IMMIGRAZIONE, naufragi. Annegate almeno quarantatré persone al largo della Tunisia, mentre altri quattordici profughi trovati cadaveri su una spiaggia libica

La Mezzaluna tunisina ne ha tratti in salvo più di ottanta che si trovavano a bordo del natante naufragato dopo aver salpato dalla costa libica per raggiungere l'Italia. Intanto ad Augusta imposto il fermo amministrativo a una imbarcazione di Medici senza frontiere a causa di «deficienze riscontrate»

A causa del naufragio dell’imbarcazione sulla quale si trovavano, al largo della Tunisia sono morti annegati almeno quarantatré migranti che stavano tentando l’attraversamento del Mediterraneo per raggiungere le coste italiane dopo aver salpato dalla Libia.

Altri ottantaquattro migranti che si trovavano a bordo della medesima imbarcazione sono stati invece tratti in salvo, lo ha reso noto la Mezzaluna Rossa tunisina. I migranti, provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh, erano salpati da Zuwara, sulla costa libica nord-occidentale.

Altri quattordici cadaveri di migranti sono stati invece rinvenuti sulla spiaggia libica di Zawia, tra di essi quelli di un bambino e una donna.

Nel frattempo, in Italia è stato disposto il fermo amministrativo della nave GeoBarents, appartenente all’organizzazione non governativa Medici senza frontiere, bloccata nel porto di Augusta, in provincia di Siracusa dalle Autorità italiane sulla base di deficienze riscontrate a seguito a un’ispezione effettuata in mattinata. Lo ha fatto sapere la stessa ong, che ha sottolineato come sia «la tredicesima volta in tre anni che l’Italia blocca navi umanitarie».

Nei primi sei mesi dell’anno, sottolinea medici senza frontiere, 721 persone hanno perso la vita in mare.

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