SIRIA, guerra civile. Kurdistan, accordo tra Ankara e Washington: Erdoğan per il momento non invade

Raggiunto l’intesa sulla creazione di una safety zone nella Siria nordorientale e di un centro operativo congiunto destinato alla sua gestione. Verrà aperto un corridoio umanitario che favorirà il flusso dei profughi siriani in rientro dalla Turchia. Immediatamente oltre la frontiera turca e lungo tutta la fascia a cavallo del fiume Eufrate sono presenti le milizie curde dello Ypg

Raggiunto un accordo fra Turchia e Usa sulla creazione di una safety zone nella Siria nordorientale e di un centro operativo congiunto destinato alla sua gestione.

Lo rende noto l’ambasciata statunitense ad Ankara, che in un comunicato aggiunge che verrà aperto un corridoio umanitario che favorirà il flusso dei profughi in rientro.

Washinton ha reso inoltre noto che esiste anche un’intesa su misure per la rapida implementazione di misure in grado di fornire garanzie ai turchi riguardo alle loro preoccupazioni per la sicurezza in ordine alla presenza delle milizie curde delle Unità di Protezione del Popolo (Ypg), presenti nella regione, immediatamente oltre la frontiera turca.

Lo Ypg è la milizia armata del partito curdo siriano filiazione del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), fuorilegge in Turchia.

L’accordo, a lungo negoziato tra Ankara e Washington a causa delle notevoli divergenze emerse negli ultimi mesi, dovrebbe scongiurare un’ulteriore intervento militare turco in Siria.

Erdoğan ha sempre esercitato pressioni allo scopo di ottenere la costituzione di una “zona di sicurezza” lungo la frontiera comune con la Siria, che voleva fosse estesa in profondità oltre il fiume Eufrate e in ampiezza fino al confine siro-iracheno dove per altro Ankara sta ammassando le proprie truppe per eventualmente intervenire contro i curdi del Pkk che in quel settore del Kurdistan iracheno sono presenti in forze e dispongono di fondamentali basi logistiche.

Nei piani turchi questa gigantesca safety zone avrebbe dovuto essere sgombrata dai curdi dello Ypg, tuttavia, non avendo in precedenza raggiunto un accordo in tal senso con Washington (che dei curdi dello Ypg si è servito per bonificare la regione dagli jihadisti di Islamic State), Erdoğan era giunto a dichiarare pubblicamente che sarebbe intervenuto unilateralmente «a protezione dei confini turchi», dimostrando la sua determinazione mediante l’ammassamento delle truppe sulla frontiera turca sul lungo tratto in corrispondenza della linea che congiunge le città siriane di Kobane e Tal Abjad.

Condividi: