AFRICA, emergenze umanitarie. Repubblica Centrafricana: allarmante interruzione della principale catena di approvvigionamento di Bangui

Oltre un terzo della popolazione, quasi due milioni di persone, è interessato da elevati livelli di insicurezza alimentare acuta, con le persone che non sono in grado di soddisfare i propri bisogni alimentari di base

La scorsa settimana la coordinatrice umanitaria nella Repubblica Centrafricana, Denise Brown, si è detta estremamente preoccupata per le continue interruzioni causate dell’aumento delle violenze compiute da gruppi armati verificatesi sulla principale strada (la MSR1), che pone in collegamento la capitale Bangui con il resto del paese e con il porto più vicino, nel confinante stato del Camerun.

«Si tratta di ulteriori vincoli posti a un sistema di approvvigionamento alimentare già fragile – afferma la Brown -, criticità che stanno facendo nuovamente incrementare il prezzo dei prodotti alimentari di base. L’attacco di otto giorni fa portato a un convoglio di trenta camion, che ne comprendeva cinque che trasportavano forniture umanitarie vitali, ha comportato gravi ferite per tre conducenti, un fatto del tutto inaccettabile».

In alcune località del Paese centroafricano i prezzi di alcuni prodotti di base, quali olio, pesce, carne e cipolle è aumentato di oltre il 50 per cento. Persino la manioca, principale alimento base del luogo, ha registrato aumenti del 57% nelle zone rurali, questo mentre la carenza di carburante viene segnalata in diverse città.

Oltre un terzo della popolazione, quasi due milioni di persone, è interessato da elevati livelli di insicurezza alimentare acuta, con le persone che non sono in grado di soddisfare i propri bisogni alimentari di base.

L’interruzione dell’arteria stradale percorsa dagli automezzi adibiti all’approvvigionamento alimentare, la MSR1 appunto, impedisce la consegna sicura e tempestiva di aiuti vitali e anche di beni commerciali di importazione. Si stima che dalla metà dello scorso mese di dicembre oltre 1.600 camion siano bloccati al confine con il Camerun, inclusi cinquecento autocarri recanti forniture essenziali inviate dalle Nazioni Unite e dai partner, quali cibo, medicinali e generi non alimentari.

«L’impatto sulla protezione e il benessere dei civili è devastante – ha proseguito la coordinatrice umanitaria -, poiché la popolazione colpita ha bisogno della nostra assistenza oggi più che mai e non può più aspettare. Faccio appello a tutte le parti interessate alla continuazione del lavoro comune a rinvenire con urgenza una soluzione al problema, questo nel migliore interesse di quelli che soffrono di più».

Nel 2021, 2,8 milioni di persone, quindi più della metà della popolazione della Repubblica Centroafricana, necessitano di assistenza e protezione umanitaria. Da quando sono divampate violenze e tensioni, cioè in occasione delle elezioni generali dello scorso dicembre, quasi 200.000 persone sono state sfollate dai loro luoghi di origine all’interno del paese; metà di queste vi hanno in seguito fatto ritorno, ma 100.000 risultano ancora sfollati.

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