ECONOMIA, riforma del MES. Si rende necessario fare chiarezza sulla sua utilità

Baldassarri (CSER): «È bene avere un meccanismo europeo che possa fungere da “cuscinetto” nel caso di un aggravamento della crisi», tuttavia una consistente parte della politica e dell’opinione pubblica italiana è convinta del contrario, ignorando per altro la netta separazione tra il possibile finanziamento della Sanità dalla riforma del MES in funzione della stabilità del sistema bancario europeo. È il risultato di una intensa campagna propagandistica?

Tutti lo conoscono come MES, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità, cioè quell’argomento che da mesi è fonte di roventi polemiche a livello politico nel Paese.

Tuttavia, non è altrettanto chiaro a tutti che, quando si discute pubblicamente di «MES», spesso ci si riferisce al cosiddetto «MES sanitario», che è la linea di credito aperta dall’Unione europea al fine di fare fronte alle emergenze create dalla pandemia di Covid-19 in questo specifico settore, cosa diversa dalla riforma del MES cosiddetto «ordinario», che è attualmente in discussione in sede europea.

Fare chiarezza sul MES

Dunque, due argomenti nettamente separati tra loro. Ha argomentato allo specifico riguardo Mario Baldassarri, intervenuto lunedì 7 dicembre nel corso della sua consueta trasmissione di inizio settimana dedicata da Radio Radicale all’economia, che nel primo caso (quello concernente il MES sanitario) «in realtà, non si dovrebbe neppure parlare in senso tecnico di “MES”, poiché si tratta di fondi stanziati allo scopo di provvedere alle esigenze provocate dalla diffusione dei contagi, finanziamenti destinati a spese dirette o indirette in campo sanitario», che per l’Italia ammonterebbero a 37 miliardi di euro.

E qui il presidente del Centro studi economia reale ha voluto aprire una parentesi soffermandosi su quella che a suo avviso sarebbe sostanzialmente una sorta «omissione di atti di ufficio», poiché se il Governo italiano avesse richiesto tale finanziamento all’inizio della scorsa primavera, «questo finanziamento senza condizioni, se non quella di spenderli bene, si sarebbe potuto fare un piano per la Sanità, per i trasporti pubblici e per la scuola, limitando con ogni probabilità la virulenza della seconda ondata di contagi».

Il salvataggio delle banche europee

Tornando alla polemica di natura ideologico-politica, in un passaggio successivo del suo intervento, Baldassarri ha inteso sottolineare come la riforma del MES «ordinario» si focalizzi invece su un aspetto fondamentale: la predisposizione di un fondo di salvataggio dei sistemi bancari europei.

«È evidente che la pandemia, sperando che termini il prossimo anno, lascerà comunque sulle banche un enorme mole di crediti insolvibili, i noti non perfoming loan, con la conseguenza che le banche si troveranno di fronte al problema di “come digerire” questi crediti incagliati che deterranno nelle loro pance».

Quindi, sempre secondo Baldassarri, oggetto della riforma in discussione a Bruxelles è il ricorso, nell’eventualità si rendesse necessario, a un “cordone sanitario” che questi sistemi bancari possa sostenere.

Una obiezione frequente dei detrattori del MES è quella che con esso si sostengano le banche tedesche, «certamente sì – ha replicato su questo punto Baldassarri -, ma il problema che dobbiamo porci è se il MES serva anche al sistema bancario italiano, francese o spagnolo. Perché i sistemi bancari ormai sono tutti interconnessi tra di loro, dunque, obiettivo del MES, una volta riformato, sarà proprio l’intervento immediato per circoscrivere l’infezione in uno dei sistemi bancari nazionali dei Paesi membri dell’Unione europea».

Questo in primo luogo per sostenerlo, ma soprattutto al fine di evitare che quella infezione si trasmetta anche agli altri sistemi attraverso gli istituti bancari di sistema interessati dalle crisi.

