ESTERI, Trattato del Quirinale. Firmato a Roma da Draghi e Macron, dovrà rafforzare la cooperazione bilaterale

I pro e i contro di una intesa mantenuta fino alla fine segreta: ma, davvero conviene all’Italia? Sarà davvero il «nuovo motore dell’Europa» oppure prevarranno quelle che i detrattori definiscono «ombre oscure»? A insidertrend.it, di questo argomento e di quello relativo al «terzo pilastro» che adesso manca all’Europa (cioè un accordo bilaterale rafforzato tra Roma e Berlino) ne hanno discusso Edoardo Secchi (presidente del Club Italia Francia) e Francesco Tufarelli (direttore generale della Presidenza del Consiglio dei ministri nonché presidente del centro studi Parabola e del network Europolitica)

Con la firma in calce al testo da Emanuel Macron e da Mario Draghi, apposta stamane al Quirinale, il Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata tra Italia e Francia esce finalmente dalle nebbie del mistero nel quale era stato occultato fino a oggi. Conseguentemente, adesso se ne può discutere sulla base di una maggiore chiarezza, cercando di ponderarne gli aspetti ritenuti positivi e quelli invece negativi.

UN «NUOVO MOTORE» PER L’EUROPA

Cessata la segretezza su un testo che, per altro, ha subito modifiche fino a poco tempo prima di venire sottoposto alla firma dei due uomini di Stato, è possibile valutare se esso rappresenterà davvero un «nuovo motore» per l’Europa, come affermano i suoi fautori e sostenitori, oppure sarà destinato a veder prevalere quelle che i detrattori definiscono «ombre oscure». A cominciare dalle dinamiche interne europee, con la possibile sostanziale formazione di «nuclei duri formati da alleanze tra Paesi membri forti e l’implementazione di una Unione europea «a due velocità».

Quell’Europa più volte citata nel testo, seppure il suo Consiglio (europeo), laddove, almeno per ora, per alcune particolari e fondamentali materie è previsto il voto all’unanimità e non a maggioranza qualificata. Ebbene, nelle quattrodici pagine  di analisi e impegni assunti con l’Accordo, il Consiglio europeo viene citato soltanto una volta, nell’articolo 9; si è trattato di una umana disattenzione di chi quel testo ha scritto, oppure si deve pensare ad altro?

PRO E CONTRO DEL TRATTATO

I due esperti interpellati da insidertrend.it al riguardo sono ottimisti e si dicono convinti che si non si sia trattato neppure di una omissione. Con loro la testata online di informazione e approfondimento ha cercato di analizzare questo testo che si apre con un lungo preambolo e, di seguito, si compone di dodici articoli che investono praticamente l’intero scibile degli interessi dei quali i due Paesi firmatari sono portatori.

Ma, in concreto, quali sono i pro e i contro del Trattato del Quirinale? Chi sostiene che esso comporti una serie di vantaggi, argomenta questa sua convinzione affermando che con esso sarà maggiore il focus sul Mediterraneo e un po’ più a Sud si sposterà anche il baricentro strategico dell’Unione europea, mentre sarà più facile esercitare pressioni a Bruxelles e Strasburgo grazie alla formazione di un «asse anti-austerità».

ORIZZONTI E SCENARI

E ancora: l’Europa potrà conseguire con minore sforzo una sua autonomia strategica e, in virtù dell’introduzione di un meccanismo stabile di coordinamento italo-francese, anche a livello ministeriale, Roma e Parigi si interfacceranno meglio.

Nel corso del dibattito – del quale è possibile ascoltare la registrazione audio integrale su questo sito (A395) – sono stati ovviamente affrontati gli argomenti dei detrattori di questo trattato. Si tratta di coloro i quali affermano che esso farà scivolare l’Italia nella sfera d’influenza del capitalismo francese, e che intravedono orizzonti di incertezza politica per l’attuale inquilino dell’Eliseo (in Francia le elezioni presidenziali avranno luogo il prossimo anno). Tutto questo sulla scia dei tormentati rapporti intercorsi tra Parigi e Roma negli ultimi anni, almeno fino all’insediamento del Governo Conte 2.

A395 – TRATTATO DEL QUIRINALE: FIRMATO A ROMA DA MACRON E DRAGHI, dovrà rafforzare la cooperazione bilaterale tra Italia e Francia. I pro e i contro di una intesa mantenuta fino alla fine segreta: ma, davvero conviene all’Italia? Sarà davvero il «nuovo motore dell’Europa» oppure prevarranno quelle che i detrattori definiscono «ombre oscure»?
A insidertrend.it, di questo argomento e di quello relativo al «terzo pilastro» che adesso manca all’Europa (cioè un accordo bilaterale rafforzato tra Roma e Berlino) ne hanno discusso EDOARDO SECCHI (presidente del Club Italia Francia) e FRANCESCO TUFARELLI (direttore generale della Presidenza del Consiglio dei ministri nonché presidente del centro studi Parabola e del network Europolitica).
Con la firma in calce al testo da Emanuel Macron e da Mario Draghi, apposta stamane al Quirinale, il Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata tra Italia e Francia esce finalmente dalle nebbie del mistero nel quale era stato occultato fino a oggi. Conseguentemente, adesso se ne può discutere sulla base di una maggiore chiarezza, cercando di ponderarne gli aspetti ritenuti positivi e quelli invece negativi.
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