LIBANO, visita di Giuseppe Conte. Riaffermare il ruolo italiano in favore della stabilizzazione del Paese e dell’intera regione

Dopo le precedenti visite del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e della viceministra degli Esteri Emanuela Del Re, nella capitale libanese il capo dell’Esecutivo ha visitato il porto, area colpita dall'esplosione, è salito a bordo della nave San Giusto, quindi si è trattenuto con le autorità locali

giuseppe conte

La visita del Presidente del Consiglio dei ministri italiano ha luogo a un anno di distanza dal precedente incontro con Saad Hariri, a quel tempo primo ministro in carica, essa fa seguito al massiccio invio di aiuti al Paese di cedri effettuato della Protezione civile italiana, quattro voli speciali recanti venti tonnellate di materiale sanitario e l’attracco a Beirut delle navi San Giusto ed Etna della Marina militare che hanno trasportato il materiale destinato all’allestimento di un ospedale da campo per far fronte all’emergenza sanitaria.

Dopo le precedenti visite del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e della viceministra degli Esteri Emanuela Del Re, nella capitale libanese Conte ha visitato il porto, area colpita dall’esplosione, è salito a bordo della nave San Giusto, quindi si è trattenuto con le autorità locali, il presidente della repubblica Michel Aoun, quello del parlamento, Nabih Berri, il premier dimissionario Hassan Diab e quello incaricato Mustapha Adib.

È prevista anche la visita del capo dell’esecutivo italiano all’ospedale da campo dell’operazione “Emergenza Cedri” nonché all’Università libanese campus di Hadat. Conte non andrà a Shama sede del Quartier generale della missione Unifil a guida italiana, tuttavia incontrerà a Beirut insieme all’ambasciatore italiano Nicoletta Bombardiere il comandante di UNIFIL, il generale Stefano Del Col.

Gli incontri politici di oggi sono tesi alla riaffermazione del ruolo italiano in favore della stabilizzazione del Paese e dell’intera regione nel mutevole quadro strategico del Mediterraneo.

La Turchia è sempre più presente in Libia è ha dei contenziosi aperti nel settore delle ricerche petrolifere, questo mentre l’accordo tra EAU e Israele apre la strada a una coalizione che gli Usa vorrebbero allargare ad altri Paesi, una sorta di «NATO araba» che affiancherebbe quella vera e propria in un settore dove si registra un incremento della tensione.

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