ECONOMIA, emergenza coronavirus. Vaccinazioni e ripresa dell’economia: un legame diretto?

In Italia impazza la polemica sul «green pass», ma se si vorrà evitare il disastro economico sarà necessario garantire adeguati livelli di sicurezza collettiva che scongiurino un ennesimo blocco delle attività. Questo anche per consolidare la crescita registrata quest’anno (+5%), tasso che dovrebbe confermarsi anche nel 2022. Ma non basta, poiché il Paese dovrà porsi in una prospettiva di crescita solida, strutturata e permanente al fine di recuperare i precedenti venti anni di crescita zero. A “Capire per conoscere” ne hanno discusso Mario Baldassarri e Claudio Landi

Sulla falsariga di quanto deciso dal Governo francese e degli orientamenti dei tedeschi, anche Palazzo Chigi ha ritenuto lo strumento del «green pass» uno strumento importante. Ma, in Italia, andrebbe fatta chiarezza su una campagna demagogica priva di fondamento sulla libertà delle persone, poiché molti di coloro i quali si oppongono a questa misura affermano che verrebbe violata la libertà individuale. «Ma, da secoli nelle democrazie occidentali la libertà individuale è tale soltanto se non interferisce con la libertà collettiva».

È quanto ha affermato il professor Mario Baldassarri, già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del centro studi economia reale, durante il suo intervento nel corso della trasmissione “Capire per conoscere”, condotta dal giornalista Claudio Landi e andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale lo scorso lunedì 26 luglio.

SULL’OBBLIGATORIETÀ DEI VACCINI

All’eccezione sollevata da Landi, che citando John Stuart Mills ha corretto la deriva collettivista di Baldassarri, precisando che: «La libertà individuale di ogni singolo individuo termina dove ha inizio la libertà individuale di un altro individuo», Baldassarri ha quindi sottolineato come da decenni siano obbligatori dei vaccini che hanno consentito di debellare malattie un tempo mortali come vaiolo e poliomelite e «attualmente in Italia ci sono una decina di vaccinazioni obbligatorie, soprattutto per i bambini prima di andare a scuola».

«Se un individuo non vuole vaccinarsi è libero di non farlo – ha proseguito l’economista -, correrà lui dei rischi, però non sarà libero di infettare altre persone. Quindi, il green pass sarà come la patente per guidare l’automobile»

A SETTEMBRE LA «BOMBA A OROLOGERIA» DELLA SCUOLA

Ma, come applicare concretamente questa misura di prevenzione nello specifico contesto italiano?

«Ad esempio nei luoghi di lavoro dove i lavoratori si trovano a contatto con il pubblico, come nelle scuole, che riapriranno a settembre. Tra due mesi dovrà venire garantita la sicurezza dei trasporti a nove milioni di persone che quotidianamente si dovranno spostare per recarsi nei luoghi di studio e di lavoro, un aspetto di importanza fondamentale che, almeno per il momento, viene in parte trascurato. Questo mentre all’interno delle scuole si dovrà garantire che tutti gli insegnanti si siano vaccinati e, possibilmente, da una certa età in poi anche che tutti gli studenti lo siano. Perché la scuola, e lo abbiamo visto l’anno scorso, è una “bomba a orologeria”, e se si vorrà svolgere le lezioni in presenza lo si dovrà fare in sicurezza».

VERSO UNA SENSIBILE MODIFICA DELL’ORGANIZZAZIONE SOCIALE

Questo genere di misure andranno a modificare in maniera sensibile l’organizzazione sociale fino a oggi conosciuta, necessaria a una convivenza in condizioni di relativa normalità con il coronavirus, «organizzazione sociale che, tuttavia, verrebbe addirittura stravolta qualora ci si trovasse di fronte a una poderosa ondata epidemica nella stagione autunnale. In quel caso – ha commentato Baldassarri – le conseguenze dirette sulle attività economiche sarebbero devastanti».

In tale malaugurata ipotesi la popolazione italiana dovrà dunque prepararsi a una ennesima campagna di vaccinazione. «Al riguardo – ha ricordato Baldassarri – il generale Figliuolo ha confermato che entro luglio saremo al 60% di vaccinati ed entro settembre all’80 per cento».

SCONGIURARE IL BLOCCO DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE

Il green pass ridurrà inoltre lo stato di incertezza regnante nell’economia, infatti, sempre secondo Baldassarri, «l’obiettivo vero del green pass è proprio quello di evitare nuovi blocchi delle attività economiche, perché non possiamo assolutamente permettercelo un’altra volta. Noi stiamo avendo una buona ripresa, quest’anno cresceremo forse più del 5% e nel 2022 ancora intorno a questa cifra, con il risultato che in questo lasso di tempo avremo colmato la “voragine” apertasi con la pandemia». Ora questo tasso di crescita va consolidato, ma questa operazione potrebbe risultare problematica.

«Il punto è questo – ha quindi rimarcato il presidente del Centro studi economia reale -, perché dopo questo biennio di recupero il Paese non potrà tornare a tassi di crescita da prefisso telefonico per i prossimi anni fono al 2030. L’Italia dovrà evitare qualsiasi ricaduta nel blocco delle attività economiche e, soprattutto, impiegare rapidamente e in modo efficace i fondi europei oltre ad attuare le tre grandi riforme strutturali di cui il Governo Draghi si è fatto carico».

RECUPERARE VENTI ANNI DI CRESCITA ZERO

A queste condizioni nel 2022, dopo la fase di ripresa, il Paese potrebbe avere un tasso di crescita attestato almeno al 3% all’anno fino al 2030, una cifra pari a un multiplo del normale tasso di crescita registrato negli ultimi venticinque anni, che rappresenterebbe un salto nella produttività.

«La vera anomalia – ha concluso Baldassarri – è proprio quell’asfittico tasso di crescita degli ultimi venticinque anni», un’anomalia – ha sottolineato Landi – che, però, «non è stata conseguenza dell’euro, bensì delle difficoltà di natura strutturale del Paese».

In assenza di concrete riforme di respiro strutturale in quegli anni l’Italia si è «barcamenata» aumentando, per altro, il proprio debito anno dopo anno. Un dato di economia reale può rappresentare bene questa storia: nel 2022 il reddito pro capite italiano (quindi a seguito del recupero degli effetti negativi della crisi dovuta alla pandemia) sarà comunque ancora inferiore a quello registrato nel 2000. Una eccezione rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, inclusa la Grecia, che ha visto il suo reddito pro capite lievemente superiore a quello del 2000, malgrado le note vicende che hanno interessato in questo ventennio il Paese ellenico.

«Dunque, l’Italia non solo dovrà porsi in una prospettiva di crescita solida, strutturata e permanente, ma dovrà anche recuperare venti anni di crescita zero».

A358 – ECONOMIA, EMERGENZA CORONAVIRUS: VACCINAZIONI E RIPRESA, UN LEGAME DIRETTO? In Italia impazza la polemica sul «green pass», ma se si vorrà evitare il disastro economico sarà necessario garantire adeguati livelli di sicurezza collettiva che scongiurino un ennesimo blocco delle attività.
Questo anche per consolidare la crescita registrata quest’anno (+5%), tasso che dovrebbe confermarsi anche nel 2022. Ma non basta, poiché il Paese dovrà porsi in una prospettiva di crescita solida, strutturata e permanente al fine di recuperare i precedenti venti anni di crescita zero. A “Capire per conoscere” ne hanno discusso il professor MARIO BALDASSARRI e il giornalista di Radio Radicale CLAUDIO LANDI nel corso della trasmissione andata in onda lunedì 26 luglio 2021.
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