Polemiche di natura ideologica e ritardi

In conclusione, egli si è espresso riguardo alla correlata polemica in atto in Italia, che oppone i «sovranisti» contrari al MES a coloro i quali sono invece favorevoli: «Questi due argomenti, MES “sanitario” e MES “bancario”, nettamente separati tra loro, vengono affrontati con piglio ideologico facendo ricorso alla retorica sulla sovranità nazionale in pericolo, le micidiali condizionalità associate, eccetera. In realtà di questi due argomenti si tratta e, su di essi, occorreva scegliere con pragmatismo e coraggio politico al più tardi già nello scorso mese di maggio».

Ma, il MES «bancario» prevedrebbe le condizionalità proprie del MES attualmente previsto in sede europea (quello cosiddetto «strutturale», per intendersi)?

La proposito Baldassarri è stato lapidario: «No. Poiché anche in questa ipotesi poi, fra qualche anno, si dovrà discutere come, sé e a quali condizioni introdurre queste condizionalità e, aspetto non indifferente, quali forme assumeranno tali condizionalità, condizionalità che sul MES sanitario non vengono assolutamente poste».

Va inoltre rilevato come la riforma del MES bancario sia stata concepita in una fase antecedente l’esplosione della pandemia di coronavirus e che la crisi generata dalla diffusione del Covid-19 la ha però resa ancora più attuale.

Crediti «incagliati» in Italia

Il sistema economico italiano si caratterizza per la stretta connessione tra le banche e le imprese, dove le piccole e medie imprese ricorrono diuturnamente ai crediti allo scopo di finanziare gli esercizi ordinari dei loro bilanci e molto meno per effettuare degli investimenti nelle proprie aziende, come invece normalmente accade in Europa, di risulta – ha rimarcato al riguardo il giornalista Claudio Landi -, questo “cordone sanitario” interessa da vicino anche l’Italia.

«A noi interessa due volte – ha replicato Baldassarri -, intanto perché è interesse del nostro Paese che anche il sistema bancario tedesco venga posto in una condizione di solvibilità, ma soprattutto proprio a causa della profonda interconnessione esistente in Italia, dove una crisi del sistema bancario nazionale si trasmetterebbe immediatamente alle imprese per via di una stretta creditizia, che potrebbe culminare nella sua forma più estrema, il cosiddetto credit crunch, aggravando ulteriormente gli effetti recessivi già creati dalla pandemia. È dunque fuori luogo affermare che questa riforma è stata concepita per aiutare le banche tedesche e francesi, poiché si tratta di un argomento privo di senso».

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale della trasmissione mandata in onda da Radio Radicale il giorno 7 dicembre 2020

A284 – ECONOMIA, RIFORMA DEL MES  E MES «SANITARIO»: È NECESSARIO FARE CHIAREZZA. Il professor MARIO BALDASSARRI, già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale, intervenendo come di consueto alla trasmissione radiofonica “Capire per Conoscere”, condotta dal giornalista CLAUDIO LANDI, andata in onda il 7 dicembre 2020 su Radio Radicale, ha affrontato l’argomento che nel Paese è fonte di un acceso dibattito politico.
Tutti lo conoscono come MES, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità, cioè quell’argomento che da mesi è fonte di roventi polemiche a livello politico nel Paese.
Tuttavia, non è altrettanto chiaro a tutti che, quando si discute pubblicamente di «MES», spesso ci si riferisce al cosiddetto «MES sanitario», che è la linea di credito aperta dall’Unione europea al fine di fare fronte alle emergenze create dalla pandemia di Covid-19 in questo specifico settore, cosa diversa dalla riforma del MES cosiddetto «ordinario» o «strutturale», che è attualmente in discussione in sede europea.
Nel corso della trasmissione radiofonica andata in onda su Radio Radicale sono stati inoltre affrontati i temi relativi ai possibili investimenti che potranno venire resi possibili in futuro dal Recovery Fund e della «cabina di regia» voluta dal Governo Conte 2 che li sovraintenderebbe, esautorando così, di fatto, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE).
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