DIFESA, aerospazio. Leonardo: accordo con i sindacati, a Grottaglie mantenuti i livelli occupazionali

Interessati gli stabilimenti industriali di Grottaglie, Pomigliano d’Arco, Nola e Foggia. Le risorse economiche da impiegare a copertura finanziaria dell’operazione verranno rinvenute nel Fondo nuove competenze previsto dal «Decreto rilancio».

Una boccata di ossigeno per lo stabilimento industriale di Leonardo a Grottaglie, in Puglia, unità produttiva del gruppo industriale del settore Difesa che l’acuirsi della crisi economica causato dalla pandemia di Covid-19 aveva negli ultimi mesi posto a rischio. In discussione erano divenuti i programmi produttivi del sito ex Alenia, con conseguenti ricadute negative sul futuro occupazionale delle maestranze impiegate nei diversi siti della Divisione aerostrutture.

Fortunatamente, nei giorni scorsi è stato raggiunto un accordo tra l’impresa e i sindacati, che prevede per i quattromila lavoratori degli impianti più ore di formazione professionale a parità di stipendio.

I siti produttivi interessati sono quelli di Grottaglie, Foggia, Nola e Pomigliano d’Arco, per essi l’accordo prevede tuttavia soluzioni diversificate.

Ad esempio, a Grottaglie verrà avviato il programma Euro Male, frutto della collaborazione europea nel settore della Difesa e, inoltre, il progetto Astro, finalizzato allo sviluppo di nuovi materiali.

Per l’altro stabilimento pugliese, invece, si perverrà allo sviluppo del programma “Capitanata”, che si pone l’obiettivo della produzione di apparecchiature da installare sui i velivoli F-35 e A-220.

Nei due siti campani verrà attuato il programma “Nemesi”, basato sulla  produzione dell’ATR, che attualmente ha luogo in Cina.

Uno degli elementi cardine dell’accordo è l’impulso fornito alla formazione del personale, con la previsione di una serie di corsi di formazione del personale da svolgersi durante l’orario di lavoro, in maniera che le ore impiegate nello sviluppo delle nuove competenze, al pari di ore di lavoro, equivalgano alle ore lavorative previste nel contratto collettivo nazionale sia da un punto di vista contributivo che retributivo.

Le risorse economiche da impiegare a copertura finanziaria dell’accordo dovrebbero  rinvenirsi nel Fondo nuove competenze previsto dal cosiddetto «Decreto rilancio».

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