EGITTO, materie prime energetiche. Incremento della produzione di gas naturale nel giacimento offshore di Zohr

Secondo l'Ente nazionale idrocarburi (Eni), l’avvio di un secondo gasdotto ha portato a buoni risultati, aprendo così la strada a un’ulteriore potenziale aumento del gas estratto entro la fine dell’anno.

Piazza Mattei ha annunciato che la produzione di gas naturale del giacimento di Zohr, nelle acque territoriali egiziane, ha superato il livello di 2,7 bcfd (miliardi di metri cubi al giorno, unità utilizzata per misurare il volume giornaliero di gas prodotto, immagazzinato, trasportato o consumato), un risultato incoraggiante ottenuto con cinque mesi di anticipo rispetto al piano di sviluppo.

L’incremento della produzione è frutto del completamento dell’intero complesso di unità di trattamento a terra (l’ultima delle quali avviata in aprile) e dei sistemi di produzione dello zolfo (in agosto), dell’avvio della produzione nei due pozzi al culmine meridionale del giacimento – oltre ai dieci pozzi già perforati in quello settentrionale – e all’avvio di un secondo gasdotto da 30” avente una lunghezza di 216 chilometri, che pone in collegamento gli impianti di produzione sottomarini all’impianto di trattamento a terra.

La nuova condotta – unitamente all’ottimizzazione della capacità di trattamento degli impianti a terra – entro la fine dell’anno permetterà un incremento potenziale della produzione fino a 3,2 bfcd rispetto al plateau previsto dal piano di sviluppo, pari a un volume di 2,7 bcfd.

Zohr, il più grande giacimento offshore di gas finora mai messo a sfruttamento in Egitto (e nel Mediterraneo), è all’interno del blocco Shorouk, nel quale l’Eni detiene una quota del 50%, Rosneft del 30%, mentre il rimanente 20% è diviso in eguali quote tra la BP e l’emiratina Mubadala Petroleum.

Il progetto è eseguito da Petrobel, la società operativa controllata congiuntamente da Eni e dalla società statale Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC), per conto di Petroshorouk, detenuta pariteticamente dal Contractor (Eni e i suoi partner) e dalla società statale Egyptian Natural Gas holding Company (EGAS).

Il Gruppo di Piazza Mattei è attivo in Egitto dal 1954, dove è il principale produttore con circa 360.000 barili di petrolio equivalente al giorno di produzione netta, volume destinato a crescere ulteriormente entro l’anno grazie all’incremento della produzione di Zohr e all’avvio di Baltim South West.

Si ritiene che il giacimento di Zohr possa garantire la futura soddisfazione di parte della domanda interna egiziana di gas naturale almeno per i prossimi decenni.

Al riguardo, a partire dal dicembre 2017 l’Eni ha avviato a la produzione del super-giant, dopo meno di due anni e mezzo dalla sua scoperta.

Nel settembre dell’anno seguente è stato raggiunto un livello di produzione pari a due miliardi di piedi cubi al giorno (corrispondenti a circa 365.000 barili di olio equivalente al giorno), dei quali 110.000 in quota Eni.

L’attuale livello di produzione, invece, è stato reso possibile grazie all’avvio della quinta unità produttiva (T4) dell’impianto a terra.

Secondo gli analisti di Piazza Mattei, la scoperta di Zohr dovrebbe influire sulla stabilità energetica regionale, trasformando al contempo lo scenario energetico egiziano.

I tre «punti di forza» del giacimento offshore si rinvengono nella quantità di risorse di gas, nel rapido time-to-market (tempo intercorrente dall’ideazione di un prodotto alla sua effettiva commercializzazione), financo dal ruolo svolto dalla materia prima in relazione alla transizione energetica.

Zohr – si afferma sempre a Piazza Mattei – consentirà all’Egitto di raggiungere l’autonomia energetica.

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