SIRIA, situazione. Si delinea la cooperazione militare tra Usa e Turchia

Concordato un quadro generale di sicurezza alla frontiera siro-turca, ma Erdoğan non vuole i curdi vicino alla sua frontiera. Il Pentagono ostenta ottimismo, ma sa benissimo che per tenere sotto controllo le ultime sacche di jihadisti dell’Isis non può fare meno dello Ypg. Attualmente i militari statunitensi e turchi si sono concentrati tra Tell Abyad e Ras al-Ayn

Alla fine di agosto Stati Uniti d’America e Turchia hanno concordato un quadro generale all’interno del quale è stato delineato un meccanismo di sicurezza da attivare lungo la frontiera siro-turca allo scopo di prevenire re-insorgenze delle formazioni di matrice jihadista dell’Isis, mantenendo al contempo elevato il livello del loro contrasto.

Christopher P. Maier, direttore della task force impegnata contro ciò che rimane delle forze combattenti del sedicente «califfato», nella mattinata di ieri nel corso di un incontro con la stampa ha affrontato il tema del citato meccanismo di sicurezza, confermando che le forze statunitensi e quelle turche hanno iniziato i pattugliamenti congiunti nel nord-est della Siria per ridurre le tensioni tra Ankara e i miliziani curdi sostenuti da Washington in funzione anti-Isis.

«A seguito dello sviluppo di questo quadro – ha affermato Maier -, abbiamo rapidamente messo in atto i principi chiave dell’accordo e, alla fine di agosto, americani e turchi hanno concordato i termini di una cooperazione nel contrasto delle sacche residue dell’Isis».

Secondo un articolo redatto per il Dipartimento della Difesa Usa (DoD) da Terri Moon Cronk, attraverso le attività attualmente in fase di svolgimento in Siria e Turchia, questo meccanismo si andrebbe sempre più rodando.

Gli americani hanno istituito un centro operativo congiunto nel sud anatolico, responsabile della pianificazione quotidiana e del coordinamento delle forze sul terreno.

Tra gli elementi principali del programma di sicurezza concordato a livello bilaterale figurano la rimozione delle fortificazioni della milizia curda, da attuare in collaborazione con le Forze democratiche siriane sul lato siriano della frontiera.

«Siamo concentrati sulla questione dei rifugiati come elemento a lungo termine del meccanismo di sicurezza – ha aggiunto Maier -, ma ovviamente, queste sarà un compito he dovranno svolgere principalmente le Nazioni Unite e le organizzazioni non governative in collaborazione con la Turchia e i nostri partner in Siria».

Maier ha quindi sottolineato che la transizione è in corso e che si continuerà a implementare le capacità delle forze locali, che sono in grado di affrontare le continue minacce portate dall’Isis.

I militari statunitensi e quelli turchi si sono inizialmente concentrati sull’area che si estende da Tell Abyad a Ras al-Ayn, con Washington impegnata a garantire a Erdoğan il massimo possibile l’evacuazione dei miliziani curdi, senza che però questo si traduca in un vuoto di sicurezza.

(foto: Us DoD)

Condividi: