ECONOMIA, Italia. Situazione e prospettive aspettando l’eventuale crisi di governo

Oltre a quello di bilancio, permane il deficit di programmazione, ma non fa nulla, poiché in una fase oltremodo critica come quella attuale la politica è alle prese con la crisi del Governo Conte 2 (evidentemente avrà le sue buone ragioni…). Intanto c’è stata la Brexit, mentre in Italia sono in molti a sollecitare più efficaci politiche economiche e le famigerate riforme strutturali, ritenute necessarie alla crescita. Tutti temi affrontati, come di consueto al lunedì a Radio radicale, dal professor Mario Baldassarri

Dall’iniziale descrizione del non esaltante (eufemismo) scenario economico italiano attuale e futuro, la cui analisi riprende sostanzialmente quanto trattato nelle ultime trasmissioni di Capire per conoscere andate in onda nelle scorse settimane, si è passati alla trattazione del Recovery Plan.

«Siamo alla casella zero del gioco dell’oca – ironizza al riguardo il professor Mario Baldassarri, presidente del Centro studi economia reale -, perché non c’è ancora né un documento che stabilisca quali sono i dieci o quindici progetti importanti nel campo infrastrutturale che l’Italia intende realizzare utilizzando i fondi europei, né delle chiare indicazioni di natura tecnica sui modi e i tempi di realizzazione dei progetti medesimi».

Eventuale crisi di governo e situazione economica

Incalzato sulla possibile crisi di governo dal giornalista di Radio Radicale Claudio Landi – conduttore della trasmissione andata in onda lunedì 4 gennaio, la prima del ciclo nell’anno 2021 -, Baldassarri ha replicato affermando che «qualora una crisi di governo imprimesse una spinta portando a fare chiarezza sul Recovery Plan e, più in concreto, sull’impostazione di una politica economica forte ed efficace, beh… ben venga anche la crisi di governo. ma – ha egli quindi aggiunto –, il mio timore è che dopo un “rimpasto” dell’esecutivo, poi le forze che comporranno la maggioranza non avranno la capacità politica di prendere delle decisioni i tempi rapidi».

Il rischio, dunque, sarebbe quello di avere una crisi di governo in assenza di una spinta verso un percorso più solido.

Purtroppo – conclude Baldassarri -, «almeno al momento, neppure l’opposizione prospetta un’alternativa seria e strutturale».

Brexit ed effetti sulla ripresa italiana

Sollecitato sulla questione della Brexit, il presidente del Centro studi economia reale si è espresso positivamente sull’accordo raggiunto all’ultimo momento tra Londra e l’Unione europea, poiché in assenza di esso «sarebbe stato un disastro, debbo dire – ha aggiunto – più per la Gran Bretagna che per l’Ue».

Nel breve periodo, cioè nel 2021, gli effetti della Brexit non dovrebbero condizionare eccessivamente la situazione economica italiana, in quanto incombono altri e maggiori rischi sulla ripresa: andamento incerto del commercio mondiale, persistenza della pandemia e fibrillazioni dei mercati finanziari.

Al riguardo, riprendendo il Rapporto della Banca d’Italia pubblicato recentemente, Baldassarri ha auspicato il varo da parte del governo italiano di provvedimenti di politica economica «forti e strutturali successivi alla Legge di bilancio, che è modesta e non inciderà sulla ripresa dell’economia», oltre al «rapido e concreto utilizzo di tutti i fondi europei, cioè Recovery Fund, MES “sanitario”, SURE e investimenti della BEI».

Provvedimenti e riforme strutturali

Sospeso il Patto di stabilità e crescita, atteso il Recovery Fund, secondo Claudio Landi c’è stata una «tana libera tutti! per il deficit»…

È quello che ha sottolineato la Banca d’Italia nel suo rapporto, poiché adesso si stanno ottenendo delle risorse a debito, «quindi si triplica la responsabilità di usare bene quelle risorse per fare, come dice Mario Draghi, “debito buono”».

Secondo Baldassarri le riforme da fare sono quelle che non ci sono in questa Legge di bilancio e che non sono state fatte neppure negli ultimi quindici anni, quindi la riforma della Pubblica amministrazione e la sua (effettiva!) digitalizzazione, riforma della Giustizia «e quantomeno – sottolinea l’ex viceministro – della Legge fallimentare», poiché egli paventa il fondato rischio che a breve una degenerazione della situazione economica e sociale nel Paese costringerà molte imprese a “portare i libri in tribunale”.

Si tratta di riforme di natura istituzionale che avrebbero un impatto importante sull’economia, alle quali Baldassarri aggiunge anche la «riforma delle riforme», cioè i pagamenti dei debiti contratti con le imprese da parte della Pubblica amministrazione, poiché ancora oggi, in una fase acuta di crisi, risultano ancora non pagati numerosi corrispettivi fatturati dal settore privato con lo Stato e gli altri Enti pubblici.

Una esposizione pregressa pari a 55 miliardi di euro che, se venisse azzerata (o quantomeno ridotta) assumerebbe le forme di una benefica iniezione di liquidità al settore imprenditoriale nazionale.

Ma… queste riforme sarebbero davvero «a costo zero?»

Va sgomberato il campo da un falso mito: non esistono riforme a costo zero. Infatti, esse si rivelano efficaci quando per vararle si impiegano le risorse necessarie a farlo, «altrimenti – citando la cosiddetta scuola economica di Chicago – le riforme a costo zero sarebbero come l’ormai noto pasto gratis».

Un tema, quello sopra citato, tuttavia assente nel dibattito pubblico in atto nel Paese, dove politica e media pongono il proprio orizzonte temporale nel brevissimo termine.

A291 – ECONOMIA, SITUAZIONE E PROSPETTIVE ASPETTANDO L’EVENTUALE CRISI DI GOVERNO. Oltre a quello di bilancio, permane il deficit di programmazione, ma non fa nulla, poiché in una fase oltremodo critica come quella attuale la politica è alle prese con la crisi del Governo Conte 2… evidentemente avrà le sue buone ragioni.
Intanto c’è stata la Brexit, mentre in Italia sono in molti a sollecitare più efficaci politiche economiche e le famigerate riforme strutturali, ritenute necessarie alla crescita. Tutti temi affrontati, come di consueto al lunedì a Radio radicale, dal professor MARIO BALDASSARRI.
Questi e altri argomenti – quali i debiti contratti e non ancora pagati dalla Pubblica amministrazione alle imprese private oppure il costo delle auspicate riforme strutturali – sono stati affrontati il 4 gennaio 2021 dal presidente del Centro studi economia reale e già viceministro dell’Economia con CLAUDIO LANDI, giornalista di Radio Radicale, nel corso della trasmissione di economia “Capire per conoscere”, in onda tutti i lunedì sulle frequenze dell’emittente organo della Lista Marco Pannella.
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