CORRUZIONE, malasanità. Gare truccate nelle Asl piemontesi: quindici misure cautelari

Dalle indagini di Procura e Guardia di Finanza è emerso un collaudato sistema. Smantellata un’associazione per delinquere, le accuse sono di turbativa d'asta e frode nelle pubbliche forniture

A seguito dell’analisi dell’ingente materiale probatorio sequestrato durante le attività di perquisizione effettuate lo scorso mese di maggio, la Guardia di Finanza di Torino, ha eseguito quindici ordinanze di custodia cautelare, disposte dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale del capoluogo piemontese, nei confronti di pubblici dipendenti, commissari di gara ed agenti e rappresentanti di alcune imprese accusati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture.

Le indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dirette dal Pubblico ministero Giovanni Caspani, che sono durate quasi un anno, hanno preso avvio a seguito dell’accertamento di un ammanco presso l’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ammanco pari a un valore di circa 300.000 euro e relativo a un costoso prodotto farmaceutico, il “Bon Alive” (sostituto osseo), causato dalla condotta illecita posta in essere da un’incaricata di un’impresa torinese, che si avvaleva della complicità di un pubblico dipendente infedele, il quale si prestava alla falsificazione della documentazione amministrativa in cambio di generose tangenti.

Egli modificava le richieste d’ordine indirizzate al provveditorato/economato del Centro traumatologico ortopedico (articolazione dell’Azienda sanitaria locale preposta ai pagamenti), apponendo firme false di altri infermieri allo scopo di ottenere il reintegro delle giacenze del prodotto medicale che, pur risultando essere stato pagato dal Cto, non veniva tuttavia utilizzato nelle sale operatorie né, tantomeno, risultava stoccato nel relativo magazzino.

L’analisi dei documenti acquisiti e le evidenze emerse a seguito di indagini tecniche hanno consentito di acclarare che il pubblico dipendente, dopo aver ricevuto il prodotto ordinato, provvedeva a riconsegnarlo alla rappresentante dell’azienda che lo aveva fornito.

Nel proseguo dell’inchiesta, le investigazioni svolte dal I Nucleo operativo metropolitano delle Fiamme gialle di Torino, hanno disvelato numerose condotte illecite poste in essere nell’ambito di alcune gare d’appalto da agenti e rappresentanti d’impresa e da componenti delle commissioni nominati da alcune Aziende sanitarie locali (Asl).

Da tale contesto è emerso un collaudato e articolato sistema di interazioni fra soggetti privati e commissari di gara, ricostruito anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ai pedinamenti, finalizzato a truccare le gare d’appalto attraverso la modifica dei capitolati, l’attribuzione di punteggi di favore e la rivelazione di informazioni riservate.

Sotto attenzione della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza sono finite, in particolare, tre gare bandite:

dalla Città di Torino (Asl TO4), per la fornitura di camici chirurgici sterili monouso, nella quale è stato accertato che alcuni membri della commissione della gara d’appalto avevano favorito un’impresa modificando il capitolato di gara ed attribuendole punteggi elevati, in cambio di oggetti preziosi;

dalla Aou Maggiore della Carità di Novara, per la fornitura di distributori di divise e giacche in TNT, per la quale è stato acclarato che alcuni incaricati e agenti di un’impresa veneta avevano sistematicamente fornito puntuali istruzioni a un dipendente pubblico della predetta struttura, al fine di sospendere la gara d’appalto e di redigere un nuovo capitolato conformemente alle “richieste” ricevute;

dalle Asl di Asti e di Alessandria, nonché dall’Azienda ospedaliera SS Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria, per la fornitura di prodotti e apparecchiature chemioterapiche, per la quale è emerso che diversi agenti e incaricati di un’impresa modenese avevano consegnato a un membro della commissione di gara d’appalto, a seguito dell’aggiudicazione di un lotto per la fornitura di beni del valore di quasi un milione di euro, orecchini in oro rosa e topazi azzurri.

Il valore complessivo delle gare d’appalto oggetto di turbativa ammonta a circa 3.5 milioni di euro. Nel corso dell’operazione i militari della Guardia di Finanza hanno sequestrato altresì disponibilità finanziarie e beni per quasi 300.000 euro, riconducibili al profitto degli illeciti penali commessi.

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