MEDIO ORIENTE, Israele-EAU. Raggiunto un accordo di pace: Trump esulta, i palestinesi nell’angolo

Formalizzate le relazioni tra i due paesi. Un atto che, secondo Abu Dhabi, «ferma l’annessione dei territori in Cisgiordania da parte dello Stato ebraico»; ma da Gerusalemme Netanyahu si affretta a sottolineare che «essa non è stata cancellata, ma soltanto rinviata»

L’accordo porta auna formalizzazione delle relazioni tra i due paesi, un atto che, secondo fonti di Abu Dhabi, fermerebbe l’annessione dei territori in Cisgiordania da parte dello Stato ebraico.

Dal canto suo, il primo ministro israeliano, pur sottolineando la portata storica dell’evento, ha comunque voluto sottolineare che l’annessione – riferendosi alla Valle del fiume Giordano, che per gli israeliani è la «fascia di sicurezza» – non sarebbe stata cancellata ma viene soltanto rinviata.

Soddisfazione a Washington, dove dalla Casa Bianca il presidente Trump ha immediatamente dichiarato che «si tratta di una svolta enorme», mentre gli sceicchi degli Emirati lo definiscono «un passo audace per la pace nella regione».

L’accordo tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti non sancisce soltanto la formale cessazione dello stato di guerra tra lo Stato ebraico e quelle petromonarchie del Golfo Persico, con la piena normalizzazione tra i due Paesi, ma “congela” la contestata annessione israeliana di parte dei territori del West bank.

Il protagonista di questo successo diplomatico viene indicato nel presidente degli Usa, che ha diffuso per primo la notizia pubblicando la nota congiunta in un suo tweet.

Naturalmente questo è un avvenimento che gli gioverà durante la sua campagna elettorale per le presidenziali di novembre e, allo scopo, già si sta muovendo per capitalizzare questo suo successo. Egli si è infatti affrettato a annunciare che la firma dell’accordo si terrà nelle prossime settimane nel corso di una cerimonia alla Casa Bianca, promettendo agli americani che, se rieletto alla carica di presidente degli Stati Uniti, raggiungerà anche un accordo con l’Iran entro trenta giorni.

Nel gran clamore della notizia a rimanere spiazzati e sempre più isolati sono invece i palestinesi. Negative ovviamente le reazioni di Hamas, Jihad islamica, Comitati di resistenza e Olp, che hanno definito l’accordo «una iniziativa che non serve alla causa palestinese».

Hamas, in particolare, essa «incoraggia l’occupazione israeliana e la negazione dei diritti del popolo palestinese», mentre secondo la Resistenza di Gaza «l’accordo rivela le dimensioni della  cospirazione contro il popolo palestinese ed è una pugnalata infida e velenosa alle spalle della Nazione».

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