ECONOMIA, G7 in Cornovaglia. È il «ritorno dell’America», ma gli obiettivi europei divergono non poco da quelli di Washington

Con l’arrivo alla Casa Bianca del presidente Joe Biden in tutto il mondo si è subito parlato di «ritorno del multilateralismo», ma nei fatti concreti (clima, commercio internazionale, eccetera) questo parrebbe non essere accaduto, almeno nelle dimensioni enfaticamente narrate

È certamente possibile affermare che questo vertice abbia posto fine ai quattro anni dell’era Trump, caratterizzati dal «minimo storico» delle relazioni internazionali e di quello dei rapporti tra Usa ed Europa. Un vertice che tuttavia, ha evidenziato per l’ennesima volta gli squilibri e gli sbilanciamenti di un formato del genere, che si auspica venga nel prossimo futuro rivisto al fine di concedere adeguato spazio agli altri grandi e medi attori presenti sulla scena internazionale.

RITORNA L’AMERICA, MA IL G7 È SBILANCIATO

Con l’arrivo alla Casa Bianca del presidente Joe Biden in tutto il mondo si è subito parlato di «ritorno del multilateralismo», ma nei fatti concreti (clima, commercio internazionale, eccetera) questo parrebbe non essere accaduto, almeno nelle dimensioni enfaticamente narrate. Inoltre, come accennato sopra, il peso complessivo in termini economici dei Paesi partecipanti al vertice non è più predominante a livello mondiale come lo era una volta, conseguentemente, la portata dell’evento va ridimensionata, mentre il suo impianto andrebbe quanto meno revisionato.

L’America è tornata protagonista sui tavoli internazionali, persegue obiettivi in parte divergenti da quelli dei suoi alleati europei. Infatti, a Washington si cerca di frenare la corsa della Cina, agendo al contempo sulla Russia, un indirizzo che vede gli europei opporre resistenza.

OBIETTIVI DIVERGENTI

Il G7, in generale, rappresenta oggi soltanto un miliardo e dieci milioni di abitanti della Terra (cioè quelli di Usa, Canada, Regno Unito, Giappone, Francia, Germania e Italia), mentre ne restano esclusi sette miliardi e ottocento milioni del resto del Mondo (Asia, Africa, America latina e Oceania). Secondo il professor Mario Baldassarri – economista intervenuto come di consueto alla trasmissione di radio Radicale “Capire per Conoscere” – si tratta «del vecchio modo del XX secolo di governare il mondo, perché se non verranno coinvolti nei processi decisionali di un “governo globale” almeno i ⅔ degli altri abitanti del mondo, sarà difficile che il G7 riesca poi a imporre le proprie decisioni al resto della popolazione mondiale».

Questo G7, in particolare, ha riportato gli Stati Uniti di Biden verso il multilateralismo, oltreché al consolidamento dell’asse atlantico tra Washington e l’Europa, ma non ha visto gli europei allinearsi e mettere in pratica la strategia di isolamento della Repubblica Popolare cinese che invece la Casa Bianca avrebbe voluto. Molti i distinguo, infatti, all’interno dell’Unione europea.

CONTRASTARE LA VIA DELLA SETA DI XI JINPING

«L’Occidente deve avere un proprio piano per l’Africa, l’America Latina e il Sud-Est Asiatico – ha altresì proseguito Baldassarri – perché la Cina già lo sta facendo da almeno quindici anni. Pechino ha già invaso l’Africa, ha già invaso parte dell’America Latina. Quindi, il problema della Via della seta, in sé è un problema di lana caprina, dato che i cinesi la Via della seta la stanno già realizzando. Oggi dobbiamo cogli ere un vantaggio: il modo col quale la Cina approccia questi grandi continenti è quello di investire risorse, elaborare progetti e realizzare infrastrutture, ma anche impiegare lavoratori cinesi e raccogliere i frutti di questi investimenti, tant’è che in Africa iniziano a verificarsi reazioni anticinesi. In realtà, Pechino non promuove un vero processo di crescita e sviluppo in quei paesi. Qualora l’asse Usa-Europa si costituisse in un progetto di crescita e sviluppo sarebbe una concreta risposta alla Via della seta cinese».

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale della trasmissione Capire per conoscere, andata in onda il 14 giugno 2021 sulle frequenze di radio Radicale (A341)

A341 – ECONOMIA, G7 IN CORNOVAGLIA: UN BILANCIO TRA GLI SQUILIBRI DEL FORMATO DEL VERTICE. Far sì che le democrazie facciano quadrato contro Cina e Russia, questo l’intendimento di Washington, tornata prepotentemente al centro della scena internazionale con la presidenza Biden, che ha archiviato la parentesi isolazionista dell’era Trump.
Tuttavia, quello che ha avuto luogo nei giorni scorsi in Cornovaglia è stato principalmente un «summit dei vaccini», dove il principale argomento in agenda è stato il contrasto della pandemia da coronavirus in atto.
Secondo il professor MARIO BALDASSARRI «Il G7, in generale, rappresenta oggi soltanto un miliardo e dieci milioni di abitanti della Terra (cioè quelli di Usa, Canada, Regno Unito, Giappone, Francia, Germania e Italia), mentre ne restano esclusi sette miliardi e ottocento milioni del resto del Mondo (Asia, Africa, America latina e Oceania). Secondo il professor Mario Baldassarri – economista intervenuto come di consueto alla trasmissione di radio Radicale “Capire per Conoscere” – si tratta «del vecchio modo del XX secolo di governare il mondo, perché se non verranno coinvolti nei processi decisionali di un “governo globale” almeno i ⅔ degli altri abitanti del mondo, sarà difficile che il G7 riesca poi a imporre le proprie decisioni al resto della popolazione mondiale».
Questo G7 poi, in particolare, ha riportato gli Stati Uniti di Biden verso il multilateralismo, oltreché al consolidamento dell’asse atlantico tra Washington e l’Europa, ma non ha visto gli europei allinearsi e mettere in pratica la strategia di isolamento della Repubblica Popolare cinese che invece la Casa Bianca avrebbe voluto. Molti i distinguo, infatti, all’interno dell’Unione europea.
L’economista, già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro studi economia reale, è intervenuto a “Capire per conoscere”, trasmissione di approfondimento condotta dal giornalista CLAUDIO LANDI, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale lunedì 14 giugno 2021.
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