CULTURA, letteratura. Nuvola Roma Eur, l’appuntamento con «più Libri più Liberi»

Dal 4 all’8 dicembre alla fiera della piccola e media editoria 66thand2nd incontra i lettori

Dal 4 all’8 dicembre, presso gli stand E38- D37 della Fiera della Piccola e Media editoria, 66thand2nd incontra i lettori.

Gli incontri e le sale.

Venerdì 6 dicembre alle ore 18:00 presso la Sala Vega: Cristiano Ronaldo. Storia intima di un mito globale, di Fabrizio Gabrielli. Daniele Manusia interverrà con l’autore per raccontare la storia e i trionfi di un campione che vive e gioca eternando un ideale apollineo, ma indaga soprattutto l’uomo in tutta la sua complessità, nella grandezza luminosa e nelle zone d’ombra che si nascondono sotto il sorriso, gli addominali e i selfie impeccabili dell’atleta divino.

Sabato 7 dicembre alle ore 18:30 presso la Sala Antares:
Il Volontario, di Salvatore Scibona. Giorgio Vasta interverrà con l’autore; a dieci anni da La Fine, il suo straordinario debutto, l’acclamato autore italo-americano torna con un’opera che ambisce all’etichetta di Grande Romanzo Americano.

Il Volontario ripercorre l’odissea di quattro generazioni, dal Midwest rurale alla New York poliglotta degli anni Settanta, fino ai lunari paesaggi dei sobborghi di Los Alamos, guidando il lettore in un nuovo viaggio ai margini dell’America.

Domenica 8 dicembre alle ore 13:00 presso la Sala Sirio: Il Ferroviere e il Golden Gol, di Carlo D’Amicis; Stefano Petrocchi e Marino Sinibaldi interverranno con l’autore.

Un ferroviere pugliese poco più che trentenne, ossessionato dal gioco del calcio, conduce un’esistenza rettilinea, che sembra scorrere anch’essa sui binari, ma sogna ogni giorno di scartare di lato come la più fantasiosa e guizzante delle ali destre. Quando la cassa integrazione lo lascia a casa coglierà la palla al balzo per coronare il sogno della vita: battere le polverose strade del Salento a caccia di talenti per la Juve di Lippi e Del Piero.

Domenica 8 dicembre alle ore 16:00 presso la Sala Sirio: Coppi ultimo, di Marco Pastonesi, paesaggio sonoro e organetto di Alessandro D’Alessandro.

A cento anni dalla nascita e a quasi sessanta dalla morte, viene raccontato Fausto nel 1959, suo ultimo anno di uomo e di campione, di padre e di atleta, di industriale e di manager. Un lungo, frenetico, appassionato addio al mondo del ciclismo, cioè a strade e piste, corse e corridori, giornali e giornalisti. Un Coppi inedito, raccontato in mille storie minime ed esemplari.

 

Carlo D’Amicis, Il ferroviere e il golden gol, collana_attese, pagg. 160. Puglia, metà anni Novanta. Un curioso personaggio si aggira per gli assolati e polverosi campetti da calcio della provincia salentina. Afferma di essere il nuovo talent scout della Juventus, un uomo del destino capace di scovare giovani talenti e portarli in alto, fino alla corte di Marcello Lippi e Alex Del Piero. Fino a ieri era un umile Ferroviere, una vita sui binari del lavoro e dell’ossessione calcistica, ma la cassaintegrazione e l’incontro fortuito e surreale con il potente procuratore della Juve, l’innominabile L.M, lo convincono che è il momento di scartare di lato come la più fantasiosa delle ali destre per abbracciare finalmente il lavoro che ha sempre sognato. Poco importa se tutto è forse frutto di un delirio personale. La sua passione è talmente forte da riuscire, contro ogni logica previsione, a trasformare il sogno in realtà o meglio in una menzogna più vera del vero, una fandonia capace di fare, almeno per un istante, il miracolo.

Dopo il successo de Il Gioco, finalista al Premio Strega, Carlo D’Amicis torna su un romanzo giovanile, lo riscrive interamente e consegna al lettore l’esilarante ritratto di un eroe improbabile e imperfetto ma non per questo meno sincero, e di una provincia altrettanto stralunata, popolata da spregiudicati televenditori, cognatine sexy e giocatori in erba ma già disposti a tutto pur di andare a segno.

E mentre lo scaltro e fantasioso Ferroviere ci abbindola con le sue irresistibili fandonie, D’Amicis ci avvolge in una sorprendente nostalgia degli anni ’90 e dell’ultima grande stagione del calcio italiano.

Carlo D’Amicis (Taranto, 1964) vive e lavora a Roma. Tra i suoi romanzi: Escluso il cane (2006, pubblicato anche in Francia presso Gallimard), La guerra dei cafoni (2008).

