AMBIENTE, salvaguardia. La rivoluzione dei satelliti in funzione di contrasto dei mutamenti climatici

La tavola rotonda organizzata da EDF e Amici della Terra ha trovato concordi gli esperti della materia sul ruolo del monitoraggio ambientale dallo spazio. Presto sarà possibile attribuire ad imprese e paesi le proprie responsabilità emissive e verificare i risultati degli interventi correttivi

I massimi esperti di satelliti e telerilevamento hanno partecipato ieri, 28 giugno 2021, alla web conference “La ricerca spaziale ai fini del monitoraggio ambientale”, evento organizzato da Environmental Defense Fund in collaborazione con Amici della Terra, nell’ambito del programma All4Climate – Italy 2021, con l’obiettivo di promuovere un dialogo sull’uso della tecnologia spaziale per contribuire a ridurre l’inquinamento responsabile dei cambiamenti climatici.

All’incontro, selezionato tra gli eventi riconosciuti dal Ministero della Transizione Ecologica in collaborazione con il programma di comunicazione sui cambiamenti climatici Connect4Climate della Banca Mondiale, i relatori del settore Aerospace hanno affrontato il tema delle emissioni climalteranti e in particolare quelle di metano, un potente gas serra con oltre ottanta volte il potere di riscaldamento della CO₂ nei primi venti anni e responsabile di più del 25% del riscaldamento che stiamo vivendo attualmente. Ai fini della transizione energetica, infatti, una rapida riduzione delle emissioni di metano ha un ruolo fondamentale. Tutti gli speaker hanno convenuto che l’utilizzo e lo sviluppo di tecnologie satellitari saranno un passaggio chiave per decisioni strategiche da parte di governi e industrie per il settore Oil&Gas.

Ilaria C. Restifo, rappresentante per l’Italia di EDF ha introdotto l’evento, sottolineando l’importanza e l’attualità della tematica in vista dell’introduzione a livello Ue di tecniche vincolanti di MRV (Monitoraggio, rendicontazione, verifica): «I nuovi strumenti analitici permetteranno di attribuire le grandi perdite di metano alle loro fonti e creare soluzioni su misura per regolatori e legislatori, ma anche fornire ai produttori l’opportunità di attuare misure di mitigazione».

«Determinanti sono i dati rilevati dal monitoraggio – ha affermato Monica Tommasi di Amici della Terra -; questi dati sulle emissioni di metano nei paesi di estrazione del gas naturale che importiamo possono farci fare un salto di qualità e potranno anche contribuire a rendere applicabile un meccanismo di fiscalità ambientale che penalizzi il gas naturale importato con una carbon footprint superiore ad un performance standard minimo».

«La strategia dell’Unione europea sul metano pone le basi per proposte legislative che potrebbero portare a significative riduzioni delle emissioni», ha dichiarato Dagmar Droogsma, European Strategy & Engagement di Environmental Defense Fund Europe. «Come maggiore importatore mondiale di gas naturale, con l’85% proveniente da paesi terzi, l’Ue può esercitare una certa influenza sui suoi fornitori. Tutto il gas prodotto in Ue e che entra dall’esterno delle sue frontiere dovrebbe aderire a rigorosi standard emissivi».

L’incontro ha visto massimi esperti sull’uso dei satelliti per il monitoraggio ambientale succedersi, condividendo la propria esperienza e la visione sui prossimi step e sugli obiettivi da perseguire.

Salvatore Pignataro, Space Attachè Italian Delegation in Brussells, ha sottolineato come «i dati e i servizi resi disponibili dalle infrastrutture spaziali offrono oggi grandi opportunità per l’attuazione e l’applicazione delle politiche pubbliche a qualsiasi livello: globale, europeo, nazionale e territoriale. Nel breve periodo, lo spazio aiuterà la ripresa delle economie europee dalla pandemia. Nel medio termine, darà un contributo importante al sostegno alla transizione verde e digitale e un impulso all’Europa nella corsa all’innovazione, alla modernizzazione e alla concorrenza».

Simonetta Cheli, Head of Strategy Programme & Coordination Office di ESA, ha spiegato che «tutti i sedici satelliti ESA attualmente operativi e gli altri in fase di sviluppo contribuiscono all’implementazione di tutte le politiche per la salvaguardia del pianeta. Satelliti come Copernicus Sentinel-5P o Envisat forniscono informazioni rilevanti su una moltitudine di gas che hanno un forte impatto sulla salute dell’uomo e allo stesso tempo registrano altri fenomeni causa e conseguenza del cambiamento climatico».

Mauro Facchini, Head of Earth Observation Unit, DG Defence Industry and Space European Commission, ha sottolineato l’importante ruolo della componente Copernicus dell’UE per l’osservazione della Terra «che svolgerà un ruolo importante nei prossimi anni rispondendo alle esigenze emergenti dei settori dell’ambiente e del clima. I prodotti di Copernicus, in particolare i servizi, forniscono lunghe serie di dati che coprono diversi decenni, che ci permettono di rilevare i cambiamenti e le tendenze nel nostro ambiente, e di modellare il possibile futuro sotto diversi scenari. Tra le priorità di Copernicus c’è quella di accelerare la transizione digitale ed ecologica in linea con il Green Deal dell’Unione europea».

