ECONOMIA, servizi. Recovery Fund e utilities: il focus posto dal Mini Book Utilitatis sulle opportunità per la crescita e l’ambiente

Le risorse stanziate costituiscono un’opportunità per il Sud Italia, che potrebbe così accelerare gli investimenti infrastrutturali e superare il «water service divide» che affligge il Mezzogiorno

di Francesca Mazzarella e Maria Gerarda Mocella, rispettivamente direttore di Utilitatis e responsabile Strategia e Pianificazione di Utilitalia – Le prossime settimane sono determinati per l’individuazione da parte del Governo dei settori da sostenere nell’ambito del Piano nazionale del Recovery Fund. Già da diverse settimane la Federazione ha iniziato a raccogliere i dati sugli investimenti previsti da parte delle associate.

Si tratta di un piano di investimenti importante, che interessa le infrastrutture idriche, energetiche e ambientali. Il potenziale di crescita – anche e soprattutto territoriale – è significativo e in grado di generare un effetto-volano capace di contribuire significativamente alla ripresa di comparti oggi in difficoltà (meccanica, edilizia, chimica).

Sul punto si segnala che già da diverse settimane Utilitalia ha aperto un canale informale con i principali esponenti dell’Esecutivo, per ribadire l’importanza dei servizi svolti dalle associate e la loro centralità nell’economia e nella vita sociale del Paese.

È stato inoltre sottolineato il potenziale impatto degli investimenti in infrastrutture idriche, energetiche ed ambientali sull’economia nazionale. Sono investimenti in grado di generare un significativo effetto volano, capace di contribuire significativamente alla ripresa di comparti oggi in difficoltà (meccanica, edilizia, chimica, eccetera).

Al riguardo risulta opportuno che tutte le imprese coinvolte avviino, nel più breve tempo possibile, un confronto con gli organi di governo regionali e con le amministrazioni concedenti, per illustrare i progetti di interesse e sollecitarne la trasmissione al governo centrale, nonché per sottolineare il potenziale di crescita, anche e soprattutto territoriale, connesso agli investimenti nei settori di riferimento.

La programmazione di un piano di investimenti legati alla presentazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR), nell’ambito del Recovery Fund, è un’opportunità importante per incrementare sensibilmente gli interventi nel settore delle utilities. In quest’ottica è necessario individuare i progetti strategici, da un punto di vista economico, sociale ed ambientale, mirati ad un impatto sostenibile sulla produttività e sulla resilienza economica e sociale a livello nazionale e comunitario.

Utilitalia ha avviato pertanto un’analisi per individuare i progetti ritenuti dalle sue associate eleggibili ad essere inclusi nel futuro Piano nazionale per la ripresa e la resilienza e dunque considerati “strategici”.

I progetti proposti si sovrappongono solo in parte con quanto programmato dalle aziende e costituiscono pertanto investimenti addizionali o comunque solo un sottoinsieme del piano del comparto pari a cinquanta miliardi di euro la cui attuazione viene accelerata.

Quelli proposti infatti sono progetti che beneficerebbero di un cofinanziamento e, auspicabilmente, di supporto procedurale (ad esempio, anche attraverso la semplificazione delle procedure autorizzative) per migliorarne la fattibilità economica e realizzazione in tempi rapidi.

Il totale degli investimenti proposti ammontano 17,4 miliardi di euro, ripartiti fra le due macro categorie della transizione verde (circa 16,4 miliardi di euro) e digitalizzazione (n miliardo di euro). Un programma di investimenti con un potenziale impatto occupazionale consistente con ricadute significative su tutti i settori delle utilities italiane sia in termini economici che occupazionali, portando ad un impatto diretto sul Pil dell’1% ed alla creazione di almeno 234 mila nuovi posti di lavoro.

I progetti sono circa 1.400 per un valore di oltre 17 miliardi di euro, di cui il 94% è legato alla transizione Verde” e il restante 6% alla transizione Digitale”.

In termini di ripartizione percentuale del valore per settore, circa il 58% degli investimenti sono indirizzati al settore idrico, il 25% al settore energetico, il 15% circa al settore ambientale, mentre un 2% è dedicato a progetti intersettoriali o di altri settori affini.

La distribuzione geografica delle proposte progettuali, in termini di numero di progetti e relativo valore, vede un’elevata concentrazione al nord ed al centro (le associate delle due macro aree hanno proposto più del 90% dei progetti e più dell’80% del valore degli investimenti totali).

Se tale sbilanciamento riflette la compagine associativa Utilitalia (con poche associate al Sud) è a sua volta indicativo del tessuto industriale del Sud: una ridotta presenza di società capaci di progettare e realizzare gli investimenti necessari a colmare il gap infrastrutturale e contribuire a superare il divide fra Nord e Sud. È pertanto fondamentale includere nel pacchetto del Recovery fund iniziative volte a promuovere interventi di soggetti industriali in tempi rapidi.

Se si vuole che l’impatto del Recovery Fund sia duraturo e non limitato agli anni in cui arriveranno i finanziamenti, bisogna innanzitutto considerare i fondi come un’opportunità di investimento, per innescare dinamiche di crescita, delle quali il nostro paese ha in questo momento un bisogno estremo.

In particolare, le risorse stanziate dal Recovery Fund costituiscono un’opportunità per il Sud Italia per accelerare l’attuazione degli investimenti infrastrutturali e superare il water service divide che caratterizza in particolar modo le aree del Mezzogiorno. I progetti proposti beneficerebbero di un cofinanziamento e, auspicabilmente, di un supporto. Per agevolare gli investimenti, bisogna semplificare i procedimenti e ridurre i termini delle procedure autorizzative.

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