DOMENICALE, musica. Covid-19: un titolo apparentemente oltraggioso è la spia della disperazione degli Artisti cantata da Igor Nogarotto

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“Siamo la culla dell’arte ma le abbiamo chiuso le porte” inizia così la canzone Italia vaffanculo del cantautore Igor Nogarotto, titolo solo apparentemente di odio verso il proprio Paese, ma in realtà disperata e veemente richiesta di aiuto. Quindi essa va interpretata come un inno all’Italia, che ne vuole mettere in luce la bellezza e la grandezza storica che attualmente è offuscata dalla grave crisi economica e sociale generata dalla diffusione dell’epidemia di coronavirus.

Afferma al riguardo Nogarotto che non si tratta di una difesa partigiana del suo lavoro, poiché “l’assenza di cultura e di espressioni artistiche come musica, cinema, teatro privano l’individuo di bellezza e di emozioni, rendendolo sempre più arido di sentimenti e isolato, generando depressione e crescente incapacità di creare relazioni umane”.

La regia del video è di Tommaso Trombetta.

Nogarotto aveva già descritto tutte le difficoltà che incontra un artista oggi in questo paese nel romanzo “Volevo uccidere Gianni Morandi” – anch’essa opera dal titolo ironico che esprime la gelosia nei confronti del successo del celebre cantante bolognese, libro per il quale ha anche subito minacce di morte -, un vero e proprio manuale dell’iter pressoché utopistico che deve percorrere un artista emergente per emergere.

“Fratelli d’Italia dov’è la vittoria dove sono finiti i sogni di gloria?”

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