Christian Lelong, Director Natural Resources di Kayrros, riprendendo il discorso del programma Copernicus, ha evidenziato come «la fusione dei dati di Copernicus con algoritmi proprietari fornisce all’industria energetica gli strumenti per ridurre significativamente le emissioni globali di metano. Eliminare gli hotspot di metano nei settori del petrolio, del gas e del carbone equivarrebbe a togliere 75 milioni di auto dalla strada, e i primi ad adottare il monitoraggio satellitare saranno in grado di decarbonizzare in modo trasparente e verificabile».

Steven Hamburg, MethaneSAT Project Co-lead e Chief Scientist Environmental Defense Fund, ha sottolineato che MethaneSAT «è stato progettato e costruito con lo scopo specifico di permettere e motivare un’azione rapida per ridurre le emissioni. Produrrà dati che quantificano accuratamente le emissioni di metano dalla produzione di petrolio e gas in tutto il mondo. Questi dati non saranno solo uno strumento per l’industria e i governi per ridurre le emissioni, ma saranno disponibili a costo zero per tutti in modo che le parti interessate e i cittadini possano vedere i progressi sia delle aziende che dei paesi».

L’evento ha inoltre dato visibilità all’esperienza italiana, alla luce della lunga storia della ricerca spaziale nel nostro Paese, presentando diversi progetti nazionali e il loro contributo per una rilevazione maggiormente ampia delle emissioni di metano e per una raccolta sempre più accurata e completa dei dati.

Andrea Taramelli, Coordinator of the National Copernicus User Forum ha ricordato che «l’immensa mole di dati che avremo dallo spazio – i cosiddetti big data spaziali – e la capacità di estrarne informazioni utili attraverso capacità di calcolo notevolmente accresciute, rendono possibile costruire modelli del pianeta che, sfruttando le capacità di monitoraggio continuo dallo spazio, renderanno possibile la comprensione dei fenomeni e più efficaci le azioni di mitigazione in campo ambientale».

Il discorso di Francesco Longo, Head of Earth Observation Division, Agenzia Spaziale Italiana si è focalizzato sul sistema di osservazione PRISMA, descrivendone le innovative caratteristiche e le peculiarità che permettono di recuperare accuratamente i dati sulle emissioni industriali di metano delle centrali elettriche.

«Tenere traccia delle emissioni di metano da tutte le centrali elettriche globali – ha dichiarato – è impegnativo: il telerilevamento con strumenti iperspettrali come PRISMA offre quindi una nuova capacità di fornire informazioni, identificando metano o altri gas serra, anche per fonti localizzate e di quantificare le emissioni. Oltre a PRISMA, la missione PRISMA Follow-On garantirà, a partire dal 2025, il miglioramento delle prestazioni, permettendo un maggiore monitoraggio dei gas serra, del ciclo del carbonio e delle biomasse».

Infine, Giovanni Sylos Labini, CEO Planetek Italia ha ritenuto importante sottolineare l’importanza dei dati e delle tecnologie spaziali: “la minaccia dei Cambiamenti Climatici, mette a rischio milioni di vite ed intere catene del valore nei settori industriali ed economici più disparata. Politici, economisti, imprese hanno imparato ad usa dati per prendere decisioni in un’epoca così turbolenta. L’uso integrato di differenti sensori spaziali assieme ad osservazioni in sito, consentiranno anche a industrie con un elevato impatto ambientale, come ad esempio l’Oil & Gas, di monitorare il loro impatto climatico e le azioni di mitigazione. L’integrazione operativa di queste tecnologie è assicurata dal paradigma dei Big Data e da uso esteso di strumenti di AI”.

ENVIRONMENTAL DEFENSE FUND

Una delle principali organizzazioni internazionali no profit, Environmental Defense Fund (edf.org) crea soluzioni trasformative ai più gravi problemi ambientali. Per farlo, EDF collega scienza, economia, legge e partnership innovative nel settore privato. Con più di 2,5 milioni di membri e uffici negli Stati Uniti, Cina, Messico, Indonesia e Unione Europea, gli scienziati, gli economisti, gli avvocati e gli esperti di politica di EDF lavorano in 28 paesi per trasformare le nostre soluzioni in azione. Collegati con noi su Twitter @EnvDefenseFund, @EDFEnergyEX e @EnvDefenseEuro.

AMICI DELLA TERRA ITALIA ONLUS

Amici della Terra è un’associazione ambientalista riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, attiva in Italia dal 1978 con sedi su tutto il territorio nazionale. Gli Amici della Terra promuovono politiche e comportamenti orientati alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, attraverso campagne di opinione, progetti, informazione ed educazione ambientali, iniziative sul territorio. Una corposa attività di studio e ricerca fornisce solide basi scientifiche alle loro attività e posizioni.

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