Nel corso della giornata di ieri i Carabinieri del Comando provinciale di Frosinone, gli agenti della Squadra mobile della Questura di Frosinone e i militari del Gruppo di Cassino della Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Cassino hanno eseguito nelle province di Frosinone, Napoli, Aosta e Parma, un decreto di perquisizione e sequestro presso abitazioni, società e luoghi di culto riconducibili alla Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme, un sodalizio che ha il suo centro di aggregazione a Gallinaro, un piccolo centro del Frusinate, e una diffusione sull’intero territorio nazionale.
Il provvedimento è stato assunto nel quadro di attività investigative volte ad accertare e verificare le eventuali indebite condotte di varia natura che gli inquirenti presumono siano state poste in essere dai promotori e da parte dei seguaci della sedicente «chiesa».
Un sodalizio che nel recente passato era già stato oggetto delle attenzioni della magistratura e che oggi viene interessato dalle attività investigative scaturite dalle numerose segnalazioni pervenute alle tre Forze dell’Ordine, come l’inchiesta avviata tre anni fa dalle Fiamme gialle per presunto riciclaggio, una ipotesi accusatoria tuttavia in seguito archiviata.
La signora Maria Giuseppina Morcia a suo tempo asserì di avere avuto delle apparizioni del bambino Gesù, episodi che in seguito generarono dapprima nel circondario, poi anche nel resto del Paese, la curiosità e la devozione di non poche persone, che in parte incominciarono a recarsi nel luogo dove la donna risiedeva, visite che nel tempo divennero veri e propri pellegrinaggi, con notevole beneficio per l’indotto commerciale locale.
Da oltre Tevere vennero immediatamente prese le distanze da quell’asserito miracolo (le apparizioni) che aveva turbato la quiete della diocesi di Sora. La Chiesa cattolica romana non si esitò a sanzionare addirittura con la scomunica il cenacolo creatosi attorno a Maria Giuseppina.
La signora – forte dell’avviata dinamica proselitistica e alla luce delle dimensioni assunte dal fenomeno che aveva generato (all’epoca i suoi seguaci raggiunsero le 2.400 unità) -, decise di fondare una propria chiesa, avviando così le pratiche amministrative per il riconoscimento da parte dello Stato italiano dello status di ente ufficiale di culto, che però gli venne negato.
Se avesse ottenuto il riconoscimento richiesto al Ministero dell’Interno, sarebbe stata nelle condizioni di partecipare alla ripartizione del 5 per 1.000.
Oggi, il sodalizio cultuale riconducibile alla famiglia Morcia risulta strutturato gerarchicamente. Esso rinviene infatti il suo elemento apicale in Samuele Morcia, «sommo pontefice» dal 2015, articolandosi inoltre su un consiglio spirituale, un comitato pastorale e un’assemblea dei fedeli.
Negli anni successivi alla scomparsa di Maria Giuseppina Morcia, è stato registrato un continuo incremento del numero dei proseliti, la stessa fase, però, nella quale le Forze dell’Ordine iniziavano i loro attenzionamenti.
L’attuale indagine della Procura di Cassino è ancora in corso. Gli inquirenti stanno valutando gli elementi del caso, quindi preferiscono mantenere ancora un certo riserbo.
Trapela comunque l’ipotesi di reato, che sarebbe quella di truffa, mentre a essere indagati sarebbero una quindicina di persone tra fedeli e impiegati pubblici.
La nuova azione investigativa sulla Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme ha preso avvio a seguito delle numerose denunce sporte in ragione delle presunte condotte di alcuni suoi esponenti, definite dagli inquirenti come «indebite» e «di varia natura».
In particolare si tratterebbe di pressioni psicologiche su adepti e di flussi sospetti di denaro ammontanti a migliaia di euro, attività che – sempre sulla base delle denunce – sarebbero state poste in essere dai promotori e dai seguaci della «chiesa» di Gallinaro.