ARTE, fotografia. Reportage: Soviet Georgia, viaggio nell’architettura «brutalista» tra Europa ed Asia

Dal prossimo 20 gennaio al 4 marzo il Trieste Film Festival ospita ora venticinque scatti che compongono un articolato reportage testimonianza del patrimonio architettonico sovietico della Repubblica caucasica edificato dalla fine degli anni Sessanta a quella degli anni Ottanta. Un viaggio (quasi) fuori dal tempo che restituisce l’immagine del passato sovietico

A due anni di distanza tornano ospiti del Trieste Film Festival i fotografi d’architettura Roberto Conte e Stefano Perego. Nella continuazione del loro viaggio esplorativo nelle architetture brutaliste e moderniste dell’ex Unione sovietica. Dopo la mostra Modernistan, tenutasi al Mercato Coperto e dedicata all’architettura sovietica in Asia Centrale (tra gli eventi dell’edizione 2019 del Trieste Film Festival), il Trieste Film Festival ospita ora venticinque scatti che  compongono un articolato reportage che va a testimoniare il patrimonio architettonico sovietico della Georgia dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta. Un viaggio quasi fuori dal tempo che restituisce l’immagine di una Georgia del passato, quando era parte dell’Urss, nonché del presente, caratterizzato dalla lotta per l’identità.

UNA DIMENSIONE TRANSCONTINENTALE

L’eredità sovietica, nell’architettura, come nelle altre sfere del vivere quotidiano, evidenzia le peculiarità e i contrasti di uno Stato transcontinentale affacciato al Mar Nero che si adagia proprio sulla linea di demarcazione che convenzionalmente separa l’Europa dall’Asia.

Soviet Georgia è il titolo di questa nuova mostra curata da Massimo Premuda e ospitata per l’occasione alla DoubleRoom Arti Visive di Trieste, che intende restituire alcuni spaccati visivi e sociali delle principali città georgiane come Chiatura, Gori e Zestafoni, ritraendo i monumenti di Zhinvali e Marneuli e, infine, documentando la vita sociale della capitale Tbilisi, dai palazzi del potere a quelli della cultura e dell’educazione, dalle case popolari al suo cimitero.

L’ARCHITETTURA SIMBOLO ED ESPERIMENTO

La Georgia, che ha dato i natali a Josip Stalin appare oggi agli occhi dei fotografi come un paese in transizione tra un passato totalitario e un futuro incerto, con un’eredità architettonica dal taglio brutalista e modernista, costituita da edifici spesso riconvertiti. Un paesaggio urbano che caratterizza tutto il Paese: dai monumenti con figure umane esasperatamente espressioniste alla rudezza delle geometrie astratte del cemento a vista. L’architettura ancora una volta fu strumento privilegiato dal potere sovietico per esercitare l’ideologia, glorificando il sistema collettivista.

Tuttavia, vi furono anche tentativi di fondere stili architettonici diversi, come nel caso del palazzo dell’ex Ministero per la costruzione delle autostrade del 1975, un singolare progetto che tentò di mescolare diverse influenze architettoniche della tradizione georgiana, come i suoi caratteristici tetti, con le utopie dei metabolisti e i grattacieli orizzontali di El Lissitzky.

TORNANO GLI INCONTRI AL CAFFÈ SAN MARCO

Venerdì 21 gennaio alle ore 18:00 avrà luogo presso l’Antico Caffè San Marco l’evento Soviet Georgia: la modernità architettonica sovietica in Georgia, un incontro con i fotografi Roberto Conte e Stefano Perego, autori del reportage, che illustreranno il fenomeno della modernità architettonica sovietica nella sua declinazione georgiana, tra le più sorprendenti ed espressive di tutta l’ex Unione sovietica, mostrando numerose immagini di strutture spesso straordinarie, sopravvissute al sistema politico che le ha generate.

Soviet Georgia sarà quindi visitabile dal 20 gennaio al 4 marzo 2022, dal lunedì al venerdì dalle ore 17:00 alle ore 19:00, ma anche sabato 22 e domenica 23 dalle ore 17:00 alle ore 19:00 presso DoubleRoom Arti Visive, in via Canova n.9 a Trieste.

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