CORONAVIRUS, crisi economica. L’allarme di Confapi Roma: «Aperte 150 pratiche di cassa integrazione in una settimana»

Massimo Tabacchiera: «Necessario garantire liquidità immediata alle piccole e medie imprese, anche a quelle già in sofferenza, il sistema bancario immetta immediatamente soldi nel sistema delle imprese; non solo in quelle che hanno parametri positivi dal punto di vista della “bancabilità”»

«Centocinquanta pratiche di cassa integrazione aperte in una settimana: la crisi si farà sentire duramente», questa l’allarmante denuncia lanciata oggi da Massimo Tabacchiera, presidente di Confapi Roma e Confapi Lazio, la Confederazione italiana della piccola e media industria.

«Le aziende hanno dovuto fermare le produzioni, anche le vendite sono congelate, e dopo un periodo di blocco il primo problema che si creerà sarà quello della liquidità. Un motore rimasto a secco per ripartire ha bisogno subito di carburante. È indispensabile che il sistema bancario immetta immediatamente soldi nel sistema delle imprese; non solo in quelle che hanno parametri positivi dal punto di vista della “bancabilità”, cioè quelle che spesso hanno meno bisogno del credito. Sarà necessario garantire liquidità anche e soprattutto a tutte quelle piccole attività, anche con qualche difficoltà pregressa o in sofferenza, che con la disponibilità del credito potranno comunque riproporsi sul mercato, garantendo comunque livelli occupazionali indispensabili per mantenere un equilibrio sociale, e non creare ulteriori problemi occupazionali».

Tabacchiera ha inoltre sottolineato che: «Il primo impatto sociale è stato affrontato con l’estensione del ricorso alla cassa integrazione guadagni (Cig) e con l’intervento straordinario del Governo di concerto con le nostre associazioni nazionali. Questo consente di affrontare l’immediato con maggiore tranquillità, avendo comunque tutti la possibilità di garantire un reddito ponte ai propri dipendenti. Da venerdì 20 a venerdì 27 marzo i nostri uffici hanno lavorato a oltre centocinquanta verbali di concertazione sindacale, proprio per l’accesso alla Cig. Ora sarà determinante intervenire con il sistema bancario e con l’Associazione bancaria italiana (Abi), per poter incidere sul sistema di garanzie a favore delle aziende con maggiori difficoltà, proprio per poter agganciare la ripresa, quando ci sarà».

Egli ha quindi auspicato un intervento dell’Esecutivo, anche in termini di apporto di garanzie al sistema bancario, per l’approvazione del credito necessario.

«Saranno determinanti anche i tempi di risposta dello stesso sistema bancario – ha aggiunto -, riteniamo infine che l’accesso al credito bancario di liquidità debba essere legato al mantenimento ed alla ripartenza delle attività, con livelli occupazionali pre-crisi, cosa che consentirebbe di far ripartire le produzioni senza continuare a scaricare sulle casse pubbliche il costo sociale dei dipendenti oggi in Cassa Integrazione. Infine, vogliamo aggiungere una nota positiva, segnalando l’esempio di aziende che si sono anche immediatamente adattate ai nuovi scenari, come la DB Ingegneria dell’Immagine di Acilia, che nel giro di qualche giorno ha avviato la produzione delle tanto agognate mascherine protettive».

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