SICUREZZA, poliziotti. Il sindacato FSP Polizia di Stato a Mario Draghi: «Da noi massima collaborazione, ma si torni a parlare di sicurezza, ascoltare anche le rappresentanze del comparto»

La rimostranza è sull’incontro del Presidente incaricato con le parti sociali, che, oltre, alle rappresentanze sindacali di base, ha escluso dalle consultazioni sul nuovo governo anche quelle del comparto Sicurezza. «Non ha potuto ascoltare la voce di mezzo milione di lavoratori addetti al funzionamento di una delle più importanti e strategiche infrastrutture immateriali del Paese»

«Il momento in cui il Presidente incaricato, Mario Draghi è chiamato a mettere insieme un Governo per guidare l’Italia è assolutamente difficile e delicato, ed è nostro intento esprimere a lui i nostri migliori auguri con spirito positivo e intento totalmente collaborativo. Proprio alla luce di questo vogliamo richiamare la sua attenzione sul fatto che, incontrando le parti sociali, non ha potuto ascoltare la voce di mezzo milione di lavoratori addetti al funzionamento di una delle più importanti e strategiche infrastrutture immateriali del Paese, rappresentata dalle Forze di Polizia, alle quali, come nel caso della Polizia di Stato, è demandato l’onere di assicurare non solo l’ordine e la sicurezza pubblica ma, più in generale, la pacifica convivenza in un contesto di oggettiva criticità socio-economico e di vera e propria emergenza umanitaria”.

È quanto la Federazione sindacale della Polizia di Stato, ha scritto al presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, come spiega Valter Mazzetti, segretario generale FSP.

«Premesso un richiamo allo straordinario impegno delle donne e degli uomini della Polizia di Stato in favore delle nostre comunità spaventate dal quadro pandemico e dallo spettro della povertà – ha aggiunto Mazzetti -, riteniamo necessario che si torni ora a parlare di sicurezza, e che il tema torni al centro dell’agenda politica. Sono ben noti i limiti normativi che impediscono agli appartenenti alle forze di Polizia e alle Forze armate di aderire a confederazioni o a sigle sindacali che abbiano relazioni organizzative con esse, ed ecco perché, pur sapendo che il protocollo finora seguito non contempli la possibilità di ‘consultare’ anche i sindacati di Polizia e le rappresentanze militari, vogliamo sottolineare l’importanza di un confronto anche con chi ha l’onere e l’onore di rappresentare il comparto Sicurezza e Difesa. Non rinunciamo all’idea che, proprio la drammaticità del momento e la complessità delle sfide che impegnano le migliori risorse del nostro Paese, possano suggerire al professor Draghi l’opportunità di ‘chiamare a raccolta’ anche i poliziotti per arricchire l’agenda del governo, raccogliendo utili spunti di riflessione».

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