LIBIA, attacco a peschereccio italiano. La Guardia costiera di Tripoli mitraglia un battello salpato dalla Sicilia: ferito il comandante; le minacce di Bengasi e il fuoco di Misurata

I colpi di arma da fuoco sono stati esplosi da una motovedetta militare libica che incrociava al largo delle coste della Tripolitania, dove l’imbarcazione siciliana era impegnata in una battuta di pesca. È prontamente intervenuta la fregata Libeccio della Marina militare italiana. Tripoli, che controlla la Guardia costiera, ha in seguito negato di avere sparato contro dei pescherecci italiani, si è trattato di «colpi di avvertimento in aria», hanno affermato, tuttavia il sindaco di Mazara del Vallo ha dichiarato che, invece, i libici avrebbero sparato ad altezza d'uomo

Giuseppe Giacalone, comandante del peschereccio “Aliseo” della flotta di Mazara del Vallo, è stato ferito da colpi di arma da fuoco esplosi da una motovedetta militare libica al largo delle coste della Tripolitania mentre si trovava impegnato in una battuta di pesca.

I pescherecci italiani che navigavano in una zona definita «ad alto rischio» erano tre, questa la dinamica ricostruita dalla Marina militare italiana, che è intervenuta in loco, nelle acque a trentacinque miglia a nord della costa di Al Khums, con una propria unità, la fregata Libeccio.

Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo, ha però prontamente smentito la ricostruzione fatta dai libici, affermando invece che «la motovedetta ha sparato ad altezza d’uomo», aggiungendo anche che si tratterebbe di «una novità il fatto che episodi del genere si verifichino al largo di Misurata», alludendo egli al fatto che negli ultimi mesi minacce del genere erano invece fatte pervenire arrivate da Bengasi.

Al momento dell’attacco al peschereccio italiano, la fregata Libeccio, che è impegnata nell’operazione Mare sicuro, si trovava a sessanta miglia di distanza dal punto in cui sono stati sparati. La richiesta d’assistenza è pervenuta nelle prime ore del pomeriggio dai tre motopesca (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) che erano nelle acque della Tripolitania, all’interno della zona definita dal Comitato di coordinamento interministeriale per la sicurezza dei trasporti e delle infrastrutture «ad alto rischio».

Dalla Libeccio, che si è diretta a tutta velocità verso la zona, è decollato l’elicottero di bordo, che si è immediatamente messo in contatto con il personale a bordo della motovedetta libica. Inoltre, in supporto è stato inviato in zona anche un velivolo da ricognizione della Marina, il cui equipaggio ha assistito al fuoco di avvertimento partito dalla motovedetta libica.

In serata Federpesca (Federazione nazionale delle imprese di pesca) ha diffuso un comunicato stampa al riguardo. «Apprendiamo la notizia di quanto appena avvenuto nel Mar Mediterraneo – vi si afferma – dove una motovedetta libica ha aperto il fuoco contro tre pescherecci mazaresi ferendo il comandante del motopeschereccio Aliseo. Questo è l’ennesimo gravissimo episodio, che si aggiunge al recente sequestro per centootto giorni dei diciotto pescatori di Mazara del Vallo e che racconta di una situazione nello Stretto di Sicilia diventata oramai insostenibile per i nostri pescatori e che Federpesca denuncia da anni».

Nella medesima nota, l’organizzazione di categoria si è appellata al Governo, affinché esso intervenga immediatamente per chiarire la dinamica dell’incidente e perché «venga assunta una presa di posizione forte e definitiva sulla qualificazione giuridica delle acque sulle quali la Libia rivendica la propria sovranità economica. Non è possibile che per vivere e lavorare i nostri pescatori debbano rischiare la vita a pochi passi da casa».

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