ECONOMIA, Italia. Titoli di Stato: nessuna apertura a tetto

Gualtieri, si è chiaramente espresso contro una modifica del trattamento prudenziale dei titoli di Stato. Intanto, dal lato delle entrate tributarie: viene registrato un gettito di 359,8 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno

In relazione all’intervento tenuto ieri al Rome Investment Forum, il Ministero dell’Economia e delle Finanze fa notare che, diversamente da quanto suggerito da alcuni titoli dei giornali pubblicati ieri mattina, il ministro titolare del dicastero di Via XX Settembre, Roberto Gualtieri, si è chiaramente espresso contro una modifica del trattamento prudenziale dei titoli di Stato, che, come è noto, attualmente non contempla la ponderazione al rischio, né limiti di concentrazione nel patrimonio degli intermediari finanziari, rilevando che eventuali modifiche in tal senso renderebbero l’Europa l’unica giurisdizione al mondo priva di un asset liquido a rischio zero.

Il riferimento a possibili incentivi alla diversificazione degli asset, nel quadro dell’introduzione di una garanzia europea dei depositi, non rappresenta una apertura a un tetto per i titoli di Stato ma riguarda un’ipotesi molto diversa – una base per una riflessione e non ancora una concreta proposta – secondo cui la normativa e la vigilanza potrebbero incentivare la diversificazione transfrontaliera di tutti gli attivi (non solo dei titoli di Stato), tenuto conto dei vantaggi della diversificazione stessa per la solidità della banca.

Intanto, dal lato delle entrate tributarie: viene registrato un gettito di 359,8 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno.

Infatti, nel periodo gennaio-ottobre 2019 le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 359.830 milioni di euro, segnando un incremento di 5.432 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,5%).

Il dato continua a essere condizionato dalla variazione negativa del 2,3%, registrata nel trascorso mese di febbraio, determinata dall’andamento dei versamenti dell’imposta sostitutiva sui risultati delle gestioni individuali di portafoglio (-665 milioni di euro) e dell’imposta sostitutiva dovuta sulle forme pensionistiche complementari e individuali (-712 milioni di euro).

Nel mese di ottobre si evidenzia ancora un incremento di gettito pari a 2.313 milioni di euro (+7,1%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, influenzato dalle entrate delle imposte autoliquidate con un gettito Irpef pari a 2.235 milioni di euro (+553 milioni di euro) e Ires pari a 1.349 milioni di euro (+102 milioni di euro). Tali dati sono legati alla proroga al 30 settembre dei termini di versamento di tutte le imposte autoliquidate per i soggetti che svolgono attività economiche per le quali sono stati approvati gli indicatori di affidabilità (Isa).

Si segnala, inoltre, nel mese l’andamento positivo delle ritenute IRPEF da lavoro dipendente pari a 454 milioni di euro (+3,9%), con una crescita nel periodo gennaio-ottobre pari a +3,3%.

Imposte dirette. Le imposte dirette risultano pari a 193.011 milioni di euro, con un incremento di 2.964 milioni di euro (+1,6%) rispetto al medesimo periodo del 2018. Il gettito IRPEF mostra una crescita del 2,1% (+3.232 milioni di euro).

Si segnala l’andamento positivo delle ritenute Irpef sui lavoratori del settore privato (+2.290 milioni di euro, pari a +3,4%) e sui dipendenti del settore pubblico (+1.891 milioni di euro, pari a +3,1%).

Si segnala invece una diminuzione delle ritenute effettuate dai lavoratori autonomi (-1.013 milioni di euro, – 9,7%).

Tra le altre imposte dirette si segnala un lieve incremento dell’imposta sostitutiva sui redditi e delle ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale (+0,3%), mentre persiste la diminuzione dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (-741 milioni di euro, -73,8%) che rispecchia le performance negative dei mercati nel corso del 2018.

Anche l’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione mostra una diminuzione di 777 milioni di euro che riflette i risultati negativi dei rendimenti medi ottenuti nel 2018 dalle diverse tipologie di forme pensionistiche complementari.

Imposte indirette. Le imposte indirette, che ammontano a 166.819 milioni di euro, registrano una variazione positiva di 2.468 milioni di euro (+1,5%).

Il risultato è legato all’andamento del gettito dell’Iva (+2.772 milioni di euro, +2,8%) e, in particolare, alla componente di prelievo sugli scambi interni che registra un incremento di 2.996 milioni di euro (+3,4%). Diminuisce, invece, il gettito dell’Iva sulle importazioni (-224 milioni di euro, -1,9%).

L’imposta sulle assicurazioni segna una diminuzione del 36,0% determinata, nel mese di luglio, dal recupero del maggiore acconto versato nel 2018 per effetto dell’aumento dell’aliquota, dal 40% al 58%, previsto dalla legge finanziaria per il 2018.

L’imposta di bollo mostra un calo di 404 milioni di euro (-7,1%) dovuto anche alle nuove disposizioni, in vigore dal 1 gennaio 2019, che hanno modificato le modalità di versamento dell’imposta sulle fatture elettroniche. In calo anche l’imposta di registro -191 milioni di euro (-4,7%).

Entrate dai giochi. Nei primi dieci mesi dell’anno, le entrate dai giochi ammontano a 12.863 milioni di euro (+7,0%).

Entrate da accertamento e controllo. Le entrate tributarie erariali derivanti dall’attività di accertamento e controllo si attestano a 9.845 milioni di euro (+1.406 milioni di euro, +16,7%) di cui: 5.283 milioni di euro (+26,2%) sono affluiti dalle imposte dirette e 4.562 milioni di euro (+7,3%) dalle imposte indirette.

Sul sito web del Dipartimento delle Finanze è disponibile il Bollettino delle entrate tributarie del periodo gennaio-ottobre 2019, corredato dalle appendici statistiche e la relativa Nota tecnica che illustra in sintesi i principali contenuti del documento.

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