La nave mercantile, che in precedenza statunitensi, israeliani e sauditi avevano indicato quale possibile unità “civetta” della Guardia rivoluzionaria (i Pasdaran) per la sorveglianza e la raccolta di informazioni, sarebbe stata colpita da un missile, questo mentre l’agenzia di stampa iraniana Tasnim ha invece successivamente reso noto che lo scafo della nave sarebbe stato danneggiato a seguito dell’esplosione di una mina.
L’ultima sua posizione era stata segnalata nel Mar Rosso meridionale, tra Eritrea e Yemen. La, ufficialmente nave mercantile costruita nel 1999, era salpata dal porto iraniano di Bandar Abbas, ma successivamente era rimasta ormeggiata al largo dell’arcipelago di Dahlak.
Crescenti tensioni
Una zona particolarmente «calda», molti vicina a quel lembo delle Penisola arabica dilaniato da anni dal conflitto yemenita, riguardo al quale Teheran rinviene nella milizia houti un suo alleato e proxi al quale fornisce il proprio sostegno militare e politico.
L’incidente di martedì si è verificato in una fase di crescente tensione tra Iran e Israele, paesi che si accusano reciprocamente di compiere deliberati attacchi al proprio naviglio in transito.
Alla fine del mese scorso, la stampa israeliana aveva riferito dell’attacco portato a una nave da carico del proprio paese, danneggiata da un «missile iraniano» mentre attraversava il Mar Arabico sulla rotta dalla Tanzania all’India. Un mese prima, sempre Gerusalemme aveva reso noto che gli iraniani potevano avere attaccato un’altra nave israeliana nel Golfo dell’Oman, la MV Helios Ray. Teheran ha sempre respinto queste accuse, definendole «elaborate operazione di false flag» (operazioni condotte sotto falsa bandiera).
La guerra silenziosa
Ancora in marzo Teheran affermò che gli israeliani potevano essere i responsabili dell’attacco a una nave portacontainer battente bandiera iraniana compiuto nel Mediterraneo, la Shahr-e Kord, definendo l’accaduto un atto di «terrorismo e di pirateria navale».
Recentemente, il quotidiano finanziario americano “Wall Street Journal” ha pubblicato la notizia che negli ultimi anni Israele avrebbe attaccato almeno dodici di navi da carico iraniane dirette in Siria per consegnare carichi di petrolio al regime di al-Assad, mentre il quotidiano israeliano di orientamento progressista “Haaretz” ha stimato in un migliaio di dollari le perdite complessive subite dagli iraniani a seguito di tali attacchi, specificando che, a differenza delle precedenti operazioni offensive condotte dalla marina militare dello Stato ebraico mediante l’impiego di commando e tiratori imbarcati sulle proprie unità, le ultime azioni contro la flotta mercantile della repubblica islamica sono state portate a termine nella massima discrezione, quindi in assenza di azioni eclatanti, affondamenti e uccisioni.