ECONOMIA, emergenza coronavirus. Decreto «ristoro» e «retropensieri» sull’azione del Governo

L'opinione di Mario Baldassarri sugli annunci dei tanti decreti legge e i DPCm emanati negli ultimi sette mesi e il confronto con i dati scaturiti dalla loro effettiva realizzazione nei termini della concreta efficacia a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese. secondo l'economista marchigiano, già viceministro e attualmente presidente del Centro studi economia reale l' altro e più lungo surplace è in funzione del periodo di attesa dell'elezione del prossimo Presidente della Repubblica nella primavera del 2022

di Mario Baldassarri, pubblicato da “Il Sole 24 Ore” il 28 ottobre 2020 – Dopo aver visto La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, da marzo stiamo tutti vivendo un altro film ben più reale e drammatico: La Grande Ipocrisia.

Basta infatti confrontare i roboanti annunci dei tanti decreti legge e DPCM emanati negli ultimi sette mesi ed i dati relativi alla loro effettiva realizzazione ed alla loro concreta efficacia di sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese.

Faccio cinque casi ormai ben evidenti nei dati.

1.- I lavoratori dipendenti hanno ricevuto la cassa integrazione di aprile e maggio a fine luglio. Per quella da giugno ad oggi quasi niente;

2.- I lavoratori autonomi hanno ricevuto solo 600 euro. Da aprile a settembre sono sei mesi, quindi 100 euro al mese;

3.- L’indennizzo per il fatturato perso dalle imprese (Alberghi, bar, ristoranti ecc.) è stato limitato al solo mese di aprile 2020. Queste imprese hanno però perso fatturato per tutto il lock-down ed anche nei mesi di riapertura. Pertanto a fronte, ad esempio, di una perdita di 100.000 euro subita in tre mesi hanno ricevuto 5000 euro di indennizzo del solo mese di aprile, una vera presa in giro;

4.- I prestiti bancari con garanzia al 100% dello Stato sono stati erogati solo in parte ed in decine di migliaia di casi sono ancora in corso le istruttorie bancarie.

5.- I debiti delle pubbliche amministrazioni non pagati alle imprese erano 60 miliardi, da marzo sono aumentati di altri 10-15 miliardi.

D’altra parte, sapevamo da aprile che le scuole dovevano riaprire a settembre e che 9 milioni di persone tra studenti e personale dovevano essere trasportate a scuola e poi riportate a casa. Non era difficile prevedere che il problema dell’assembramento sarebbe esploso dentro gli autobus, tram e metropolitane riempiti all’80%. Ebbene, che cosa si è fatto? Nulla, neanche il ricorso ai mezzi di trasporto privati vuoti di turisti e di gitanti.

Sapevamo anche che dovevamo decuplicare i tamponi per fotografare bene la diffusione del contagio. Ci siamo trovati con file di 8-10 ore ai vari drive-in!

Sapevamo che in questo autunno sarebbe stato necessario fare a tutti i vaccini contro la normale influenza. Ci troviamo a fine ottobre che non ci sono neanche a pagamento in farmacia!

Ma allora che cosa è stato fatto in questi sei mesi? Un diluvio di conferenze stampa a reti unificate, uno tsumani di talk-show televisivi ed uno scontro continuo sui 37 miliardi di MES si o MES no. Un confronto-scontro surreale perché si è discusso se finanziarci con i fondi europei o emettendo debito pubblico direttamente sul mercato senza sapere prima e subito su dove e come spendere quei soldi.

Occorreva infatti varare subito un piano urgente per la sanità, la scuola ed i trasporti pubblici, settori dove si sono prodotti gli effetti diretti ed indiretti della pandemia proprio come previsto dal MES. Oggi, dopo sette mesi, avremmo avuto più posti in ospedale, più medici ed infermieri in corsia, più posti in terapia intensiva, più sicurezza nelle scuole, meno assembramenti nei trasporti e forse la seconda ondata sarebbe stata più contenuta o quantomeno affrontata con maggiore preparazione e capacità di intervento.

In agosto il Comitato Tecnico Scientifico, prevedendo con quasi certezza una seconda ondata a partire da ottobre, pare abbia suggerito al governo la necessità di un lock-down preventivo all’inizio di settembre. Ma eravamo a tre settimane dalle elezioni regionali… e quindi tutto è rimasto in surplace fino a fine settembre… a dopo le elezioni regionali. Nel frattempo il virus, che non si è certo fermato in attesa del voto, è riesploso proprio come previsto.

In questo mese di ottobre ci sono poi tre casi di grande ipocrisia “in corso d’opera”.

1.- Tutti sono favorevoli al ricorso al Recovery Fund che dovrebbe dare all’Italia 209 miliardi di euro. Questi fondi però potranno arrivare nella seconda metà del prossimo anno e saranno disponibili a stato avanzamento lavori e solo a fronte di progetti di investimento e di riforma. Ad oggi siamo accora fermi ad una assurda lista della spesa che contiene oltre 600 progetti quando per essere seri e credibili dovremmo proporne e soprattutto realizzarne non più di 15-20.

2.- Nella Nota di Aggiornamento Def è stata annunciata una manovra 2021 di 40 miliardi con 23 miliardi in più di deficit prevedendo di ottenere 20 miliardi di euro dal Recovery Fund nel 2021 e 3,5 miliardi nel 2022…poi si vedrà! Pochi giorni dopo nel Documento Programmatico di Bilancio la manovra è stata indicata a 30 miliardi di euro, tutti in deficit. Questa manovra, nonostante il drammatico momento che stiamo attraversando, è ancora più piccola di quella annunciata nella NADEF, l’aumento del deficit è ancora più elevato ed il ricorso ai fondi europei è minimo. Per di più tutto questo è basato su numeri futuribili laddove il Governo sostiene di avere copertura per quasi 20 miliardi di euro in base a maggiori entrare date da una futura possibile crescita! Questa fantasia contabile non è neanche contabilità creativa ma è giocare al superenalotto. Si tratta infatti di una copertura prevista fra due anni con maggiori entrate ipotizzabili in base ad una altrettanto ipotizzabile ed aleatoria maggiore crescita. Ma chi ci crede?

3.- Nell’ultimo DPCM del 25 ottobre, mentre metropolitane e autobus continueranno ad essere affollati. si è imposta la chiusura di bar e ristoranti alle 18 di sera. Questo è un vero e proprio lock-down mascherato perché tutti sanno che queste attività incassano l’80-90% del fatturato…a cena! Forse questo escamotage serve solo per dire che l’attività non è chiusa del tutto e quindi l’indennizzo del mancato fatturato è solo parziale. Il governo ha infatti varato un decreto-ristori che andranno dal 150 al 200% di quanto ricevuto per lo scorso mese di aprile. Ma quello di aprile è stato un indennizzo ridicolo quasi da presa in giro. Ed il 150-200% di una somma ridicola resta un ristoro ridicolo rispetto alla perdita di fatturato che le imprese hanno subito ogni mese, per nove mesi da marzo a novembre.

Ma non è che adesso qualcuno coltiva il retropensiero di un altro e più lungo surplace in attesa della elezione del prossimo presidente della Repubblica nella primavera del 2022?

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