CRIMINALITÀ, pirateria informatica. Calcio, Serie A e coppe: oscurati dalla Finanza 15 siti web che trasmettevano illegalmente le partite

Il Nucleo Speciale Beni e Servizi delle Fiamme gialle è intervenuto a tutela del diritto d’autore, violato dalle organizzazioni che acquisivano e ricodificavano i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento per poi distribuirli (a pagamento) nella rete Internet

Il mercato della pirateria rappresenta un business molto fiorente che si poggia su una grande quantità di clienti che lo alimentano, probabilmente ignari delle conseguenze cui si espongono e dei danni economici dei titolari dei diritti rispetto ai cittadini che onestamente acquistano prodotti regolari.

La Sezione del Giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo, mediante oscuramento, di quindici siti web che offrivano e consentivano illegalmente la visione – a pagamento – degli eventi sportivi relativi soprattutto al Campionato di calcio di Serie “A”, questo a vantaggio di un numero indeterminato di utenti finali.

Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura della Repubblica della capitale in funzione del contrasto di questo fenomeno che alimenta circuiti economici illeciti in violazione delle norme poste a tutela del diritto d’autore.

Esso ha avuto luogo sulla base degli accertamenti precedentemente svolti dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza avviati a seguito della denuncia/querela sporta dalla Lega Nazionale Professionisti di Serie A, contitolare – unitamente alle singole squadre organizzatrici delle partite di calcio – dei diritti audiovisivi relativi a tutti gli eventi disputati nelle competizioni di cui la stessa è organizzatrice, quindi il Campionato di Serie “A” Tim, Coppa Italia, Supercoppa e Competizioni Primavera.

Questo genere di attività illecita attività è connaturata alla moderna metodologia di distribuzione dei cosiddetti «contenuti multimediali», cioè la IPTV (Internet Protocol Television), mediante la quale i pirati sono in grado di acquisire e ricodificare i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento per poi distribuirli nella rete Internet, sotto forma di flusso di dati ricevibile dagli utenti fruitori, ma mediante la preventiva sottoscrizione di un abbonamento (anch’esso illecito) utilizzando un semplice personal computer, tablet, smartphone o decoder, apparecchi che siano connessi alla rete.

Le indagini dei militari della Guardia di Finanza, tuttora in corso, mirano al principale obbiettivo consistente nell’individuazione della complessa struttura dell’organizzazione formata da decine di reseller, nonché delle centinaia di clienti, che acquistando gli abbonamenti, non solo fruiscono illegalmente della visione di eventi sportivi e palinsesti televisivi pay per view, ma alimentano il circuito criminale.

A tale proposito, infatti, non vanno assolutamente sottovalutate le responsabilità degli stessi fruitori, nei confronti dei quali le Fiamme gialle in passato, nel quadro di analoghe attività investigative, hanno provveduto a contestare le relative violazioni di natura penale, riferibili in particolare alla normativa sul diritto d’autore.

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