USA, presidenziali 2020. Il Paese accentua la propria polarizzazione: manifestazioni e violenze in diverse città, a New York venti arresti

Proteste e manifestazioni contro Donald Trump anche a Boston, Chicago e Filadelfia. Il disperato tentativo del tychoon divenuto presidente di arrestare il conteggio dei voti postali e, al contempo contestare l’esito degli Stati in bilico che potrebbero consegnare la vittoria a Jo Biden

Tumulti di piazza nelle città americane questa notte a seguito di una serie di manifestazioni degenerate in alcuni casi in violenze. Numerose persone sono state arrestate dalla polizia a New York mentre inscenavano proteste contro l’amministrazione Trump a Manhattan, chiedendo il riconteggio dei i voti delle elezioni presidenziali. Coloro i quali avevano marciato nelle strade intorno a Washington Square Park, scandendo slogan come «No Trump! No KKK! No Fascist Usa!», sono stati accusati di aver trasformato una manifestazione pacifica in aggressioni e atti di vandalismo.

Alta tensione. A Minneapolis, la principale città dello Stato del Minnesota, decine di manifestanti sono stati fermati mentre marciavano per chiedere il conteggio di tutti i voti denunciando le azioni legali della campagna di Trump contro gli spogli.

Scene simili verificatesi anche nell’Oregon, dove si registrano arrestati per danneggiamenti. Anche in questo caso la folla ha chiesto il riconteggio dei voti. Proteste anti-Trump anche a Boston (Massachusetts) Chicago (Illinois) e Filadelfia (Pennsylvania).

I seguaci del presidente in carica sono scesi in strada a Detroit, nel Michigan, importante polo dell’industria automobilistica d’America e serbatoio di consensi per Trump nelle precedenti elezioni per la Casa Bianca.

Trump gioca sporco. Alle sette della mattina di oggi, (ora di Roma) non si erano ancora conclusi gli spogli presso i seggi elettorali. Sono quattro gli Stati dell’Unione nei quali l’esito del voto permaneva ancora incerto, la Pennsylvania, il North Carolina, la Georgia e il Nevada mente l’Arizona si era espressa per Biden.

L’organizzazione della campagna elettorale del presidente uscente valuta le azioni legali da adire in caso di sconfitta in Arizona e Nevada, Stati chiave dove è in corso lo spoglio delle schede. Finora sono state intentate cause legali in Pennsylvania, Michigan e Georgia, azioni miranti al blocco dello spoglio pervenute dopo l’election day, mentre nel Wisconsin è stato chiesto il riconteggio, tutto questo nel disperato tentativo del tychoon e del suo staff di arrestare il conteggio dei voti postali e, al contempo, contestare l’esito degli Stati in bilico che potrebbero consegnare la vittoria a Jo Biden.

Condividi: