AUTOMOTIVE, illeciti. Contraffatti pezzi di ricambio per autovetture Fca e di auto d’epoca

Denunciate due persone nel Torinese per contraffazione, reati ambientali e lavoro nero; un’intera area era stata allestita a officina abusiva

È il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino a San Gillio, comune del Torinese, che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di 15.000 pezzi di ricambio per auto contraffatti riportanti il marchio della casa automobilistica Fca.

I militari della Compagnia di Susa che hanno effettuato l’intervento coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, hanno individuato il capannone nelle campagne di San Gillio, su un’area estesa circa 1.500 metri quadri.

Nello stabile, apparentemente abbandonato, era possibile accedere esclusivamente da un ingresso defilato, situato nel retro e quindi difficilmente visibile.

All’interno è stata rinvenuta una vera e propria industria del falso, ma non solo: l’imprenditore, un cinquantenne di La Cassa, aveva intrapreso la sua attività illegale allo scopo di produrre migliaia di pezzi di ricambio e accessori per autovetture tutti riportanti il marchio Fca, impresa che ovviamente era ignara della vicenda e quindi parte lesa.

Macchinari, attrezzature, tutto era allestito e organizzato per soddisfare le centinaia di ordinativi che quotidianamente l’uomo riceveva dai suoi clienti.

Egli si era infatti creato una nicchia di mercato tra gli appassionati di auto d’epoca, infatti, tra i pezzi di ricambio sequestrati dai Finanzieri numerosi erano parti di rispetto di autovetture storiche, destinati a un notevole bacino di collezionisti, aspetto confermato anche dal considerevole volume di commesse ricevute dall’azienda, non soltanto dal Piemonte, ma da tutta Italia.

Nel corso dell’intervento sono state anche riscontrate gravi anomalie riguardo allo smaltimento dei rifiuti e dei residui della lavorazione: una porzione dello stabile è risultata destinata allo stoccaggio di rifiuti pericolosi, ammassati all’interno del capannone, che aveva per altro la copertura in amianto.

All’interno c’era anche un’area allestita a officina per le riparazioni delle autovetture, ovviamente abusiva, così come “in nero” era impiegato il personale trovato al lavoro.

Oltre 1.000 pezzi di motori e 24 tra macchinari attrezzature per la riparazione delle auto sono stati sequestrati.

Ora tutta l’area è stata sequestrata mentre sono circa 15.000 i ricambi falsi cautelati dai Finanzieri, unitamente ai macchinari e alle attrezzature utilizzate per l’attività illecita.

Particolare che va ad aggravare la posizione dell’indagato è rappresentato dal fatto che mentre la maggior parte delle aziende oneste sono chiuse nel pieno rispetto dei provvedimenti a contrasto del Covid-19, l’ormai noto block down, l’uomo ha continuato a svolgere, le sue attività in maniera incessante, non curante delle restrizioni in vigore.

Per questa ragione nei suoi confronti, oltre alle denunce del caso che sono state sporte, gli sono state elevate sanzioni per “mobilità non giustificata”, che hanno interessato anche il personale trovato all’interno del capannone abusivo.

L’uomo, già noto alle Forze dell’ordine per altri precedenti a suo carico, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino per una lunga serie di reati che vanno dalla contraffazione alla frode in commercio dai reati ambientali sino alla ricettazione.

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