PATRIMONIO ARCHEOLOGICO, tutela. Reperti dell’antica Roma in un bed and breakfast di Segni e in un magazzino di Anagni

Quarantasei gli oggetti risalenti tra il II Secolo a.C. e il VII d.C. rinvenuti e successivamente sequestrati dalle Fiamme gialle, due le persone denunciate per il reato di detenzione abusiva di materiale archeologico

Decine di reperti archeologici di grande pregio storico-artistico risalenti al periodo compreso tra il II Secolo a.C. ed il VI-VII d.C., sono state recuperate dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma tra Segni e Anagni.

Impegnate a Segni in un controllo fiscale nei confronti di un agriturismo bed and breakfast, i militari della Compagnia di Colleferro al comando del capitano Salvatore Pezzella, hanno rinvenuto e sequestrato alcuni mortai in calcare, un capitello in travertino, un’ara funeraria romana in marmo, una vasca in pietra di trachite, colonnine in marmo e una cornice modanata in tufo.

Dopo la denuncia dei due responsabili alla Procura della Repubblica di Velletri per il reato di detenzione abusiva di materiale archeologico, l’Autorità giudiziaria ha disposto la perquisizione dell’abitazione degli indagati sita ad Anagni e di un magazzino ubicato a Segni presso un rivenditore, ove sono stati rinvenuti ulteriori reperti, quali colonne, capitelli, tuboli in terracotta, brocche, lucerne, statue votive in terracotta e mensole.

Si tratta di beni in parte probabilmente trafugati.

Al riguardo va infatti rilevato che quella particolare zone negli anni passati è stata interessata dai lavori per il tracciato della ferrovia alta velocità Roma-Napoli, che ha comportato l’apertura di numerosi cantieri e lo scavo in profondità del terreno, dal quale, non infrequentemente, sono riaffiorate testimonianze dell’antichità.

A  una prima impressione i reperti rinvenuti – utilizzati dai gestori della struttura turistica come elementi decorativi dei locali interni e dell’esterno in stile “rustico” e pompeiano – erano parsi delle copie ben fatte su modelli dell’antichità, tuttavia, in seguito la loro autenticità è stata confermata da una perizia effettuata da un esperto del Museo archeologico di Colleferro, al quale sono stati affidati in custodia i beni sequestrati, questo in attesa della classificazione e dell’assegnazione definitiva per il restauro e per la successiva esposizione al pubblico da parte della Soprintendenza Archeologia alle Belle arti e al Paesaggio.

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