Lo spazio, inizialmente vuoto, lentamente viene colmato. Dapprima da alcune persone incolonnate davanti alla porta della palazzina della Casa del Cinema, in attesa di potervi entrare per acquistare il biglietto. Poi, ma alla spicciolata, inizia a riempirsi il prato retrostante, dove c’è il grande schermo per le proiezioni esterne, le uniche possibili oggi, allo stato delle cose.
IL TARDO POMERIGGIO DI UNA DOMENICA ROMANA DI LUGLIO
È il tardo pomeriggio di una domenica di luglio a Roma, con le previsioni meteorologiche che danno pioggia ma con la pioggia che non cade. In effetti, i nuvoloni grigio-azzurri avevano oscurato il cielo della capitale fin dal mattino, tuttavia, in seguito Giove Pluvio era stato clemente e adesso il tramonto era perfetto, con l’aria tersa pulita dal vento.
Per la verità, osservando gli esterni della Casa del Cinema la prima impressione aveva infuso nell’animo un poco di tristezza, col bar un tempo oltremodo animato da avventori e musica di sottofondo che adesso poteva offrire soltanto una patina di polvere depositatasi sul lastricato dopo l’ultima pioggia carica di sabbia sahariana. I tavolini accatastati da un lato, poi, conferivano al luogo la caratteristica del locale chiuso da molto tempo, come quei locali un tempo esercizi commerciali, i cui titolari hanno fallito e che il proprietario delle mura non è più riuscito a locare.
Poi, però, il sole e il passeggio di Villa Borghese hanno mutato la scena, che da lievemente tetra si è trasformata in gioiosa, anche grazie all’arrivo dei numerosi spettatori del film in cartellone.
ROMAFRICA FILM FESTIVAL È TORNATO «IN PRESENZA»
Già, poiché a tornare «in presenza» stavolta era il RomAfrica Film Festival, giunto alla sua VII edizione, e lo ha fatto attraverso il tema di fondo della «resilienza».
È vero, si tratta di un termine ormai oltremodo abusato, ma in questo caso davvero appropriato. Infatti è la resilienza da noi, ma soprattutto in Africa, continente dalle grandi risorse per sé e per l’Europa, che però continua a venire afflitto da piaghe di ogni genere, non ultimo la pandemia da coronavirus. Ma non si può non sperare, si deve sperare e anche resistere, e crescere.
La resilienza degli africani che il 18 luglio (appunto il «Mandela Day») di ogni anno ricordano Nelson Mandela ha costituito dunque il tema centrale di questa edizione del RomAfrica Film Festival, che ha visto protagonisti i giovani del continente grazie a un accordo con il Mobile Film Festival di Tunisi, che ha consentito di proiettare una selezione dei cinquantuno cortometraggi della durata di un minuto ciascuno, presentati qualche mese fa nella capitale tunisina e realizzati da giovani artisti africani.
NELL’INFERNO DEL CARCERE IVORIANO
Quindi è stata la volta de “La Nuit des Rois”, opera del regista ivoriano Philippe Lacôte che narra anch’essa di speranze, quelle poche, flebili ma irrinunciabili, dei detenuti di un carcere sperduto nella foresta, al cui interno governano i detenuti.
Un luogo dalle leggi spietate, dove i suoi abitanti si comportano con brutalità ma anche con fedeltà al proprio gruppo. Una dimensione africana, con i suoi riti, i suoi miti e le sue crudeltà, una storia bella ma per niente romantica, anzi. Non si percepisce il riscatto, se non con molta attenzione alla narrativa delle vicende di questa aggregazione coatta di umani in un paese travagliato dalla povertà e dai conflitti. Il protagonista che viene tradotto dalla polizia nel complesso di MACA si sente perso fin dal primo istante in cui fa ingresso in quell’inferno. Lui è un omicida, membro di una gang di una bidonville di Abidjan. Per un perverso e cinico gioco del destino diviene immediatamente il «cantore» della prigione, una figura fondamentale e rischiosa della prigione, tassello mistico e allo stesso tempo strumentale negli equilibri del potere tra le gang. La sua sfortuna ulteriore è quella di arrivare a MACA proprio quando si sta consumando una spietata lotta tra i gruppi criminali più forti per il controllo del vertice di potere nel carcere, col vecchio e malato capo, il corpulento e spietato Barbanera, che sa di essere ormai destinato alla morte, che lo coglierà presto e violentemente.
Un carcere terribile della Costa d’Avorio, popolato da uomini con le loro miserie umane e con delle vite che non possono non continuare, come quella del giovane protagonista. Un film che rappresenta inoltre, attraverso dei brevi flash back, lo spaccato di una società, quella ivoriana, durante e dopo la devastante guerra civile, una società che si aggrappa disperatamente alla speranza.
UN’UNICA GRANDE SERATA
Il RomAfrica Film Festival è un progetto di Internationalia, Itale20, Le Réseau, Nina International, gode del sostegno della Roma Lazio Film Commission e aderisce al circuito Spazio Indie della CNA di Roma. I media partner sono Africa e Affari e Africa Rivista.