AFRICA emergenza coronavirus. La campagna di prevenzione rallentata dalla restituzione dei vaccini

Oltre alle non indifferenti difficoltà poste dai gravi problemi di natura logistica (strade e sicurezza problematiche) si aggiunge la riluttanza delle popolazioni locali a sottoporsi alla vaccinazione

La sospensione della campagna di vaccinazione con l’AstraZeneca, in maniera particolare nel Sud Africa, ha reso ulteriormente diffidenti le opinioni pubbliche locali, fatto che ha costretto i governo locali (soprattutto quelli di Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, ma anche Sud Africa) a restituire le fiale di vaccino che avevano ricevuto allo scopo di evitare che non si deteriorassero, dosi che sono state successivamente redistribuite ad altri paesi africani.

Si tratta di centinaia di migliaia di dosi di vaccino prodotto da AstraZeneca, questo in un continente dove se ne stima un fabbisogno di decine di milioni.

La sospensione del vaccino AstraZeneca, in particolare ha aggravato la diffidenza delle popolazioni africane e ora si cerca di provvedere agendo sul piano dell’informazione, mediante il lancio di una campagna di sensibilizzazione su scala continentale che spieghi come i vaccini sono sicuri e salvano vite. Allo scopo verranno interessate anche le chiese, le associazioni femminili e quelle giovanili.

La stima sul fabbisogno di vaccini AstraZeneca espresso dal continente africano per la metà del prossimo mese di luglio al fine di iniettare la seconda dose (richiamo dopo la prima iniezione) è pari a venti milioni di dosi, mentre il fabbisogno necessario per vaccinare il 10% della popolazione complessiva entro la fine dell’anno corrente è pari a duecento milioni di dosi.

«L’Africa ha bisogno di vaccini ora – ha dichiarato Matshidiso Moeti, responsabile OMS per l’Africa -, qualsiasi pausa nelle campagne di vaccinazione provocherà una perdita di vite umane e una perdita di speranza».

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