L’OPINIONE, strategia. Arsenali nucleari: la possibile estensione del Trattato START

Una riformulazione degli accordi che avvenisse a «firma congiunta» Usa-Russia consentirebbe a Biden, almeno sul piano simbolico e comunicativo, di apparire «più moderato» del suo predecessore Donald Trump. Inoltre si configurerebbe anche come un processo di distensione tra Washington e Mosca che il neopresidente americano potrebbe giocare in funzione anti-cinese

di Tiberio Graziani, presidente di Vision and Global Trends, pubblicato dall’Agenzia TASS il 21 gennaio 2021 (http://tass.com/defense 1247863) – L’estensione del Trattato START costituisce uno dei temi più urgenti che il neo presidente Usa Joe Biden si troverà a dover affrontare.

Esso si situa nel campo internazionale e della sicurezza globale ed è urgente perché proprio in questi giorni, il prossimo 5 febbraio, ne dovrebbe venire siglato il rinnovo.

La possibilità che Biden assecondi quanto affermato in queste ore da Dmitri Peskov riguardo alla piena disponibilità del Cremlino di proseguire nell’estensione del trattato stesso, rientra nella strategia che la nuova amministrazione in carica a Washington intende adottare fin dall’inizio del suo insediamento nei confronti della Federazione Russa.

Certo, le premesse non sono promettenti. A cominciare dalla vicepresidente Kamala Harris, che si è sempre mostrata in un certo senso anti-russa, ma anche lo stesso Biden , il quale ha più volte dichiarato che i competitori principali degli Usa sono la Russia e, ovviamente, la Cina.

Tuttavia, per quanto concerne il Trattato START occorre considerare che si tratta di un capitolo critico che investe l’intera sicurezza del pianeta, quindi mi aspetterei da parte di Washington una risposta positiva e propositiva, magari dopo una difficile fase di rinegoziazione.

Infatti, una riformulazione del Trattato START a firma congiunta Usa-Russia consentirebbe a Biden, almeno sul piano simbolico e comunicativo, di apparire “più moderato” del suo predecessore, il repubblicano Donald Trump.

Inoltre c’è un’altra considerazione dal fare riguardo a un nuovo START: quest’ultimo darebbe un’opportunità alla messa in campo di un ipotetico (e certamente tattico) processo di distensione tra Washington e Mosca che il neopresidente Biden potrebbe giocare in funzione anti-cinese.

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