULLA MORTE

Bosnia Express non è un vero e proprio road movie, semmai assume le forme di un film di creazione, un suggestivo reportage nel quale la vita prevale sulla morte, che non indugia eccessivamente sulla memoria, semmai sul presente, che viene incarnato dalle donne, prime vittime della carneficina fisica e psicologica di quel conflitto divampato nel cuore dell’Europa.

Un conflitto per il quale è allo stesso tempo difficile e semplice attribuire delle responsabilità che non siano direttamente ascrivibili ai criminali di guerra, agli artefici di una escalation sanguinosa frutto di una eterogenesi dei fini. In realtà il regista concentra il focus sulle religioni, sicuramente partecipi attraverso non pochi dei loro ministri di culto, che, cattolici, ortodossi o islamici che fossero, benedirono con egual veemenza i carri armati che partivano per il fronte.

VITTIME E CARNEFICI: DOVE SONO LE RESPONSABILITÀ?

Probabilmente le religioni funsero da mito e giustificazione esteriore di una guerra complessa e voluta per perseguire diversi così diversi tra loro al punto da risultare spesso collimanti. In questo senso Bosnia Express non fa sconti a nessuno, neppure a quella che qualcuno definì come la «Vergine strategica», che tanto utile tornò sul piano della propaganda a Franjo Tuđman e Gojko Šušak.

Tuttavia, da questo film non ci si devono attendere immagini forti, quei terrificanti filmati che la ex Jugoslavia in passato ci ha abituato a vedere, questo malgrado alcuni spezzoni di repertorio siano stati necessariamente inseriti nella scaletta.

COMPRENDERE LA COMPLESSITÀ DI QUELLA GUERRA

Il «linguaggio del montaggio» non ricerca una forma certa che ingabbi la narrazione, bensì cerca di restituire allo spettatore gli strumenti per comprendere la complessità di quella realtà evitando di farlo rimanere contorto in essa, mantenendolo sul presente con le radici, però, nel passato senza espedienti sensazionali.

In occasione di una delle due proiezioni del film, che ha avuto luogo il 15 e 16 febbraio scorsi presso il Cinema Farnese, storica sala cinematografica romana di Campo de’ Fiori, insidertrend.it ha incontrato l’autore e regista del film, Massimo d’Orzi, e Paola Traverso, che nella fase di post-produzione si è occupata del montaggio. 

A413 – CINEMA, CONFLITTO E MEMORIA: BOSNIA EXPRESS, la vita e la difficile rinascita del Paese balcanico a trent’anni dal conflitto che lo ha dilaniato rappresentate nell’ultimo film del regista toscano.
Bosnia Express non è un vero e proprio road movie, semmai assume le forme di un film di creazione, un suggestivo reportage nel quale la vita prevale sulla morte, che non indugia eccessivamente sulla memoria, semmai sul presente, che viene incarnato dalle donne, prime vittime della carneficina fisica e psicologica di quel conflitto divampato nel cuore dell’Europa. In occasione di una delle due proiezioni del film, che ha avuto luogo il 15 e 16 febbraio scorsi presso il Cinema Farnese, storica sala cinematografica romana di Campo de’ Fiori, insidertrend.it ha incontrato l’autore e regista del film, MASSIMO D’ORZI, e PAOLA TRAVERSO, che nella fase di post-produzione si è occupata del montaggio.
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