ECONOMIA E STRATEGIA, Russia. In attesa del «necessario recupero» di Mosca

All’ultimo Consiglio europeo la cancelliera tedesca Angela Merkel, concorde il presidente francese Emmanuel Macron, ha proposto un vertice Ue-Russia, incontrando, va rilevato, anche una certa prevedibile contrarietà da parte di alcuni Paesi membri. Bruxelles ha bisogno di interfacciarsi e di collaborare con Mosca, e quest’ultima nell’attuale scenario globale non può fare a meno dell’Europa

All’ultimo Consiglio europeo la cancelliera tedesca Angela Merkel, concorde il presidente francese Emmanuel Macron, ha proposto un vertice Ue-Russia, incontrando, va rilevato, anche una certa prevedibile contrarietà da parte di alcuni Paesi membri.

Perché questa proposta proprio adesso, che alla Merkel manca poco tempo alla fine della sua attività politica?

E inoltre, a quali condizioni Vladimir Putin e i suoi dovrebbero venire riammessi in un consesso dal quale in precedenza erano stati esclusi?

UE-RUSSIA: RECIPROCHE NECESSITÀ

Nello scenario geopolitico del XXI secolo il recupero della Federazione russa è qualcosa di difficilmente eludibile, poiché l’Unione europea ha bisogno di interfacciarsi e collaborare con Mosca, si pensi soltanto alle materie prime di cui Mosca è fornitrice. Un concetto ribadito anche dal professor Mario Baldassarri (già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale), intervenuto come di consueto nel corso della trasmissione di approfondimento dei temi economici “Capire per conoscere”, condotta dal giornalista Claudio Landi e andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale lunedì 28 giugno 2021.

«Putin ha bisogno dell’Unione europea – ha proseguito Baldassarri -, altrimenti rimarrebbe schiacciato dalla Cina, il cui peso incombe sulla Russia. Tuttavia, al riguardo è necessario che anche quei Paesi membri dell’Unione europea che in passato hanno subito il dominio dell’Unione sovietica in quanto ricaduti nella sua sfera di influenza e che, quindi, oggi diffidano e temono fortemente la Russia,  oggi ragionino osservando la realtà per quella che realmente è, e non dallo specchietto retrovisore della loro storia».

GUARDARE AVANTI TUTTI ASSIEME AL XXI SECOLO

Insomma, un’Unione europea forte dovrà necessariamente trattare con la Russia, oggi guidata da Putin, domani chissà. «Non dimentichiamo – ha sottolineato l’economista – che Bruxelles ha già trattato con la Turchia di Erdoğan per la questione dei migranti, quindi non è che con Mosca può fare tanto la schizzinosa».

Ovviamente, molto dipenderà dagli esiti delle elezioni che presto avranno luogo in Germania e in Francia, dove i risultati potranno influenzare le future politiche europee di quei fondamentali paesi membri.

«La linea politica della Merkel negli ultimi due anni, cioè da quando si è diffusa la pandemia, non è più stata impostata al perseguimento degli esclusivi interessi tedeschi, bensì tesa alla partecipazione della Germania al rafforzamento dell’Unione europea. Conseguentemente, ella non lascia soltanto “un’eredità” al prossimo cancelliere, ma semmai “un’attualità” all’intera Unione europea».

NEL SOLCO DI HELMUT KOHL

Affermò molti anni fa il cancelliere cristianodemocratico Helmut Kohl nel corso di un convegno a Francoforte affollato di politici, banchieri e industriali tedeschi, che, contrariamente all’opinione allora prevalente in quella sala: «Io devo fare la riunificazione tedesca oggi, per un motivo: perché voglio europeizzare la Germania ed evitare così di germanizzare l’Europa». La cancelliera Merkel, autorevole allieva di Kohl, sta dunque attualizzando quel progetto.

Un processo di europeizzazione del Continente favorito dall’allargamento a Est dell’Ue, che ha avuto luogo anche grazie alle scelte politiche di Romano Prodi, seppure, come rimarca Baldassarri, «il punto critico di questo processo risieda nel mancato contestuale approfondimento verso una unione federale. Un’idea insita nella moneta unica, malgrado permanesse nei limiti della “cooperazione rafforzata”, carente, però, sul piano del bilancio federale europeo. Con in più un ulteriore buco, evidente già venti anni fa e oggi ancora di più: l’Ue, oltre a rafforzarsi politicamente sullo scenario mondiale, dovrebbe realizzare anche un’area di libero scambio e sviluppo con l’Africa».

EUROPA-AFRICA: UN’AREA DI LIBERO SCAMBIO E SVILUPPO

Infatti, un razionale sviluppo dell’Africa inciderebbe positivamente sia sulle dinamiche migratorie, che diverranno sempre più pressanti sull’Europa, sia nei termini di una risposta all’ormai prevalente presenza cinese nella regione.

In questo senso si dovrebbe concepire al più presto un trattato di libero scambio e integrazione economica tra Unione europea e Unione africana.

In definitiva, il capitale tedesco, in particolare il settore manifatturiero, ha ben chiara la situazione e non è un caso che abbia esercitato pressioni sulla cancelliera Merkel affinché ella sostenesse il piano Next Generation EU. «La scelta – ha concluso Baldassarri – non è soltanto politica, ma anche economico-industriale, in quanto l’apparato produttivo tedesco percepisce in prima persona l’esigenza di essere europeo».

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione integrale della trasmissione (A347)

A347 – ECONOMIA E STRATEGIA, RUSSIA: IN ATTESA DEL «NECESSARIO RECUPERO» DI MOSCA. Il ruolo tedesco (e francese) nelle nuove possibili relazioni con il Paese guidato da Vladimir Putin, al momento ineludibile interlocutore in un pragmatico approccio al futuro del Vecchio continente è stato trattato dal professor MARIO BALDASSARRI.
All’ultimo Consiglio europeo la cancelliera tedesca Angela Merkel, concorde il presidente francese Emmanuel Macron, ha proposto un vertice Ue-Russia, incontrando, va rilevato, anche una certa prevedibile contrarietà da parte di alcuni Paesi membri. Perché questa proposta proprio adesso, che alla Merkel manca poco tempo alla fine della sua attività politica?
E inoltre, a quali condizioni Vladimir Putin e i suoi dovrebbero venire riammessi in un consesso dal quale in precedenza erano stati esclusi?
Nello scenario geopolitico del XXI secolo il recupero della Federazione russa è qualcosa di difficilmente eludibile, poiché l’Unione europea ha bisogno di interfacciarsi e collaborare con Mosca, si pensi soltanto alle materie prime di cui Mosca è fornitrice. Ma Putin ha a sua volta  bisogno dell’Unione europea, altrimenti rimarrebbe schiacciato dal gigante cinese.
Baldassarri, economista già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro studi economia reale, è intervenuto a “Capire per conoscere”, trasmissione di approfondimento condotta dal giornalista CLAUDIO LANDI, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale lunedì 28 giugno 2021, nel corso della quale è stato trattato anche il tema relativo al blocco dei licenziamenti e dei necessari ammortizzatori sociali, strumento da associare ad adeguate politiche attive, questo in una fase caratterizzata da marcate trasformazioni del sistema economico capitalistico.
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