INDUSTRIA, cantieri navali. Spezia, frode fiscale nel settore: arresti, interdizioni, perquisizioni e sequestri

L’operazione «Nave di carta» è stata portata a termine dalla Guardia di Finanza su coordinamento della locale Procura della Repubblica. La frode si caratterizzava per l’utilizzo di fatture inesistenti e la stipula di fittizi contratti di subappalto per la somministrazione di manodopera, le maestranze erano centinaia di operai in prevalenza extracomunitari

I militari della Guardia di Finanza di La Spezia, a seguito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a due ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti imprenditori e tre misure interdittive che vietano l’esercizio di ogni attività professionale e imprenditoriale per due imprenditori e un professionista, tutti italiani, nonché il sequestro di beni (quaranta conti correnti, cinque appartamenti tra La Spezia e l’isola della Maddalena) per un valore pari a un milione di euro.

L’attività investigativa, denominata «Nave di carta» ha disvelato un articolato sistema di frode fiscale realizzato da una società attivamente impegnata nel settore della cantieristica navale, frode caratterizzata dall’utilizzo di fatture inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di subappalto per la somministrazione di manodopera, maestranze composte da centinaia di operai in prevalenza extracomunitari.

Gli accertamenti di polizia economico-finanziaria, effettuati attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, acquisizioni documentali e accertamenti bancari, hanno tratteggiato un consolidato sodalizio criminale teso alla massimizzazione del profitto illecito d’impresa, mediante un sistema di frode posto in essere da due fratelli, titolari di un’impresa operante nel settore della cantieristica navale, sotto la regia di un ragioniere, colletto bianco del sodalizio, consulente fiscale dello Spezzino.

Inoltre, è stato tratteggiato l’apporto di due prestanome al servizio degli imprenditori, persone che sono state arrestate e alle quali erano state strumentalmente intestate due società create ad hoc al fine di prendere in carico centinaia di operai ed emettere fatture false, per un importo quantificato in oltre tre milioni di euro.

Attraverso tale meccanismo, veniva generato artificiosamente un imponente credito di Iva (Imposta sul valore aggiunto) in realtà non spettante, poi utilizzato in compensazione al fine di non versare i contributi previdenziali e assistenziali, INPS ed INAIL relativi ad oltre 250 operai e non pagare imposte, ottenendo in tal modo grandi risparmi fiscali e contributivi.

In questo modo, la società “madre” appariva sempre solida e competitiva, oltre che apparentemente in regola con i versamenti fiscali e contributivi, e poteva così ottenere sostanziose commesse da cantieri navali di La Spezia e di Ancona.

Gli elementi raccolti hanno permesso alle Fiamme gialle spezzine di applicare anche sequestri preventivi per equivalente per un valore di un milione di euro, pari al provento illecito, importo che sarà restituito alle casse erariali al fine di assicurare il corretto versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali oltre a quelli erariali.

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