Marco Pastonesi, Coppi Ultimo, collana Vite inattese, pagg. 240. A cento anni dalla nascita e a quasi sessanta dalla morte, ecco Coppi ultimo: Fausto Coppi nel 1959, il suo ultimo anno di uomo e campione, di padre e atleta, di industriale e manager. Un lungo addio al mondo del ciclismo – cioè strade e piste, corse e corridori, giornali e giornalisti –, ma anche il silenzioso addio alle mogli, Bruna e Giulia, ai figli, Marina e Faustino, agli amici, agli angeli custodi, ai gregari, ai tifosi, all’Italia e agli italiani. L’ultima Parigi- Roubaix, l’ultimo Giro di Toscana, l’ultimo Trofeo Baracchi, ma anche la prima e ultima Vuelta, il primo e ultimo volo a Dublino, il primo e ultimo viaggio nell’Alto Volta, dove contrasse la malaria. Un Coppi stremato, sfinito, esaurito, eppure ancora pronto a correre, voglioso, curioso. Un Coppi attore, primattore e protagonista, un Buffalo Bill in bicicletta, ambasciatore della propria leggenda a due ruote. Un Coppi inedito, raccontato in mille storie minime ed esemplari. Dopo il Pantani raccontato da chi “lo conosceva bene” e il ritratto di Jonah Lomu che gli è valso il premio Bancarella Sport, Marco Pastonesi si confronta con la massima icona dello sport italiano, accompagnandolo nei giorni forse più difficili da raccontare e restituendogli, grazie a questa coraggiosa e inedita prospettiva, tutta la sua straordinaria umanità.

Marco Pastonesi (Genova, 1954), ex giocatore di rugby di serie A e B, ha lavorato per ventiquattro anni alla «Gazzetta dello Sport», seguendo quindici Giri d’Italia e dieci Tour de France. Con 66thand2nd ha pubblicato anche Pantani era un dio (2014) e L’Uragano nero (2016), sul rugbista neozelandese Jonah Lomu, con cui ha vinto il premio Bancarella Sport nel 2017.

Salvatore Scibona, Il volontario, collana Bookclub, traduzione di Michele Martino, pagg. 452. Un bambino che parla una lingua sconosciuta viene abbandonato da suo padre in un aeroporto internazionale, con solo i vestiti indosso e una manciata di soldi nella tasca del cappotto. Così inizia Il Volontario. Ma per comprendere questa decisione straziante e indifendibile, la storia deve tornare al momento, decenni prima, in cui un giovane di nome Vollie Frade, quasi per capriccio, si arruola nei Marine degli Stati Uniti per combattere in Vietnam. Rompendo definitivamente con la famiglia e con il mondo rurale dell’ Iowa, Vollie mette in moto una catena di eventi inimmaginabili, che lo vedono andare a lavorare per persone insidiose, di cui all’inizio fatica a cogliere le intenzioni. Dalla giungla cambogiana a un albergo malfamato nel Queens, fino una comune del New Mexico, il percorso di Vollie traccia una storia segreta della vita ai margini dell’America, che culminerà in una inevitabile e terribile resa dei conti.

Con un sentimento intenso, un’erudizione insolita e uno stile accattivante, Scibona offre insieme una profonda riflessione sulla nostra capacità di scoprire e persino inventare le nostre vere famiglie, e un serrato interrogatorio sul volto più autoritario e terrificante del potere istituzionale nel modo più autorevole e terrificante. Un’odissea di perdita e salvezza che spazia tra quattro generazioni di padri e figli, Il Volontario è un trionfo nella più grande tradizione della narrazione americana.

Salvatore Scibona è nato a Cleveland nel 1975 in una famiglia di origine siciliana. Si è laureato all’Università dell’Iowa in Scrittura creativa e attualmente lavora presso il Fine Arts Work Center di Provincetown. Dopo gli studi, grazie a una borsa Fulbright, l’autore è venuto in Italia per conoscere il paese dei suoi antenati, imparare l’italiano e fare ricerche per il suo romanzo. Con La fine è stato finalista nel 2008 al National Book Award e si è aggiudicato nel 2009 il Young Lions Fiction Award e il Whiting Writers’ Award.Nel giugno del 2010 il «New Yorker» ha incluso Salvatore Scibona nella lista dei 20 scrittori under 40 da seguire. Dopo il successo dell’edizione americana, La fine è stato pubblicato in Inghilterra, Francia e Germania.

Fabrizio Gabrielli, Cristiano Ronaldo Storia intima di un mito globale, collana Vite inattese, pagg. 240. Cristiano Ronaldo è una figura abbacinante, che abbraccia e racchiude mondi. È uno dei calciatori più dominanti e significativi della storia del gioco, e soprattutto è il primo – e forse insuperabile – esempio di brand nel calcio. Nella gelida determinazione, nell’ambizione sconfinata, nella feroce etica del lavoro e nella maniacale cura del suo corpo sovraumano scopriamo la cifra del suo impatto sull’immaginario globale, e sul futuro di uno sport che CR7 – più di ogni altro giocatore in attività – ha saputo ridefinire.

Cristiano Ronaldo non è una figura che si presta facilmente al racconto: non è George Best, nè Eric Cantona; apparentemente ricorda più il protagonista di un beneducato manuale di self-help che di un grande romanzo. È un fuoriclasse che mira dritto al successo e lo raggiunge senza esitazioni e senza contraddizioni. Fabrizio Gabrielli non si ferma però alla superficie del mito: ripercorre la storia e i trionfi di un campione che vive e gioca eternando un ideale apollineo, ma indaga soprattutto l’uomo, scomponendone l’immagine pubblica e analizzandone la grandezza luminosa così come le zone d’ombra che si nascondono sotto il sorriso, gli addominali e i selfie impeccabili dell’atleta divino. E poi ricompone i pezzi in un ritratto psicologico meticoloso e insieme poetico, il ritratto di un ragazzo fragile che un’ossessività inaudita porta a diventare l’ultimo mito globale del calcio.

Fabrizio Gabrielli è vicedirettore dell’Ultimo Uomo, rivista digitale di Sky dedicata allo sport e alla sua narrazione. Nel 2012 ha pubblicato Sforbiciate (Piano B).

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