CULTURA, esposizioni. Veneto, “Vedere la musica” e ”I Teatri  Storici del Polesine”

Orari prolungati per “Vedere la Musica” promozione Maggio Rodigino (spostato a giugno) e proroga al 4 luglio per “I Teatri del Polesine”.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo comunica tre importanti novità. Tutte riguardanti le mostre promosse dalla Fondazione stessa e attualmente in corso a Rovigo: “Vedere la musica”, in Palazzo Roverella, e ”I Teatri  Storici del Polesine”, in Palazzo Roncale. Due mostre che stanno ottenendo – pur con i pesanti limiti di contingentamento imposti dalle normative ancora vigenti – un ottimo consenso di pubblico, oltre che di critica.

“Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie”, al Roverella, non potrà essere prorogata oltre il 4 luglio ma nell’ultimo mese di apertura, a partire da venerdì 4 giugno, ogni venerdì e sabato l’orario sarà prorogato fino alle 22.30.

La mostra, curata da Paolo Bolpagni, propone il racconto di relazioni, intrecci e corrispondenze tra l’elemento musicale e le arti visive. A partire dall’affermazione, alla fine del XIX secolo, in tutta Europa, di un filone pittorico ispirato alle opere di Richard Wagner. Nel 1902 la Secessione di Vienna dedica una mostra a Ludwig van Beethoven. Con l’arrivo delle avanguardie, poi, soprattutto dagli anni Dieci del Novecento, i suoni di Johann Sebastian Bach diventano modello e paradigma per la pittura di Vasilij Kandinskij, Paul Klee, František Kupka, Félix Del Marle, Augusto Giacometti e molti altri. E via via, passando per il Cubismo, il Futurismo, il Neoplasticismo, fino al Dada e al Surrealismo, la musica si conferma un riferimento assoluto, divenendo centrale in Kandinskij e Klee, non meno che per altri protagonisti delle avanguardie europee. Esempi emblematici di questa “fusione delle arti” creano una mostra-spettacolo di assoluto fascino.

In occasione del Maggio Rodigino, spostato a giugno, per tutto il mese i residenti di Rovigo e provincia potranno visitare la mostra “Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie” al prezzo ridotto di 5 euro.

La seconda decisione riguarda “I Teatri Storici del Polesine”, mostra che sarà prorogata sino al 4 luglio (la sua chiusura era prevista il 27 giugno).

Al Roncale, ad essere rievocata è la peculiarità del Polesine, come terra di teatri. Tra Otto e Novecento, ne erano attivi almeno una cinquantina, tutti o quasi dedicati alla musica e al bel canto. Numero stupefacente se si tiene conto di com’erano questi territori al tempo. Per realizzarli e tenerli in attività molti cittadini si autotassavano. Poi difficoltà finanziarie e l’avvento del cinema segnarono la loro decadenza. In anni recenti, la rinascita, con il restauro e la ripresa di attività. Nelle stagioni del passato, i pochi denari e la molta competenza hanno spinto i gestori a puntare su cantanti giovani ma di cui intuivano le potenzialità: qui debuttò Beniamino Gigli, qui cantò, appena trentenne, Luciano Pavarotti, e poi Antonio Cotogni, Maria Callas, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato… Senza dimenticare Katia Ricciarelli, figlia di queste terre”.

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