VATICANO, gesuiti. I 170 anni de “La Civiltà Cattolica”

Fin dai tempi di Pio IX, fuggito a Gaeta vestito da prete ai tempi della Repubblica Romana, prima della stampa le bozze della rivista vengono inviate alla Segreteria di Stato vaticana per l’approvazione definitiva, oltre le Mura leonine si decide sull’opportunità di pubblicare o meno alcuni articoli

Si cominciano a preparare i festeggiamenti per i 170 anni di vita de “La Civiltà Cattolica”. Il pontefice (anche lui gesuita) ha inviato un chirografo scritto a mano per fare gli auguri alla storica rivista e approfittare anche per indicarle la strada.

Andare alle frontiere e trovare risposte audaci, questo il suggerimento di Bergoglio:

«Fate discernimento sui linguaggi – ha infatti scritto nella sua nota – combattete l’odio, la meschinità e il pregiudizio e, soprattutto, non accontentatevi di fare proposte di rammendo o di sintesi astratta: accettate invece la sfida delle inquietudini straripanti del tempo presente, nel quale Dio è sempre all’opera».

Nel messaggio, Francesco ha inoltre ricordato che fu Pio IX a chiedere alla Compagnia di Gesù di fondare “La Civiltà Cattolica”, che da allora «accompagna fedelmente il Papa».

Egli ha quindi rivolto una richiesta al «collegio degli scrittori» che anima il periodico – che è stato arricchito con delle pagine internazionali su impulso dello stesso Bergoglio -, di continuare «a vivere la dinamica tra vita e pensiero con occhi che ascoltano, sapendo che la “civiltà cattolica” è quella del buon samaritano».

La Civiltà Cattolica è stata fondata a Napoli nel 1850, sviluppo di un progetto elaborato all’interno della Compagnia del Gesù e sostenuto dalla Santa Sede. Quest’ultima voleva una voce ufficiosa e allo stesso tempo autorevole dalla quale far risuonare il punto di vista della Chiesa cattolica di fronte alla rivoluzione nazionalista che allora andava sconvolgendo gli Stati europei e di fronte alle ideologie di libertà che ponevano in secondo piano la visione religiosa del mondo, come il razionalismo illuministico e il marxismo.

Fu Pio IX – a quel tempo esiliato a Gaeta – a spingere per la pubblicazione e ad anticipare persino le spese di pubblicazione del primo numero.

La rivista è sempre rimasta un quindicinale, mantenendo il medesimo formato (236×161 millimetri) e la stessa grafica e – a detta di oltre Tevere – ha sempre attuato il principio ignaziano dell’agere contra, che viene proprio dagli esercizi spirituali del fondatore della Compagnia del Gesù.

La Civiltà Cattolica ha un rapporto peculiare con la Santa Sede, tanto che il fascicolo della rivista, ancora in bozze, viene inviato alla Segreteria di Stato per l’approvazione definitiva.

Il giudizio si basa su tre punti: la conformità degli articoli della rivista con l’insegnamento della Chiesa su fede e morale; la conformità o non sostanziale difformità con gli indirizzi della Santa Sede sugli Stati; l’opportunità di pubblicare alcuni articoli.

Le eventuali osservazioni vengono comunicate al direttore del giornale in udienza in Segreteria di Stato il lunedì che precede il primo e il terzo sabato del mese in cui la rivista è pubblicata.

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