Il miliziano di Hamas è stato poi identificato nella persona di Hani Abu Salah. Egli è riuscito a rimanere in territorio israeliano per circa due ore, seppure – affermano fonti di Tsahal – la situazione sarebbe rimata sotto il controllo delle forze di sicurezza israeliane per tutta la durata dello contro armato.
I due militari israeliani rimasti leggermente feriti, medicati all’ospedale di Soroka sono stati poi dimessi, mentre un agente di polizia, anch’egli leggermente ferito è invece ancora ricoverato.
Il portavoce delle Forze di difesa israeliane, generale di brigata Ronen Manellis, riferendosi allo scontro fuoco ha affermato che: «Intorno alle due di mercoledì notte le sentinelle in servizio nella zona di Kissufim hanno notato la presenza di un uomo che si stava avvicinando alla recinzione di confine. A questo punto hanno dato ‘allarme e quindi sono state assunte le misure previste in questi casi, attività di routine che si verifica spesso. La forza giunta in sostegno alla guardia ha avuto la percezione che si trattasse di una infiltrazione. Non è chiaro a questo punto se i militari abbiano valutato la possibilità che il soggetto sotto osservazione fosse armato».
Manelis ha poi reso noto che, recatisi sul posto, i militari si sono resi conto che l’uomo si trovava già in territorio israeliano, quindi hanno aperto il fuoco contro di lui.
Nel frattempo sul posto si è portata anche una squadra della Brigata Golani, che ha messo in sicurezza l’area, mentre un carro armato colpiva con il proprio cannone le postazioni palestinesi nella Striscia di Gaza.
Il guerrigliero di Hamas ucciso era armato di granate e di un fucile d’assalto Kalashnikov. Le forze di supporto l’hanno ucciso.