AFGHANISTAN, situazione. Tornano i talebani, ma sono sempre gli stessi

A seguito del ritiro della forza multinazionale di pace l’avanzata degli “studenti islamici” sul territorio del martoriato Paese centroasiatico è veloce. Il commento espresso dal generale Giorgio Battisti, che di ISAF fu comandante: «Il rischio è che venga vanificato tutto il lavoro fatto in precedenza»

«Tutto ciò era prevedibile, ma nessuno ha fatto nulla». Questo il commento espresso quest’oggi dal generale degli Alpini Giorgio Battisti nel corso di una sua dichiarazione resa all’agenzia stampa ADN Kronos.

L’ufficiale dell’Esercito italiano oggi in pensione, che in passato è stato il primo comandante del contingente inviato in Afghanistan nel quadro della missione ISAF, ha sottolineato come l’attuale situazione determinatasi nel martoriato Paese centroasiatico, che a seguito del ritiro delle forze multinazionali vede la rapida avanzata dei talebani, rischia di vanificare anni di lavoro e presenza dei nostri contingenti militari in quei luoghi.

«Sì, il rischio c’è – ha rimarcato Battisti -, stanno circolando diversi filmati e microfilmati nei quali si vede come i talebani stiano applicando nuovamente la sharia nei confronti delle donne e dei non osservanti i loro valori. Chi afferma che i talebani sono diventati dei moderati è consapevole di non dire la verità. Forse lo sembrano i capi, che devono mostrare un volto buono alle opinioni pubbliche internazionali, ma il movimento degli insorti è variegato».

LA STRATEGIA DEI TALEBANI

L’ufficiale ha quindi aggiunto che «purtroppo si sta avverando quello che io e altri hanno a cuore il futuro dell’Afghanistan temevamo, cioè che le forze di sicurezza afghane non sono ancora in grado di resistere autonomamente all’offensiva dei talebani, che, a differenza di venti anni fa, sono più organizzati e hanno la strategia di isolare il Paese dall’esterno, interrompendo le principali vie di comunicazione allo scopo di mettere sotto assedio le città».

Battisti aggiunge che c’è stato un repentino ritiro preannunciato dal presidente americano Joe Biden, «da aprile e maggio fino a settembre e ottobre c’è sempre stata l’offensiva degli insorti contro le forze governative, è sempre avvenuto perché approfittano del fatto che non c’è neve sui valichi montani e quindi la possibilità di movimento è maggiore».

Secondo l’ex comandante di ISAF tutto questo era prevedibile, tuttavia nessuno ha fatto nulla e ora si assiste allo sviluppo di questa situazione.

«Ora gli Stati Uniti hanno ripreso gli attacchi aerei per cercare di contenere l’avanzata – conclude Battisti -, ma bisognerà vedere se questo appoggio terminerà alla fine di agosto, quando dalle affermazioni del presidente americano, “l’ultimo soldato statunitense si ritirerà”. Sembrerebbe che ci sia qualche timida ripresa da parte delle forze governative afghane, ma ci sono stati anche errori interni del governo di Kabul, che non ha previsto questa situazione procedendo a una ridislocamento delle proprie forze in modo più opportuno».

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