TECNOLOGIA, Ue. Presentati dalla Commissione Europea i dati sullo stato di digitalizzazione e innovazione dei Paesi membri

fonte: Lucia di Giambattista, AFCEA Capitolo di Roma, luglio 2020 – La digitalizzazione viene studiata attraverso un indice denominato Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), che si basa su una metodologia di calcolo in funzione di 5 dimensioni, quali la connettività, il capitale umano, l’uso dei servizi internet, l’integrazione delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali; per quest’anno, come descritto nel nuovo documento metodologico (link), l’analisi è stata revisionata in virtù delle nuove tecnologie emergenti.

I dati prendono in esame l’anno 2019, includendo il Regno Unito e calcolando le medie sui 28 Stati membri (link al report europeo).

In questo contesto, l’Italia si colloca al 25° posto fra i 28 Stati membri dell’Unione europea, incrementando il punteggio complessivo rispetto al 2019 da 41,6 a 43,6; tuttavia tale risultato si dimostra ancora al di sotto della media europea di 52,6 per l’anno 2020 (link al report sull’Italia).

Tra le dimensioni definite, il capitale umano rappresenta un tema su cui l’Italia deve migliorarsi, poiché «solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base (58% nell’Ue) e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (33% nell’Ue)».

Questi dati ci mostrano come sia importante avviare opportuni processi formativi vincendo “l’inerzia della macchina” all’interno del contesto lavorativo, scolastico e sociale.

Oltre alla digitalizzazione, è stato misurato anche il livello di innovazione del nostro continente e dei suoi Stati membri, detto European innovation scoreboard; l’innovazione in Europa cresce ed è aumentata del 8.9% dal 2012, registrando maggiori incrementi per alcuni Paesi, come la Grecia ed il Portogallo che passa da innovatore moderato al gruppo degli innovatori più forti (link al report europeo).

Tra gli Stati leader, la Svezia resta al primo posto, seguita da Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi mentre il nostro Paese si posiziona tra gli innovatori moderati (link al report sull’Italia). Anche l’indicatore dell’innovazione è di tipo composito ed è ottenuto mediante una media non ponderata di 27 indicatori suddivisi in 10 dimensioni individuate su 4 differenti sezioni.

Confrontando i dati dell’Europa con quelli di altri Paesi extra-europei, si continua ad avere un vantaggio sui risultati di Stati Uniti, Cina, Brasile, Russia, Sudafrica e India; si confermano ancora una volta Paesi leader la Corea del Sud, Australia e Giappone.

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