DIFESA, cooperazione. Grecia, accordo con lo Stato ebraico nel settore aeronautico

Il governo di Atene approva l’importazione di sistemi d’arma per 1,68 miliardi. L’intesa avrà una durata ventennale e vedrà gli israeliani in prima fila nella realizzazione di una scuola di volo per l'aeronautica greca, oltreché nella vendita e nell’aggiornamento dei velivoli da addestramento ellenici. Leonardo fornirà i velivoli M-346, la Elbit System i simulatori di volo e gli altri apparati

Si tratta del maggiore accordo in materia di Difesa finora stipulato tra i due paesi, che comporterà per l’Hellenic Air Force l’acquisizione di dieci velivoli per l’addestramento avanzato M-346 e la collaborazione dell’impresa israeliana Elbit Systems nella realizzazione di una scuola di volo in Grecia e nella cura della manutenzione degli aerei e nell’addestramento dei piloti.

Nel quadro dell’accordo Israele fornirà anche simulatori, formazione e supporto logistico, questo nel solco di una relazione sempre più stretta tra Atene e Gerusalemme che ha visto le forze armate greche affittare droni israeliani, oltreché registrare un’intensa collaborazione nel settore energetico, con l’intesa sul gasdotto nel Mediterraneo orientale raggiunta lo scorso anno.

Inoltre, sempre nel quadro dell’accordo, è stato prevista la manutenzione in vista del mantenimento in linea degli aerei da addestramento T-6 greci.

Al riguardo, il ministro della Difesa dello Stato ebraico Benny Gantz ha dichiarato che «l’accordo riflette le relazioni eccellenti e in via di sviluppo con la Grecia. È una partnership a lungo termine che servirà gli interessi di entrambi i Paesi, generando centinaia di posti di lavoro e promuovendo la stabilità nel Mediterraneo».

Egli aveva interloquito telefonicamente col suo omologo greco Nikolaos Panagiotopoulos dopo che l’accordo era stato approvato dall’esecutivo di Atene.

Dal canto suo, il CEO di Elbit Systems Bezhalel Machlis ha affermato «che la nuova capacità rafforzerà le relazioni bilaterali», aggiungendo che: «Questa scelta attesta la posizione di leadership detenuta da Elbit nel settore della formazione dei piloti militari, fornendo know-how e tecnologie collaudate che migliorano la prontezza riducendo al contempo i costi».

«Questo non è solo un accordo di esportazione della Difesa, ma piuttosto una partnership che durerà almeno per venti anni», ha dichiarato il responsabile del SIBAT, Yair Kulas. «Vorrei ringraziare il ministero greco della Difesa israeliano – ha egli poi aggiunto – per la sua fiducia e per aver assegnato questo importante compito alla nostra eccellente industria del settore».

Leonardo fornirà gli addestratori M-346 alla scuola di volo greca,  poiché il gruppo industriale italiano ha già collaborato con Elbit nel settore dei simulatori di volo. Il velivolo da addestramento M-346 in Israele viene denominato «Lavi» – proprio come il vecchio aereo da combattimento a suo tempo derivato dal Mirage francese -, una macchina selezionata nel 2012 per l’addestramento dei piloti della Israele Air and Space Force (IASF).

Fonti governative di Gerusalemme hanno poi reso noto che in futuro potrebbe avere luogo una cooperazione diretta tra le accademie di volo israeliana e greca. Allo specifico riguardo va rilevato che in passato i piloti della IASF si sono addestrati assieme a quelli dell’ Hellenic Air Force nel corso delle esercitazioni “Blu Flag” che hanno avuto luogo nel 2020.

Durante una visita effettuata a Cipro nel mese di novembre dello scorso anno, Gantz aveva stipulato un accordo con i ministri difesa di Nicosia e Atene finalizzato all’incremento della cooperazione in campo militare.

I tre paesi hanno stretto legami in un quadro di crescenti tensioni regionali, acuitesi in modo particolare nel Mediterraneo Orientale, che in quest’ultimo caso vedono al centro un duro contenzioso avente a oggetto i diritti di sfruttamento del giacimento di gas naturale offshore.

Infatti, i tre paesi sono partner in un progetto che prevede il trasporto della materia prima estratta in Israele ed eventualmente anche in altri paesi in Europa attraverso un gasdotto sottomarino che collegherà le zone di estrazione con la terraferma del Vecchio continente.

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