ECONOMIA, risparmio e crescita. La potenziale gigantesca risorsa per finanziare il sistema produttivo permane «congelata»

Da qualche tempo in Italia si registra un forte aumento dei depositi bancari, si tratta di circa 2.000 miliardi di euro; durante il periodo della pandemia il tasso di risparmio è schizzato al 15,6%, con la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane incrementata di 120 miliardi rispetto al 2019. Come è possibile, dunque, «scongelare» questa montagna di depositi al fine di alimentare la crescita economica del Paese?

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Se soltanto il 3% dell’ammontare dei risparmi privati depositati nelle banche (pari a oltre 2.000 miliardi di euro) venisse investito in strumenti finanziari a favore delle piccole e medie imprese si metterebbero in circolo cinquantacinque miliardi di euro, quindi il doppio della manovra di bilancio «espansiva» del Governo Draghi che il Parlamento si appresta a votare.

TRASFORMARE IL «RISPARMIO OZIOSO» IN «RISPARMIO DI SVILUPPO»

Risparmio e crescita costituiscono dunque uno dei paradossi dell’economia italiana,  dove questa montagna di denaro, malgrado esso sia liquido o ultraliquido, non riesce a essere «scongelata» al fine di venire successivamente indirizzata verso attività produttive che implementino la crescita del prodotto interno lordo nazionale.

Il punto è proprio questo: come trasformare il risparmio cosiddetto «ozioso» in risparmio che generi crescita e sviluppo? Un argomento di estremo interesse che è stato affrontato ieri sera nel corso della trasmissione “Le interviste di qualità”, a cura del Nuovo Giornale Nazionale, andata in onda su TGR canale 11, che è possibile rivedere su questo sito web.

NUOVO IMPULSO ALLA CRESCITA

Ospite della puntata dedicata al risparmio e agli investimenti, è stato Andrea Ferrari, presidente nazionale dell’Associazione italiana dottori commercialisti (AIDC), che, intervistato da Giuseppe Castellini, ha avanzato una proposta per favorire la crescita economica del Paese: concepire nuove misure che consentano alle imprese un più facile accesso alle fonti di finanziamento, superando così la fase caratterizzata da difficoltà determinata dalla pandemia. «Un’azione imprescindibile – ha affermato Ferrari – se si vuole dare nuovo impulso alla crescita italiana».

Egli ha quindi inteso evidenziare il ruolo cruciale della sua categoria professionale, i commercialisti, «in questa partita cruciale per il Paese», chiedendo contestualmente dei mutamenti di rotta e, financo, tracciando un quadro complessivo di quanto emerso sull’argomento durante il recente meeting nazionale dell’AIDC.

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